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Cinema

Meno film, più incassi

I dati più significativi del "Rapporto 2009. Il mercato e l'Industria del Cinema in Italia", curato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo

di Rita SALERNO Redazione

28 Maggio 2010

Nel 2009 le pellicole italiane in circolazione sono state 131, con incassi nelle sale aumentati del 14,9% rispetto all’anno precedente. Il numero di opere realizzate con il contributo del Fondo unico per lo spettacolo è passato da 41 a 26; anche i film prodotti sono diminuiti di 25 unità in un solo anno: colpa anche delle risorse economiche dimezzate rispetto al 2008.
Questi i dati più interessanti del Rapporto 2009. Il mercato e l’Industria del Cinema in Italia, curato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo e presentato a Roma. Significativa la mortalità delle aziende cinematografiche. Per la prima volta il saldo demografico è negativo: sono 9.900 quelle attive nel 2009, ma 819 quelle cancellate (superiori alle 770 del 2008 e alle 733 del 2007). Storico il sorpasso delle società di capitali, che diventano la maggioranza del settore con il 51,1% di quote.
Sul piano occupazionale, il cinema continua a essere il vero motore di un intero macrosettore, che comprende anche radio, televisione, musica e teatro, con 77.563 lavoratori iscritti all’Enpals su un complesso di oltre 277 mila. E rispetto al totale del comparto, gli occupati della sola industria della celluloide sono cresciuti, in percentuale, dal 25,3% del 2008 al 27,9% del 2009. Il monte retributivo annuo totale arriva a quasi 1 miliardo di euro (938 milioni).
Spiccano poi due appendici inedite: la prima dedicata all’operato e al ruolo svolto dalle Film Commission in tutta Italia; la seconda ripercorre la storia di Cinecittà fino alla sua fusione con l’Istituto Luce.
«Il Rapporto 2009 – spiega don Dario Edoardo Viganò, presidente della Fondazione promotrice del dossier – è il seguito naturale del precedente rapporto che, per la prima volta in Italia, forniva un quadro organico di questo settore vitale dell’economia. Il consenso ottenuto dall’edizione dello scorso anno ha indotto i promotori della ricerca a procedere nel percorso di lettura e di analisi con l’integrazione di altri dati che arricchiscono quest’opera realizzata dalla Fondazione Ente dello Spettacolo in collaborazione con Cinecittà Luce Spa. Un aspetto essenziale di questa seconda edizione è infatti la ricerca di una migliore definizione degli operatori e degli assetti economici delle varie componenti della cinematografia italiana».
I dati sul cinema italiano evidenziati nel Rapporto lasciano intravedere un panorama piuttosto complesso. «Quello che emerge – aggiunge il curatore scientifico Redento Mori – è un cinema italiano sostanzialmente in tenuta rispetto ai competitors internazionali, nonostante le difficoltà e le incertezze del fondo unico per lo spettacolo, che però lasciano intravedere le criticità del 2010». Nel 2009 le pellicole italiane in circolazione sono state 131, con incassi nelle sale aumentati del 14,9% rispetto all’anno precedente. Il numero di opere realizzate con il contributo del Fondo unico per lo spettacolo è passato da 41 a 26; anche i film prodotti sono diminuiti di 25 unità in un solo anno: colpa anche delle risorse economiche dimezzate rispetto al 2008.Questi i dati più interessanti del Rapporto 2009. Il mercato e l’Industria del Cinema in Italia, curato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo e presentato a Roma. Significativa la mortalità delle aziende cinematografiche. Per la prima volta il saldo demografico è negativo: sono 9.900 quelle attive nel 2009, ma 819 quelle cancellate (superiori alle 770 del 2008 e alle 733 del 2007). Storico il sorpasso delle società di capitali, che diventano la maggioranza del settore con il 51,1% di quote.Sul piano occupazionale, il cinema continua a essere il vero motore di un intero macrosettore, che comprende anche radio, televisione, musica e teatro, con 77.563 lavoratori iscritti all’Enpals su un complesso di oltre 277 mila. E rispetto al totale del comparto, gli occupati della sola industria della celluloide sono cresciuti, in percentuale, dal 25,3% del 2008 al 27,9% del 2009. Il monte retributivo annuo totale arriva a quasi 1 miliardo di euro (938 milioni).Spiccano poi due appendici inedite: la prima dedicata all’operato e al ruolo svolto dalle Film Commission in tutta Italia; la seconda ripercorre la storia di Cinecittà fino alla sua fusione con l’Istituto Luce.«Il Rapporto 2009 – spiega don Dario Edoardo Viganò, presidente della Fondazione promotrice del dossier – è il seguito naturale del precedente rapporto che, per la prima volta in Italia, forniva un quadro organico di questo settore vitale dell’economia. Il consenso ottenuto dall’edizione dello scorso anno ha indotto i promotori della ricerca a procedere nel percorso di lettura e di analisi con l’integrazione di altri dati che arricchiscono quest’opera realizzata dalla Fondazione Ente dello Spettacolo in collaborazione con Cinecittà Luce Spa. Un aspetto essenziale di questa seconda edizione è infatti la ricerca di una migliore definizione degli operatori e degli assetti economici delle varie componenti della cinematografia italiana».I dati sul cinema italiano evidenziati nel Rapporto lasciano intravedere un panorama piuttosto complesso. «Quello che emerge – aggiunge il curatore scientifico Redento Mori – è un cinema italiano sostanzialmente in tenuta rispetto ai competitors internazionali, nonostante le difficoltà e le incertezze del fondo unico per lo spettacolo, che però lasciano intravedere le criticità del 2010».