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Quando i bambini vanno on line

"Eu kids online" è un progetto di ricerca condotto dal Safer Internet Programme dell'Ue in collaborazione con�la Cattolica, sull'utilizzo di internet tra i bambini e gli adolescenti in Europa

Carlo ROSSI Eventuale qualifica Redazione

3 Luglio 2009

L’uso di internet fra i bambini e gli adolescenti europei continua a crescere in tutti i Paesi dell’Unione e l’età in cui si inizia a usare internet tende ad abbassarsi. Sono i primi dati dell’ultimo sondaggio Eurobarometro condotto dal Safer Internet Plus Programme della Commissione Europea. In Italia usa internet il 74,9% dei ragazzi di età compresa fra i 15 e i 17 anni, il 57,9% di quelli fra gli 11 e i 14 anni e il 21,5% dei bambini fra i 6 e i 10 anni (Rapporto Istat “Cittadini e nuove tecnologie. Anno 2008”).
Accanto all’esigenza di garantire l’accesso alle nuove tecnologie e di promuovere l’uso di internet fra i minori, emergono anche preoccupazioni relative ai potenziali rischi della rete per questa categoria di utenti. Tra questi rischi sono inclusi la visione di contenuti inappropriati e dannosi (pornografia, violenza, siti pro-anoressia, autolesionismo, ecc), l’essere vittime di grooming e di molestie sessuali o di bullismo, atti di cyberbullismo a danni di coetanei. Quanto sono realmente diffusi questi rischi? Quali sono i minori più esposti? Come reagiscono i minori e i loro genitori? Quale sarebbe un intervento appropriato?
Il progetto di ricerca Eu Kids Online, finanziato dal Safer Internet Plus Programme e coordinato dalla professoressa Sonia Livingstone (London School of Economics), nel triennio 2006-2009 si è posto l’obiettivo di ricostruire e analizzare le ricerche empiriche disponibili in 21 Paesi europei, relative all’accesso e all’uso di internet fra i minori europei e alle opportunità e ai rischi online che essi sperimentano. Il nodo italiano di Eu Kids Online è rappresentato dal centro di ricerca OssCom dell’Università Cattolica di Milano, che ha lavorato al progetto con il sostegno del Corecom Lombardia.
Il network ha prodotto un database, accessibile su www.eukidsonline.net, delle ricerche disponibili nei 21 Paesi per identificare e valutare la ricerca sugli usi di internet fra bambini e adolescenti, per confrontare i dati disponibili attraverso una comparazione cross-nazionale e definire i fattori sociali e culturali che modellano la ricerca su questi temi, nonché la stessa esperienza di internet da parte dei minori e dei loro genitori.
I principali risultati, pubblicati nel Rapporto Finale disponibile anche su www.unicatt.it/osscom, rivelano innanzitutto una correlazione positiva fra rischi e usi di internet: all’aumentare degli usi e delle attività online, e quindi al crescere delle competenze digitali, tendono ad aumentare anche i rischi a cui il minore si espone. L’analisi comparativa dei dati permette di identificare la violazione della privacy e la disseminazione di informazioni personali come il più comune dei comportamenti a rischio per i minori europei. Seguono l’esposizione a contenuti pornografici e la visione di contenuti violenti. Essere vittima di cyberbullismo e ricevere commenti o proposte a carattere sessuale sono rispettivamente al quarto e al quinto posto. Infine, incontrare offline una persona conosciuta online sembra essere il rischio meno comune, anche se potenzialmente il più pericoloso.
Nell’esposizione ai rischi emergono anche differenze di genere: i ragazzi hanno più probabilità di imbattersi in contenuti violenti o in materiale pornografico; di incontrare offline persone conosciute online e di essere a loro volta produttori di rischi (come il cyberbullismo). Generalmente, invece, le ragazze sembrano più vulnerabili e turbate dalla visione di contenuti offensivi, violenti o pornografici; tendono a chattare di più con sconosciuti; sono più esposte al grooming e alle molestie sessuali ma sono più consapevoli dei rischi relativi alla privacy.
In quasi tutti i Paesi, le famiglie di status socio-economico alto hanno più probabilità di fornire ai figli l’accesso a internet, con il risultato che i bambini avvantaggiati fanno un uso maggiore o più frequente di internet. Tuttavia, sembra che i bambini che crescono in famiglie con background socio-economico più basso siano più esposti ai rischi online.
L’1 luglio Eu Kids Online ha dato avvio a un nuovo progetto di ricerca, Eu Kids Online II, finanziato dal Safer Internet Programme della Commissione Europea. Nel prossimo biennio sarà condotta una ricerca empirica che coinvolgerà campioni nazionali di ragazzi di età compresa fra i 9 e i 16 anni e i loro genitori, per produrre una base empirica quantitativa, rigorosa e comparabile a livello transnazionale, sugli usi di internet in Europa. L’uso di internet fra i bambini e gli adolescenti europei continua a crescere in tutti i Paesi dell’Unione e l’età in cui si inizia a usare internet tende ad abbassarsi. Sono i primi dati dell’ultimo sondaggio Eurobarometro condotto dal Safer Internet Plus Programme della Commissione Europea. In Italia usa internet il 74,9% dei ragazzi di età compresa fra i 15 e i 17 anni, il 57,9% di quelli fra gli 11 e i 14 anni e il 21,5% dei bambini fra i 6 e i 10 anni (Rapporto Istat “Cittadini e nuove tecnologie. Anno 2008”).Accanto all’esigenza di garantire l’accesso alle nuove tecnologie e di promuovere l’uso di internet fra i minori, emergono anche preoccupazioni relative ai potenziali rischi della rete per questa categoria di utenti. Tra questi rischi sono inclusi la visione di contenuti inappropriati e dannosi (pornografia, violenza, siti pro-anoressia, autolesionismo, ecc), l’essere vittime di grooming e di molestie sessuali o di bullismo, atti di cyberbullismo a danni di coetanei. Quanto sono realmente diffusi questi rischi? Quali sono i minori più esposti? Come reagiscono i minori e i loro genitori? Quale sarebbe un intervento appropriato?Il progetto di ricerca Eu Kids Online, finanziato dal Safer Internet Plus Programme e coordinato dalla professoressa Sonia Livingstone (London School of Economics), nel triennio 2006-2009 si è posto l’obiettivo di ricostruire e analizzare le ricerche empiriche disponibili in 21 Paesi europei, relative all’accesso e all’uso di internet fra i minori europei e alle opportunità e ai rischi online che essi sperimentano. Il nodo italiano di Eu Kids Online è rappresentato dal centro di ricerca OssCom dell’Università Cattolica di Milano, che ha lavorato al progetto con il sostegno del Corecom Lombardia.Il network ha prodotto un database, accessibile su www.eukidsonline.net, delle ricerche disponibili nei 21 Paesi per identificare e valutare la ricerca sugli usi di internet fra bambini e adolescenti, per confrontare i dati disponibili attraverso una comparazione cross-nazionale e definire i fattori sociali e culturali che modellano la ricerca su questi temi, nonché la stessa esperienza di internet da parte dei minori e dei loro genitori.I principali risultati, pubblicati nel Rapporto Finale disponibile anche su www.unicatt.it/osscom, rivelano innanzitutto una correlazione positiva fra rischi e usi di internet: all’aumentare degli usi e delle attività online, e quindi al crescere delle competenze digitali, tendono ad aumentare anche i rischi a cui il minore si espone. L’analisi comparativa dei dati permette di identificare la violazione della privacy e la disseminazione di informazioni personali come il più comune dei comportamenti a rischio per i minori europei. Seguono l’esposizione a contenuti pornografici e la visione di contenuti violenti. Essere vittima di cyberbullismo e ricevere commenti o proposte a carattere sessuale sono rispettivamente al quarto e al quinto posto. Infine, incontrare offline una persona conosciuta online sembra essere il rischio meno comune, anche se potenzialmente il più pericoloso.Nell’esposizione ai rischi emergono anche differenze di genere: i ragazzi hanno più probabilità di imbattersi in contenuti violenti o in materiale pornografico; di incontrare offline persone conosciute online e di essere a loro volta produttori di rischi (come il cyberbullismo). Generalmente, invece, le ragazze sembrano più vulnerabili e turbate dalla visione di contenuti offensivi, violenti o pornografici; tendono a chattare di più con sconosciuti; sono più esposte al grooming e alle molestie sessuali ma sono più consapevoli dei rischi relativi alla privacy.In quasi tutti i Paesi, le famiglie di status socio-economico alto hanno più probabilità di fornire ai figli l’accesso a internet, con il risultato che i bambini avvantaggiati fanno un uso maggiore o più frequente di internet. Tuttavia, sembra che i bambini che crescono in famiglie con background socio-economico più basso siano più esposti ai rischi online.L’1 luglio Eu Kids Online ha dato avvio a un nuovo progetto di ricerca, Eu Kids Online II, finanziato dal Safer Internet Programme della Commissione Europea. Nel prossimo biennio sarà condotta una ricerca empirica che coinvolgerà campioni nazionali di ragazzi di età compresa fra i 9 e i 16 anni e i loro genitori, per produrre una base empirica quantitativa, rigorosa e comparabile a livello transnazionale, sugli usi di internet in Europa.