Sirio 26-29 marzo 2024
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Sul territorio

«Ragazzi, vogliamo che diventiate
come don Bosco»

Lecco si è letteralmente “fermata” per rendere omaggio all’urna del Santo. Straordinaria accoglienza della popolazione, in fila nella Basilica di San Nicolò. Protagonisti naturalmente i giovanissimi

di Giovanni TAGLIAFERRI
Foto Giacomo Augugliaro – Pg Lecco

1 Febbraio 2014

C’è il bambino incuriosito, il giovane che frequenta l’oratorio, ma anche l’amico scettico che però non vuole perdere questo evento; c’è l’anziano devoto, l’adulto trafelato che arriva e si mette in fila, la mamma che accompagna i bimbi ancora nel passeggino; c’è l’ammalata che prega silenziosa, c’è la religiosa che mentre è in coda sgrana il suo rosario, c’è il sacerdote che accompagna i suoi ragazzi del catechismo e fa di tutto per avvicinarsi il più possibile all’urna, perché «i bimbi devono vedere bene e stare lì vicini». Straordinaria l’accoglienza che Lecco e il suo territorio hanno dato all’Urna di Don Bosco. Sin dalle 7 di mattina nella Basilica di San Nicolò si sono messe in fila centinaia di persone, alla fine se ne conteranno quasi diecimila in poche ore e chissà quante ne sarebbero ancora arrivate.

Nella primissima mattinata, prima di andare a scuola, hanno pregato 300 ragazzi delle medie e delle superiori, guidati da don Tommaso Nava, coadiutore della parrocchia di Valmadrera, e da don Filippo Dotti, responsabile della Pastorale giovanile del Decanato di Lecco. Poi, dalle 7.30, una processione interminabile, a tal punto che a un certo punto la folla è arrivata a occupare anche la scalinata della Basilica, creando non pochi problemi alla viabilità della zona. Fede, curiosità, devozione, impegno educativo, desiderio di pregare e di trarre forza da una delle figure esemplari più amate: davvero tantissimi e innumerevoli sono stati i motivi che hanno spinto migliaia di lecchesi a fermarsi a pregare davanti all’urna del Santo dei giovani, facendo vivere alla città una giornata che non si vedeva da anni per la sua intensità e la sua partecipazione. Tra i presenti, particolarmente numerosi anche i gruppi dell’Istituto Maria Ausiliatrice e del Collegio Volta, accompagnati da insegnanti, religiose e religiosi.

«Ragazzi, vi abbiamo messo qui davanti perché vogliamo che voi diventiate come don Bosco», ha detto don Filippo al termine della Messa. E proprio la Messa è stato il momento centrale, con una Basilica che non è riuscita a contenere la folla. «Davanti a questa urna ci è chiesto di compiere gesti veri di fedeltà e preghiera – ha sottolineato il Vicario episcopale della III Zona pastorale monsignor Maurizio Rolla, insieme al prevosto monsignor Franco Cecchin e a decine di sacerdoti -. Questo è lo stimolo a scoprire di che pasta è fatta la nostra fede. Aiutaci Signore a custodire il nostro cammino sulle Tue tracce, partendo dall’esempio di don Bosco che oggi abbiamo potuto incontrare».

Nelle prime panche c’erano anche le autorità della città, tra cui il sindaco di Lecco Virginio Brivio, che ha letto la seconda lettura. «È il segno della vicinanza dell’intera città in questo momento e dell’impegno educativo che coinvolge tutti», ha spiegato monsignor Rolla.

Quando, alle 11.30, è giunto il momento di salutare l’urna, la fila in Basilica era ancora interminabile. E lungo la navata le due ali di folla hanno reso ancora più caldo l’abbraccio dei lecchesi al Santo dei ragazzi le cui spoglie lasciavano la città. E, ancora una volta, sono stati i più piccoli a salutarlo con più affetto ed entusiasmo, con tamburi, applausi e canti. Sì, perché, per Don Bosco, i protagonisti dovevano essere sempre loro. E lo sono stati anche oggi a Lecco.