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Milano

Scola: «Comunicare la speranza»

Qesta mattina, presso la Curia arcivescovile, l’Arcivescovo ha incontrato un nutrito gruppo di missionari e missionarie della Diocesi per una reciproca comunicazione di conoscenza

di Rosangela Vegetti

20 Agosto 2012

Quando si riuniscono missionari e missionarie le conversazioni portano sempre al cuore del mondo e della chiesa; bastano pochi minuti e ci si trova al centro dei grandi temi mondiali, soprattutto di quelli che non fanno notizia sui mezzi di comunicazione, ma che investono popoli, comunità religiose e chiese locali in diversi continenti. Così è l’annuale incontro dell’arcivescovo con le “punte avanzate” della diocesi: preti fidei donum, missionari religiosi e religiose, e laici, operanti in diversi paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America latina. Nell’odierno appuntamento, organizzato dall’Ufficio missionario diocesano, erano una quarantina a presentare all’arcivescovo la loro esperienza di testimoni del vangelo presso i popoli del mondo.
Per il card. Scola era il primo incontro della lunga consuetudine estiva, ma il dialogo è stato intenso e a fondo dei problemi. Una prima impressione generale è che il mondo, se mai ce ne fosse ancora il dubbio, è veramente globalizzato e non c’è distanza tra i ‘nostri’ problemi e i ‘loro’ sia perché le cause sono spesso le stesse, come l’esproprio delle terre da parte di grandi imprese multinazionali a discapito delle popolazioni locali, l’estensione dei conflitti alimentati da un commercio di armi che parte dal mondo industriale, la scarsa attenzione verso i traguardi cui orientare le giovani generazioni. Mentre il mondo occidentale esporta modi di vita talora in contrasto con valori di fondo e rispetto delle culture e delle religioni, soffre dei disagi di una crescita non più garantita e di un confronto con le altre realtà nazionali senza filtri. «Il cambiamento in atto nel nostro tempo – ha sottolineato l’arcivescovo – è talmente rapido che ne siamo tutti frastornati e disorientati», ma questo rende più urgente e necessaria la comunicazione per meglio essere compartecipi degli eventi e delle situazioni.
La dimensione missionaria riveste un’importanza sempre più precisa e fondamentale nella vita della chiesa come testimonianza del volto di Cristo, ma tanta ricchezza di esperienze deve maggiormente confluire e diffondersi nelle comunità parrocchiali per investire la quotidianità dei cristiani. Non va sottovalutato il disagio di molti cristiani nei paesi di presenza missionaria al confronto con situazioni di conflitto, di pastorale non condivisa, di contrasto di ruoli, di scarsa intesa tra clero e operatori pastorali. Insomma, nel contesto sociale ed anche ecclesiale è urgente ritrovare vie di riconciliazione, di dialogo rinnovato e di reciproca conoscenza. «Il tema della riconciliazione – ha detto l’arcivescovo – è decisivo in questo tempo di disorientamento, si rischia di dividerci anche su piccole questioni, e tutti abbiamo bisogno di liberarci dai pregiudizi. Anche le difficoltà si stemperano e si mitigano nella tensione personale verso Cristo». Nella consapevolezza di essere testimoni di amore ricevuto e spinti alla speranza dalla gratitudine che ci porta verso gli altri.
Le vie indicate sono la comunione ecclesiale nella preghiera e nell’eucaristia, un maggior scambio di comunicazioni e di conoscenza delle situazioni tra missionari e comunità parrocchiali, una maggior vicinanza alle comunità e ai vescovi delle chiese locali nel mondo.
In prospettiva del prossimo ‘Anno della fede’, l’Ufficio missionario propone per l’ottobre 2013 un Convegno missionario diocesano, traguardo anche del lavoro di preparazione del progetto missionario diocesano.