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15 giugno

Con Fondazione Verga i giovani stranieri imparano l’italiano anche d’estate

A Palazzo Marino la tradizionale festa annuale nella quale un centinaio di corsisti riceveranno l’attestato di frequenza. Parla il presidente Duilio

di Luisa Bove

10 Giugno 2019
Lino Duilio

Il laboratorio musicale, chiamato Lhub, è l’ultima novità della Fondazione Franco Verga che da oltre 40 anni organizza corsi di italiano per stranieri. I giovani musicisti, provenienti da Paesi diversi, si esibiranno durante la festa del 15 giugno, durante la quale un centinaio di ragazzi riceveranno l’attestato di frequenza ai corsi di lingua e cultura italiana, inglese e italiano per il lavoro.

La mission della Fondazione negli ultimi anni si è ampliata, diventando «amministrativa», come spiega il presidente Lino Duilio, «in particolare per la regolarizzazione delle persone, permessi di soggiorno, cittadinanza, ricongiungimento familiare». Grazie a un nuovo progetto, a causa delle nuove normative ora si occupa anche di rimpatri volontari, aiutando gli stranieri, per la maggior parte dell’Africa subsahariana, a rientrare nei Paesi di origine. «Il progetto – spiega Duilio – non prevede solo di pagare il viaggio di ritorno e garantire un pocket money per la prima sistemazione, ma anche di individuare opportunità occupazionali o comunque di reinserimento nei Paesi di arrivo». Un progetto ambizioso di cui la Fondazione Verga è partner: il capofila è il Consiglio italiano rifugiati (presidente è Roberto Zaccaria, Duilio è vicepresidente), insieme ad Avsi, una Ong che opera in diversi Paesi dove individuano referenti attendibili che possano aiutare chi rientra a casa.

Per chi invece rimane in Italia stabilmente, la Fondazione organizza corsi di apprendimento della lingua italiana e corsi di formazione professionale, aiutando gli stranieri anche nella compilazione dei curricula, cercando realtà alle quali inviarli o addirittura accompagnandoli ai colloqui.

I corsi di italiano tradizionali iniziano a ottobre e finiscono a fine maggio; sono frequentati da circa 200 persone: c’è chi parte da zero, chi conosce poco l’italiano e lo parla abbastanza bene e si iscrive ai livelli più avanzati. Per chi ha fretta di iniziare a lavorare e non può aspettare 10 mesi frequentando le lezioni due volte alla settimana, esistono i corsi intensivi di 100 ore, finiti i quali si iscrivono con più calma ad altri livelli scegliendo tra mattino, pomeriggio o sera.

«Organizziamo anche corsi estivi che partono a fine maggio – spiega il presidente -. Per la maggior parte si iscrivono i giovani che si ricongiungono ai nuclei familiari arrivati a Milano anni fa. Questi ragazzi, concluse le scuole nei Paesi di origine, raggiungono i genitori per continuare gli studi (superiori o università), ma non conoscendo l’italiano rischiano l’autoghettizzazione. A Milano siamo quasi gli unici a offrire questa opportunità. Abbiamo iniziato quattro anni fa con 4 corsi, poi 11, in seguito 15, quest’anno arriveremo a 20. Gli iscritti sono 300, forse di più, e le classi sono molto numerose. Frequentano le lezioni anche ragazzi europei, in particolare spagnoli, che vengono a Milano per iscriversi al Politecnico».

La nota dolente riguarda invece i 26 corsi di lingua organizzati per i giovani ospiti nei due centri di accoglienza gestiti dalla Croce Rossa italiana in via Corelli e in via Aquila e conclusi il 30 aprile. Corsi che non riprenderanno più «perché è cambiato il quadro normativo – lamenta Duilio -. Ora in quelle strutture non si può fare altro che mangiare e dormire, sono diventate una sorta di B&B. Questo è un grande problema per i ragazzi perché non sanno più cosa fare, alcuni se ne vanno, spariscono, vanno chissà dove, finendo in clandestinità o cercando di raggiungere altri Paesi». L’interruzione di questa attività rischia nel prossimo futuro di creare problemi finanziari alla Fondazione Verga che, attraverso la partecipazione ai bandi, sosteneva la sua attività e copriva le spese di gestione. Oggi la Fondazione cura molto la comunicazione attraverso il sito rinnovato, i social, instagram, facebook, twitter. Ha già pubblicato volumi, il prossimo uscirà a breve e si intitola «Curiamo l’italiano», destinato agli operatori sanitari stranieri che lavorano nelle strutture ospedaliere italiane.

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