Share

Denuncia

Acli Milanesi e Lombarde: fallite le politiche sanitarie della Lombardia

Petracca: «Non è più tollerabile che le esigenze del mercato e del profitto  prevalgano sul principio costituzionale dell’universalità del diritto alla salute»

14 Maggio 2020
Paolo Petracca

«Le Acli Milanesi hanno svolto un’analisi seria e accurata del sistema sanitario italiano e lombardo alla luce della pandemia che ha colto il mondo impreparato. Sono emersi rilievi critici molto importanti e segnalati molto puntualmente nel documento, che denunciano carenze che abbiamo già rilevato in passato e diverse scelte sbagliate fatte in questo periodo», afferma il presidente delle Acli Paolo Petracca presentando il Documento delle Acli Milanesi e Lombarde sul fallimento delle politiche sanitarie in Lombardia esplose durante l’emergenza sanitaria da Covid-19 (in allegato). «Come Acli, oltre a suggerire la strada di alcune scelte e di alcune riforme – ha spiegato Petracca – riteniamo che sarebbe opportuno che chi ha compiuto scelte sbagliate traesse le conseguenze politiche dei propri atti».

«Chiediamo un cambio di rotta – ha affermato il presidente delle Acli Milanesi – che riaffermi il principio costituzionale della universalità del diritto alla salute. Non sono più tollerabili politiche sanitarie che rispondano a esigenze del mercato e del profitto che prevalgono su quelle del bene comune».

Nel documento, che si apre con un’attenta analisi della storia del sistema sanitario italiano, vengono illustrate le principali riforme lombarde che hanno portato a non avere presidi territoriali sia di prevenzione che di cura durante la pandemia.

«A questa grave mancanza – viene spiegato – si sono aggiunte scelte incomprensibili e scellerate, come quella di decongestionare gli ospedali con la Delibera n. 2906 dell’8 marzo 2020  che disponeva “l’individuazione da parte delle ATS di strutture autonome dal punto di vista strutturale (…) strutture della rete sociosanitaria (ad esempio RSA) da dedicare all’assistenza a bassa intensità dei pazienti COVID positivi” o quella di ritenere la persona anziana non oggetto di tutela al pari di una persona non anziana con la Delibera n. 3018 dell’30 marzo 2020 che disponeva che “in caso di età avanzata – ultra75enni e presenza di situazione di precedente fragilità (..) è opportuno che le cure vengano prestate nella stessa struttura”».

«L’emergenza coronavirus ha mostrato  quanto la questione della salute non sia un tema legato al singolo individuo, ma di fatto sia un tema di comunità e di territorio, in buona sostanza una questione pubblica – affermano le Acli -. L’aver gradualmente spostato, in questo ultimo ventennio, il tema della salute da questione pubblica a soluzione individuale, è probabilmente uno dei motivi, certamente non il solo, per cui la Lombardia si è rivelata particolarmente vulnerabile nella gestione dell’emergenza sanitaria determinata dal Covid-19. Il sistema sanitario è stato costruito intorno al concetto di assistenza centrata sul paziente, ma un’epidemia richiede un cambiamento di prospettiva verso un concetto di assistenza centrata sulla comunità».