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Pime

Addio a padre Meda, inventò il sostegno a distanza

Il missionario si è spento a Rancio di Lecco il 9 gennaio: aveva 93 anni. Il suo incontro con Madre Teresa di Calcutta, nel nome di Cristo.

13 Gennaio 2021
Padre Mario Meda

Non era certo una celebrità. Eppure il mondo della solidarietà in Italia gli deve molto: padre Mario Meda, mancato a 93 anni il 9 gennaio scorso nella casa dei missionari anziani a Rancio di Lecco, aveva “inventato” il sostegno a distanza,l’iniziativa di solidarietà che da tanti anni il Pime promuove in favore dei bambini, ma anche dei giovani, dei disabili e dei seminaristi, nelle sue missioni in tutto il mondo.

Era stato infatti proprio padre Meda dalla Birmania, dove era missionario, a lanciare nel 1958 l’idea – allora del tutto inedita – di affidare a una famiglia di benefattori lontani l’aiuto di un singolo bambino in un Paese straniero, con una sorta di «adozione» appunto a distanza. Padre Mario – nato a Desio nel 1927, ordinato sacerdote dal cardinale Schuster nel 1954 – era arrivato a Kengtung quell’anno, nell’attuale Myanmar. Le prime famiglie coinvolte nel progetto  inizialmente furono americane, attraverso il Centro missionario Pime di Detroit.Quando poi nel 1966 – come tutti gli altri missionari del Pime – dovette subire la sorte amara dell’esilio imposto dal governo dei militari a tutti i religiosi stranieri entrati nel Paese dopo l’indipendenza, l’idea del sostegno a distanza andò avanti dal nuovo Centro di animazione missionaria che nel frattempo il Pime aveva aperto a Milano e a cui padre Meda venne inviato.

In forma strutturata partì dunque nel 1969 e fece da apripista in Italia a tanti altri enti e associazioni che ancora oggi adottano questa forma estremamente popolare di aiuto allo sviluppo. In un’epoca in cui non esistevano gli strumenti informatici di oggi per gestire i database, da Milano padre Meda insieme al confratello padre Mauro Mezzadonna (anche lui scomparso due anni fa) arrivarono con le loro schedine cartacee a mettere in relazione anche 17 mila donatori con una bambina o un bambino segnalato dalle missioni del Pime di tutto il mondo. «Adozioni d’amore a distanza» le chiamavano allora. Ed è un impegno per il quale nel 2004 padre Mario Meda fu anche ufficialmente insignito del’Ambrogino d’Oro, la massima onorificenza a Milano, che gli fu consegnata dall’allora sindaco Gabriele Albertini. E la sua esperienza concreta di fraternità  al Centro missionario Pime di via Monterosa continua tuttora.

Il sostegno a distanza è un impegno morale e finanziario continuativo (ma sempre libero), volto a garantire ai bambini e ai giovani dei Paesi in via di sviluppo un aiuto economico, affinché ricevano i beni primari, l’istruzione e le cure mediche di cui hanno bisogno. Il sostegno a distanza, quindi, aiuta le famiglie in difficoltà a prendersi cura dei propri figli sostenendo le spese necessarie alla loro crescita, o ad accedere alle cure di centri sociali, ostelli e scuole. È un aiuto che ha come fine la promozione della persona e della sua comunità. 

Per contribuire.

La testimonianza

Dalla rivista Mondo e Missione (2010) un episodio che fa capire la testimonianza  che lascia padre Meda, animato sempre dall’amore per Cristo.

Il 23 aprile 1977 Madre Teresa parlò allo Stadio di San Siro a Milano, strapieno di giovani, alla presenza di tutti i Vescovi della Lombardia, sul tema della vita e dell’aborto. Era una delle grandi manifestazioni organizzate da padre Giacomo Girardi (1930-1998), allora direttore del Centro Missionario Pime. Padre Meda accompagnò allo Stadio la Madre con la sua utilitaria (una “Fiat 600”). La Madre gli chiede dov’eè stato in Missione, poi aggiunge: «Lei quante ore prega al giorno?». Padre Mario le risponde: «Pensavo lei mi chiedesse se aiuto i poveri!». La Madre ribatte: «No, perché se non preghiamo molto non siamo uniti a Dio, e se non siamo uniti a Dio non possiamo aiutare i poveri, i quali hanno fame di pane, ma soprattutto hanno fame di Dio!». Padre Mario ricordava commosso quel piccolo incontro con la grande Santa di Calcutta… Non è possibile essere fratelli dei poveri se non torniamo a Dio, a Gesù Cristo.