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13 maggio

Rav Laras, uomo del dialogo

La figura del compianto Rabbino capo di Milano al centro di un incontro promosso dalla Cappellania dell’Università degli Studi, con Elio Franzini, Gianantonio Borgonovo e Vittorio Robiati Bendaud, alle 16.30 presso la sede della Statale e su Zoom

di Annamaria Braccini

7 Maggio 2021
Giuseppe Laras

«Meglio in due che da soli: Rav Giuseppe Laras, uomo del dialogo». È questo il titolo dell’incontro che avrà a tema la compianta figura di rav Laras, eminente studioso, presidente per lunghi anni (poi emerito) dell’Assemblea Rabbinica Italiana, rabbino capo di Milano dal 1980 al 2005, presidente del Tribunale rabbinico Alta Italia.

Promosso dalla Cappellania dell’Università degli Studi giovedì 13 maggio, presso la sede di via Festa del Perdono, alle 16.30 e in piattaforma Zoom, l’appuntamento si pone come ultimo contributo di un percorso dedicato ai fondamenti dell’ebraismo e al dialogo ebraico-cristiano. Questione, questa, carissima a Laras che, alla guida della Comunità ebraica della città negli anni dell’episcopato del cardinale Carlo Maria Martini (iniziarono entrambi il rispettivo ministero a Milano nel 1980, storico il loro incontro nel 1993 in Sinagoga Maggiore), sviluppò con l’allora Arcivescovo una profonda amicizia personale e istituzionale, promuovendo cammini che fecero di Milano una delle isole più felici del confronto tra le due fedi.

A parlarne, con la presenza del magnifico rettore dell’Ateneo Elio Franzini – che ha definito Laras «uomo di grande umanità, spiritualità e valore», apprezzato docente di Storia del Pensiero ebraico presso la Facoltà di Lettere e Filosofia -, saranno monsignor Gianantonio Borgonovo, arciprete della Cattedrale, biblista di livello internazionale per i suoi studi sul Primo Testamento, e Vittorio Robiati Bendaud, allievo di Laras, saggista e rabbino.

Scomparso nel 2017, Laras era nato nel 1935 e aveva vissuto il dramma della Shoah, con la deportazione della madre e della nonna ad Auschwitz. Proprio al dovere di ricordare per essere una società migliore, dedicò il suo testamento spirituale riconosciuto di altissima levatura.