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Rom

Chiuso il campo di via Novara

Termina un’esperienza umana e professionale. Ricollocate 22 famiglie. Caritas rimane vicina a chi è ancora in cerca di una soluzione

31 Luglio 2014

Il 31 luglio è stato chiuso definitivamente il campo rom comunale di via Novara 523. Il campo è stato allestito nel 2001 per dare una collocazione a un gruppo di rom kosovari e macedoni, arrivati in Italia negli anni Novanta a seguito del conflitto nei Balcani.

Della chiusura del campo si è iniziato a parlare nel 2010, in seguito alla decisione di destinare l’area alla realizzazione di un parcheggio in vista dell’Expo 2015. Negli ultimi anni il campo è andato incontro a un processo di degrado che ha reso sempre più difficoltosa e insalubre la vita dei suoi abitanti; chiuderlo rientra nella logica più ampia del “superamento dei campi” per promuovere un’effettiva integrazione sociale. Il principio della chiusura del campo è quindi condivisibile; ciò che ha reso molto problematica questa operazione sono stati i tempi lunghi, l’incertezza e i continui rinvii della data di chiusura.

Dal 2010 a oggi 22 famiglie di via Novara sono state accompagnate a un percorso di inserimento abitativo in alloggio, sia in autonomia, sia attraverso alloggi “ponte”; non si è trattato di una semplice collocazione in appartamento, ma di un percorso verso un’effettiva autonomia che ha necessariamente dovuto tenere conto anche dell’inserimento lavorativo. Un percorso che si è dimostrato in molti casi lungo e che per alcune famiglie non è ancora terminato. Al momento della chiusura si trovavano al campo ancora 12 famiglie, alle quali il Comune di Milano ha offerto una collocazione temporanea nei propri centri di accoglienza.

La Caritas ha coordinato il campo in modo ufficiale dal 2001 al 2011, prima con una convenzione con il Comune di Milano e poi con un’ATS insieme al Consorzio Farsi Prossimo e alla Cooperativa Intrecci; in seguito ha proseguito la propria presenza in modo “volontario”, per continuare a garantire alle famiglie rimaste un sostegno pur nell’incertezza rispetto al loro destino.

La chiusura del campo rappresenta per la Caritas la conclusione di un intervento durato 15 anni (le famiglie sono state incontrate la prima volta nel 1999, quando ancora vivevano su un’area abbandonata accanto al Cimitero Maggiore), nel corso dei quali i bambini sono cresciuti, diventati adolescenti e adulti e hanno a loro volta formato una loro famiglia.

Per i suoi abitanti la chiusura del campo di via Novara ha significato la conclusione di una fase della loro vita in Italia; per gli operatori della Caritas rappresenta la fase finale di una significativa esperienza professionale e umana. Il lavoro con gli abitanti di quello che è stato il campo di via Novara non è però finito: la relazione sta già continuando con le famiglie uscite e proseguirà per chi lo vorrà nei luoghi dove si troveranno a vivere.