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Rapporto 2010

Istat, giovani: pochi libri, ma anche il pc per molti è un miraggio

Fra i 15 e i 29 anni quattro ragazzi su dieci non hanno letto neppure un libro, due su dieci non hanno mai utilizzato un pc. Forte l'influenza della famiglia, svantaggiate le classi inferiori

27 Maggio 2010

Un milione e 200 mila giovani fra 15 e 29 anni non hanno letto neanche un libro nel 2009 o non ha mai utilizzato un personal computer: l’esclusione dalla lettura, che coinvolge quattro ragazzi su dieci, è più diffusa del non utilizzo delle nuove tecnologie, che riguarda comunque due ragazzi su dieci. Così il rapporto Istat sullo stato del Paese nel 2009 illustra la situazione dei giovani italiani sul versante della lettura e della digitalizzazione informatica.
La propensione alla lettura – specifica l’istituto di statistica – è fortemente condizionata dalle caratteristiche della famiglia di origine: le quote dei lettori superano sempre il 72% se in casa vi sono più di 200 libri, se almeno uno dei genitori è laureato, se entrambi i genitori leggono. L’alfabetizzazione informatica avviene prevalentemente in ambito familiare o nel mondo dei pari: l’utilizzo del pc a scuola, infatti, coinvolge solo quattro bambini su 10 e ragazzi di 6-17 anni. Il che impedisce di garantire l’accesso alle nuove tecnologie ai ragazzi delle classi sociali più basse.
Secondo l’indagine Pisa (Programme for International Student Assessment) promossa dall’Ocse, il punteggio medio degli studenti italiani 15enni nelle competenze in lettura è inferiore di 23 punti alla media internazionale (469 contro 492). L’obiettivo della strategia di Lisbona per il 2010 di ridurre del 20% il numero di studenti che registrano competenze nei due livelli più bassi (per l’Italia livello obiettivo pari al 15,1% del totale degli studenti) è lontano dall’essere raggiunto: nel 2006 oltre un quarto dei 15enni (26,4%) ricade in questo segmento e la tendenza è al progressivo peggioramento dei valori dell’indicatore (-19 punti complessivi tra 2000 e 2006). Anche per le competenze in matematica e scienze i punteggi degli studenti italiani risultano sempre inferiori ai valori medi Ocse. Un milione e 200 mila giovani fra 15 e 29 anni non hanno letto neanche un libro nel 2009 o non ha mai utilizzato un personal computer: l’esclusione dalla lettura, che coinvolge quattro ragazzi su dieci, è più diffusa del non utilizzo delle nuove tecnologie, che riguarda comunque due ragazzi su dieci. Così il rapporto Istat sullo stato del Paese nel 2009 illustra la situazione dei giovani italiani sul versante della lettura e della digitalizzazione informatica.La propensione alla lettura – specifica l’istituto di statistica – è fortemente condizionata dalle caratteristiche della famiglia di origine: le quote dei lettori superano sempre il 72% se in casa vi sono più di 200 libri, se almeno uno dei genitori è laureato, se entrambi i genitori leggono. L’alfabetizzazione informatica avviene prevalentemente in ambito familiare o nel mondo dei pari: l’utilizzo del pc a scuola, infatti, coinvolge solo quattro bambini su 10 e ragazzi di 6-17 anni. Il che impedisce di garantire l’accesso alle nuove tecnologie ai ragazzi delle classi sociali più basse.Secondo l’indagine Pisa (Programme for International Student Assessment) promossa dall’Ocse, il punteggio medio degli studenti italiani 15enni nelle competenze in lettura è inferiore di 23 punti alla media internazionale (469 contro 492). L’obiettivo della strategia di Lisbona per il 2010 di ridurre del 20% il numero di studenti che registrano competenze nei due livelli più bassi (per l’Italia livello obiettivo pari al 15,1% del totale degli studenti) è lontano dall’essere raggiunto: nel 2006 oltre un quarto dei 15enni (26,4%) ricade in questo segmento e la tendenza è al progressivo peggioramento dei valori dell’indicatore (-19 punti complessivi tra 2000 e 2006). Anche per le competenze in matematica e scienze i punteggi degli studenti italiani risultano sempre inferiori ai valori medi Ocse.