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28 dicembre - 1 gennaio

Trecento ambrosiani
a Strasburgo con Taizé

Il “pellegrinaggio di fiducia sulla terra” ideato dalla Comunità di frère Roger fa tappa nella città alsaziana. In partenza tre pullman da Milano, due dalla Brianza e uno da Rho e Varese

di Marta VALAGUSSA

22 Dicembre 2013

Cosa fare a Capodanno? Molti giovani sono alla ricerca di un modo nuovo di festeggiare l’ultimo giorno dell’anno, soprattutto l’ultima notte. Ebbene, dal 28 dicembre 2013 al 1° gennaio 2014 un’alternativa c’è. Si chiama Incontro europeo dei giovani, preparato dalla Comunità di Taizé.

Decine di migliaia di giovani, provenienti da tutta Europa, si troveranno a Strasburgo. Perché proprio lì? Le diocesi cattoliche e protestanti su entrambi i lati del Reno hanno chiesto che venisse scelta la loro zona come tappa del “pellegrinaggio di fiducia sulla terra” iniziato da frère Roger (fondatore di Taizé) alla fine degli anni Settanta. Strasburgo è il simbolo della riconciliazione in una terra particolare, crocevia di culture diverse, ma è anche il simbolo della speranza e della fiducia in un’Europa ancora bambina, desiderosa di crescere e diventare presto donna.

Come si svolge concretamente il Capodanno di Taizé? Giovani dai 17 ai 35 anni saranno accolti nelle parrocchie, nelle comunità locali e in numerose famiglie che mettono a disposizione una camera, una mansarda o qualche brandina. Partecipare all’incontro di Strasburgo significa aspettare l’anno nuovo nella preghiera e nel canto (molto melodioso), ma anche nel silenzio. Il Capodanno viene vissuto ringraziando per l’anno appena trascorso e affidando il nuovo anno nelle mani di Dio, che sa di cosa ha bisogno l’uomo ancora prima che glielo si chieda.

«Cerco un momento come questo per comprendere più profondamente il senso della vita, del tempo che passa e dei progetti sul futuro», racconta Gabriele, uno dei circa 300 giovani ambrosiani che partiranno per Strasburgo, raggruppati in sei pullman (uno dalla zona di Rho e Varese, due dalla Brianza e tre da Milano). Spiega ancora Gabriele: «Fare tutto questo con migliaia di giovani che vivono il Vangelo come me, nelle difficoltà di tutti giorni, dà senso alle mie fatiche e alle mie sconfitte. Da qui trovo le forze per recuperare coraggio».

«Sono stato per la prima volta a Taizé con la mia famiglia quando avevo 14 anni – dice invece Igor -. «Mi ha colpito subito la varietà di persone provenienti da tutte le parti del mondo e da culture profondamente diverse. Mi è piaciuto molto il clima gioioso e di semplice condivisione e mi sono sentito subito a mio agio con lo stile di preghiera meditativa e incentrata sui canti e sul silenzio. Sono tornato molte volte a Taizé, anche per periodi lunghi. Durante gli Incontri europei dei giovani ho sperimentato di persona l’accoglienza nelle famiglie che hanno aperto le loro porte con fiducia. Un’esperienza di Taizé, quella degli Incontri europei, che mi ha arricchito molto: posso dire di essere cresciuto, come persona e come cristiano».