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Dentro la tv

L’eterna “Domenica sportiva”

Data di nascita: 11 ottobre 1953. Da allora ad oggi, successi e polemiche

di Marco DERIU

8 Settembre 2014

Nonostante non manchino gli argomenti seri di attualità giornalistica, il calcio riesce sempre a bucare il piccolo schermo. Soprattutto quando il campionato riparte, la Nazionale di Antonio Conte fa il suo esordio vincente e il palinsesto torna a ospitare stabilmente le trasmissioni settimanali dedicate al calcio. Fra le quali, “La Domenica sportiva” mantiene la sua visibilità, nonostante la concorrenza delle altre reti e la tecnologia digitale ne abbiano messo seriamente in discussione il primato ormai da lungo tempo.

A riaccendere i riflettori sulla trasmissione domenicale hanno provveduto, oltre alla prima giornata del calendario di Serie A 2014-2015, anche le polemiche di Gene Gnocchi (escluso “a sua insaputa” dalla nuova edizione) e di Paola Ferrari (soppiantata in conduzione da Sabrina Gandolfi, ex valletta di Mike Bongiorno e già alla guida di “Sabato Sprint”).

Al netto della giusta tara alle schermaglie fra aspiranti primedonne, è giusto che un programma si rinnovi ma al contempo certe trasmissioni dovrebbero fare della loro “tradizionalità” un punto di forza a beneficio della riconoscibilità e della fedeltà da parte degli spettatori. In fondo, oltre che a farci conoscere nel modo migliore i principali fatti del mondo vicino e lontano a noi, la televisione ha anche la funzione di dare un ritmo alla quotidianità del suo pubblico e crea riti collettivi in cui ci si può facilmente riconoscere.

La visione della “Domenica sportiva” per molti anni lo è stata e oggi fa un po’ specie pensare che la prima puntata della trasmissione sia andata in onda addirittura l’11 ottobre 1953, prima ancora della nascita “ufficiale” della Rai (battezzata il 3 gennaio 1954). Lo scarso pubblico televisivo italiano si trovò allora di fronte le immagini di Inter-Fiorentina, della corsa ciclistica Tre Valli Varesine e del campionato italiano di marcia sui 50 km.

Dopo un periodo di rodaggio e di lancio, dal febbraio del 1965 la trasmissione si strutturò come un programma vero e proprio, con tanto di allestimento in studio e conduzione professionale, affidata allora a Enzo Tortora. E fu allora che, oltre alle notizie sportive e alle cronache degli avvenimenti della giornata, si cominciò ad allargare lo spazio per opinioni, discussioni e commenti. Fino a quando l’introduzione della moviola segnò un vero e proprio spartiacque fra lo sport da guardare e quello da analizzare.

Carlo Sassi e Bruno Pizzul si alternarono per alcuni anni nella gestione dell’apposita rubrichetta interna e la conduzione di Tito Stagno lanciò definitivamente il programma nel firmamento di quelli più seguiti e più apprezzati dagli spettatori italiani.

Si dovette attendere fino al 1981 per vedere la conduzione affidata a una donna: toccò alla cestista Mabel Bocchi – e in parallelo alla regista Luciana D’Asnasch Veschi – rompere quello che ai tempi era ancora considerato un tabù e sfatare la convinzione popolare che anche in televisione il calcio fosse uno sport per soli uomini.

La spietata concorrenza degli anni Novanta costrinse la “Domenica sportiva” a fare i conti con la sempre più agguerrita concorrenza delle reti commerciali e negli anni Duemila si sperimentarono diversi modelli per innovare il più possibile il prodotto. Compresa l’introduzione degli ospiti fissi nei ruoli di esperti (solitamente ex calciatori) o di comici di professione.

Oggi il programma deve sostenere una concorrenza talmente forte da essere inevitabilmente in crisi di ascolti, complice anche il ritardo con cui può mostrare le immagini delle partite di calcio, rispetto alle reti a pagamento che ne hanno acquistato i diritti. I calciofili incalliti, al di là di chi conduce, se ne faranno una ragione.