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Un campo di lavoro in Bulgaria UNA VACANZA TARGATA CARITAS

21 Giugno 2006

Anna, giovane di Cislago, ha partecipato la scorsa estate ai cantieri della solidarietà organizzati da Caritas Ambrosiana in Bulgaria. A distanza di un anno il racconto di quell’esperienza è ancora vivo, così come la voglia di riprovarci.

«Va’ e anche tu fa’ lo stesso», così Gesù invita a seguire l’esempio del Buon Samaritano per ereditare la vita eterna e così hanno fatto dieci giovani cislaghesi accompagnati da Don Giovanni partiti il 14 agosto per la Bulgaria. Aderendo ai Cantieri della Solidarietà proposti dalla Caritas Ambrosiana abbiamo trascorso 14 giorni al servizio degli altri, in Bulgaria, scontrandoci con una realtà completamente diversa da quella italiana.

Vaste estensioni verdi lasciano spazio a piccoli villaggi dove ancora si vedono circolare carretti trainati da cavalli e le galline razzolano sulle strade, dove transitano poche macchine risalenti a qualche decennio fa e pullman polverosi. Entrati in città si è colpiti dai parallelepipedi di cemento risalenti al periodo comunista in cui la maggioranza dei Bulgari continua ad abitare. Noi alloggiavamo presso il centro Caritas per disabili a Russe sulle rive del Danubio a circa 5 ore di auto dalla capitale Sofia.

Ben poco era il tempo per fare i turisti: mentre alcuni si dedicavano all’animazione proponendo giochi, balli, lavori manuali ai ragazzi disabili e a quelli del quartiere attirati al centro dalla presenza degli italiani, altri scartavetravano finestre, spaccavano legna per l’inverno, spostavano pietre. Bisognava poi essere sempre pronti alle emergenze come l’arrivo di un camion con dieci tonnellate di vestiti da scaricare e sistemare o l’incendio di una casa di una famiglia molto povera con quattro bambini piccoli.

Ogni mattina, a turno si accompagnavano gli infermieri del centro a visitare gli ammalati costretti a letto e visibilmente sofferenti ma sempre pronti ad accoglierti con un sorriso, a parlarti a gesti della loro famiglia, a offrirti qualcosa, un cioccolatino o un grappolo d’uva anche se quel giorno non avrebbero mangiato altro che una minestrina.

La sera padre Valter e suor Iola, vivaci responsabili della parrocchia cattolica di Russe organizzavano per noi incontri con altre confessioni. Abbiamo così incontrato gli scout armeni legatissimi alle loro tradizioni tanto da avere un alfabeto proprio, gli Ortodossi aperti al dialogo e alla ricerca di un confronto costruttivo, i protestanti evangelici.

Attraverso le parole di un vecchio organista abbiamo rivissuto la paura dei cattolici nei tempi del comunismo quando la polizia impediva l’ingresso nelle chiese e imprigionava i religiosi; attraverso la testimonianza di padre Valter abbiamo aperto gli occhi su un Paese per la maggioranza ateo, dove enorme è il divario tra ricchi(pochi) e poveri(i più) e dove i giovani sognano di andarsene a cercare fortuna all’estero, anche in Italia.

E’ difficile tratteggiare con poche parole un mondo così lontano dal nostro eppure così vicino tanto che presto la Bulgaria entrerà nella Ue. Ognuno di noi porta a casa un ricordo speciale di tutte le persone incontrate là, dei sorrisi dei bambini capaci ancora di entusiasmarsi con poco, di capirti anche se non parli la loro lingua perché il linguaggio dell’amicizia è universale. Una vacanza diversa dal solito che ci ha fatti crescere e riflettere.