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Arexpo

Oralimpics: «State in oratorio per servire e non fate dello sport un idolo»

Grande festa all’Open Air Theater del Parco Experience per la serata centrale di “Oralimpcs” con la presenza dell’Arcivescovo. Per i 3000 partecipanti, premiazioni, musica, spettacolo, ma anche riflessione e attenzione ai valori educativi

di Annamaria BRACCINI

30 Giugno 2018

È il modo migliore per concludere una giornata piena di sole e di luce (in tutti i sensi) che vede protagonisti assoluti i ragazzi, lo sport, l’oratorio. Quasi una rappresentazione sul campo – è proprio il caso di dirlo – della formula di una Comunità Educante vincente perché coerente nelle sue diverse componenti e credibile nell’offrire ai preadolescenti i valori che li faranno donne e uomini veri. Giovani, educatori, allenatori, genitori, volontari, sacerdoti, campioni famosi di ieri, di oggi e in erba, sono insieme, infatti, in quella sorta di villaggio olimpico ambrosiano che ospita la seconda, fortunatissima, edizione di “Oralimpics”, le Olimpiadi degli Oratori ambrosiani: Giochi che si svolgono presso l’ex sito espositivo di Expo (oggi sede di Mind), con il cardo e il decumano trasformati in piste di atletica e recinti per un totale 14 sport rappresentati in cui si cimentano i 3mila atleti dei 150 oratori che hanno aderito all’iniziativa, promossa dalla Fondazione degli Oratori Milanesi e dal CSI Milano.
Dopo un’intensa giornata che vede la presenza di nomi famosi (prende il via anche la Fondazione dedicata a Emiliano Mondonico) e la proposta di contenuti educativi, come la presentazione a “Cascina Triulza” del percorso “OraMiFormo” dedicato al tema del bullismo e cyber-bullismo, si giunge così alla serata all’Open Air Theater del Parco Experience, dove, davanti alla fiamma olimpica benedetta da papa Francesco e accesa in piazza Duomo alla presenza dell’Arcivescovo, entra, appunto, a monsignor Mario Delpini, accompagnato da don Stefano Guidi direttore della Fom e da Massimiliano Achini, presidente del CSI Milano.
È il cuore di una festa fatta di medaglie per i vincitori delle gare, spettacolo e animazione aperta a tutti. Mentre scende la sera e, poco lontano, si illumina dei suoi mille colori e giochi di luce, l’“Albero della Vita”, simbolo dell’Esposizione Universale 2015, si alternano le esibizioni atletiche, come quella delle 3 ragazze della Squadra regionale della Federazione italiana Karate, le premiazioni di coloro che hanno primeggiato negli sport individuali e la musica, con gli inevitabili accendini che formano un mare di fiammelle.
Il gruppo musicale del Sermig “Laboratorio del suono” invita tutti all’ “Arsenale della Pace” – l’ex caserma divenuta sede del Sermig stesso – e infiamma con il rock. Salgono sul grande palco i ragazzi di “Jupiter Be different” (differenti perché portatori, con orgoglio e un sorriso, di qualche disabilità), guidati dal regista Salvatore Regoli fondatore dell’Associazione che, oggi, fa parte della Fondazione “Exodus” di don Mazzi. Quando i 50 del Coro intonano canzoni famose di Marco Mengoni e di Fiorella Mannoia – “Ho imparato a sognare” è diventato l’inno di “Jupiter” – l’entusiasmo è incontenibile.
Ci si tiene per mano: anche l’Arcivescovo mette, con semplicità, il microfono nella tasca della giacca, per tenere entrambe le mani di altrettanti giovani di “Jupiter” mentre scorrono, sulle note di “Sound of Silence”, le parole di un Padre Nostro composto da loro e viene recitata la preghiera.
Ormai è buio, quando monsignor Delpini si rivolge ai ragazzi, dicendo: «Devo chiedervi delle cose importanti. Come sapete, io vado in giro e cerco gente. Vorrei sapere se tra voi, potrei trovare coloro che cerco. Se cerco gente che ama lo sport ma non ne fa un idolo; che lo pratica, ma non esclude quelli che non possono, posso contare su di voi? Se cerco gente che, quando si alza al mattino, fa il proposito di non lamentarsi mai di niente, posso contare su di voi? Se cerco gente che, quando è domenica, dice: “Io sono originale, perciò vado a Messa”, posso contare su di voi?»
«Se cerco gente che, quando viene l’estate, dice: “Non voglio andare all’oratorio per farmi servire, ma per servire”, conto su di voi? Se cerco gente che vuole servire non soltanto per qualche settimana, ma come fosse uno stile di vita fino a 99 anni, posso contare su di voi?».
Il coro dei “sì” arriva più in alto della musica amplificata e, allora, il vescovo Mario conclude: «Bene, credo di aver trovato la gente che cerco, perché questi ragazzi hanno giurato, hanno detto sì, ci stanno. Io conto su di voi”.
Ed “Oralimpics” si conclude, stamani, domenica 1 luglio, ancora con le premiazioni, cui seguirà la Celebrazione eucaristica di chiusura presieduta, sempre all’Open Air Theater, dal vicario generale, monsignor Franco Agnesi, in una delle sue primissime presenze pubbliche in questo ruolo.

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