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7-10 gennaio

Preti, sapersi rimettere in gioco

A Seveso la “Quattro giorni nuovi incarichi” promossa dalla Formazione permanente del clero. Monsignor Luigi Stucchi anticipa i contenuti della riflessione, che partirà dalla Lettera pastorale «Il campo è il mondo». Iscrizioni entro il 30 dicembre

di Ylenia SPINELLI

11 Dicembre 2013
Monsignor Luigi Stucchi

Quattro giorni di confronto, preghiera e fraternità per accompagnare i presbiteri che nei mesi scorsi hanno ricevuto nuovi incarichi. L’appuntamento, promosso dalla Formazione permanente del clero, è in programma dal 7 al 10 gennaio presso il Centro Pastorale Ambrosiano di Seveso (occorre confermare la presenza telefonando al n. 0362.6471 entro martedì 30 dicembre). «Un’occasione importante per servire e diffondere il Vangelo nella complessità dei cambiamenti che accadono e per quelli che noi stessi dobbiamo realizzare – puntualizza monsignor Luigi Stucchi, vicario per la Formazione permanente -, rimettendoci in gioco come il Signore nella sua Chiesa ci propone».

Alla base di questa iniziativa c’è una volontà di condivisione…
Certamente. Ciascun presbitero deve sapere che non è lasciato solo nel cambiamento: dentro un tessuto di comunione, e guidati dal tema della Lettera pastorale «Il campo è il mondo», è importante ritrovarsi per condividere uno sguardo sul ministero che un nuovo incarico porta a sperimentare con responsabilità nuove.

Quali temi verranno affrontati nello specifico?
Abbiamo pensato a un percorso unitario e sequenziale che parte dalla domanda: «Come sta cambiando l’esercizio del mio ministero?». Cercheranno di rispondere, portando la loro esperienza personale, tre confratelli chiamati a guidare grosse Comunità pastorali: chi da più tempo, come don Flavio Riva e don Mauro Barlassina, chi più recentemente, come monsignor Ivano Valagussa. Dal racconto del vissuto si passerà a uno sguardo di fede, con una riflessione del vicario generale monsignor Mario Delpini. Poi ci si soffermerà sul dialogo tra presbiteri e laici e sulla formazione di laici capaci di essere protagonisti nella vita di una comunità. Infine si toccheranno temi quali la formazione, la missione, l’animazione, la gestione e l’amministrazione: una trama di adempimenti che ciascun presbitero deve sapere riordinare, dando priorità e operando scelte, cosa a volte faticosa. Inoltre, per una buona gestione della parrocchia, saranno utili gli incontri a cura dell’Ufficio per i Sacramenti, di quello amministrativo, dell’Avvocatura e della Cancelleria.

I sacerdoti fanno promessa di obbedienza. Ma qual è lo spirito giusto per rimettersi in gioco con un nuovo incarico?
Ritornando alla sorgente della propria disponibilità, che è un atto di comunione; ripensando alla promessa fatta davanti all’Arcivescovo, che ha una rilevanza ecclesiale fortissima e che si rinnova ogni anno nella Messa crismale.

Di contro, con quale spirito la comunità deve accettare il fatto che un sacerdote abbia assunto un nuovo incarico, magari in un’altra parrocchia?
Da vicario di Zona lo dicevo sempre durante le mie visite: il regalo più bello che vi fa un parroco è quello di essere disponibile ad andare. Ciò infatti riporta al principio cardine della vita cristiana, alla comunione vera, dove non si perde nulla di ciò che è stato donato.