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Il commento

Gualzetti: «Il Rei va bene, ma non fermiamoci qui»

Già nel 2011 Caritas Ambrosiana aveva chiesto alla Regione di sperimentare un Reddito di autonomia. Ora questa misura va supportata con risorse regionali e affiancata da percorsi di accompagnamento sociale, in sinergia tra pubblico e privato

di Luciano GUALZETTIDirettore di Caritas Ambrosiana

25 Febbraio 2018

Con i governi Renzi e Gentiloni si è finalmente giunti all’introduzione anche in Italia di una misura universalistica di contrasto alla povertà, il Rei, Reddito di inclusione. Una famiglia, con particolari condizione di reddito, riceverà un contributo mensile su una speciale carta di credito, sottoscrivendo un patto che la impegna nella ricerca del lavoro e nella riqualificazione professionale. Per esempio, un nucleo di 5 persone, con un reddito Isee inferiore a 6mila euro, potrà contare su un assegno mensile fino a 534 euro.

Si tratta di un passo significativo, che va nella direzione auspicata da Caritas. Ricordo, per inciso, che proprio Caritas Ambrosiana avanzò alla Regione Lombardia già nel 2011, allora senza essere ascoltata, la sperimentazione a livello locale di una forma di Reddito di autonomia. Siamo, dunque, lieti che finalmente si sia deciso di iniziare a muoversi. Bisogna, tuttavia, proseguire sulla strada intrapresa, senza battute d’arresto, migliorando piuttosto la misura.

In questa senso va interpretato l’appello lanciato dalla neonata Alleanza regionale lombarda di contrasto alla povertà, cui anche Caritas Ambrosiana aderisce. Auspichiamo che il Reddito di inclusione attiva venga innanzitutto adeguatamente finanziato e integrato con risorse regionali. Ci auguriamo, inoltre, che insieme con le risorse monetarie partano anche i percorsi di accompagnamento sociale. E, infine, che il sostegno sociale non venga effettuato dai servizi pubblici riservando al terzo settore un ruolo subalterno o strumentale. Risorse adeguate, accompagnamento sociale, collaborazione paritetica tra servizi pubblici e privati sono le condizioni essenziali perché questo importante strumento che abbiamo fortemente voluto, il Rei, aiuti davvero le persone a emanciparsi dalla loro condizione di bisogno.