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Riflessione

Nella Lettera ai Filippesi la testimonianza di una grazia

Il testo di Paolo che ispira la Proposta pastorale 2019-2020 al centro del sussidio formativo curato da monsignor Franco Cecchin per il cammino spirituale del Movimento Terza Età. Pubblichiamo la prefazione dell’Arcivescovo

8 Settembre 2019
Particolare dell'opera di Kandinsky utilizzata per la copertina del sussidio

Esce nei prossimi giorni il sussidio 2019-20 per i gruppi del Movimento Terza Età dal titolo «Siate sempre lieti nel Signore», curato dall’assistente spirituale monsignor Franco Cecchin con la collaborazione di Marisa Sfondrini. Si tratta di un testo formativo-spirituale per accompagnare il cammino di fede del Movimento, seguendo il tradizionale metodo della lectio divina. L’itinerario è costruito sulla Lettera ai Filippesi, testo biblico di riferimento della Proposta pastorale dell’Arcivescovo per il 2019-20. Per richiedere il sussidio si può scrivere a segrmovimento@mtemilano.it o telefonare allo 02.58391333.
Pubblichiamo la prefazione dell’Arcivescovo.


Contagiati da un ardore

La situazione potrebbe indurre l’Apostolo Paolo allo scoraggiamento e alla rassegnazione: la sua passione per il Vangelo l’ha reso un disturbo invece che una benedizione, antipatico invece che benvenuto. Tanto che è finito in carcere!
Invece arde in Paolo un ardore che trasforma la situazione in occasione per annunciare il Vangelo anche in carcere, diventa partecipazione ai sentimenti di Cristo, diventa messaggio di gioia per i suoi amici di Filippi.
La Lettera ai Filippesi non è stata scritta per dare notizie, per insegnare dottrine, per ricordare norme. È una lettera che vorrebbe contagiare i destinatari con l’ardore di cui vibra l’Apostolo.
Contagerà anche noi?

Attratti dall’incontro promesso

Paolo vive di una tensione verso l’incontro con Gesù. È trattenuto tra le mura di un carcere, ma la sua mente, il suo desiderio, la sua speranza mettono in lui una instancabile energia per correre verso la meta che sospira: la comunione intensa con Gesù che renda possibile al discepolo amare il Maestro così come da Lui è stato amato.
La testimonianza di Paolo incoraggia anche i lettori della Lettera ai Filippesi a guardare avanti non con l’angoscia di un futuro imprevedibile, ma con lo slancio di un amore che cerca il compimento.

Abitati dalla gioia

È possibile, anzi è dono ed esperienza, ospitare la gioia, persino nella tribolazione. La raccomandazione di Paolo a essere sempre lieti non è l’ingenuità di un sognatore, ma la testimonianza di una grazia. La gioia è possibile sempre! Non perché tutto vada bene, non perché la vita sia facile. La gioia ha origini più profonde e stabili delle circostanze favorevoli: il Signore è vicino. La fede, vissuta come relazione personale e desiderata con Gesù glorificato, consente di riconoscere la presenza che alimenta la gioia, sempre.

La fraternità affettuosa

La lettera di Paolo è espressione di un affetto che unisce i Filippesi all’Apostolo: ne deriva una consolazione, un desiderio di incontro, una prontezza nella solidarietà, un interessamento costante. Anche l’esperienza dolorosa, anche la fatica continua, anche la preoccupazione che impensierisce, tutto diventa più sopportabile quando si vive una amicizia sincera e si sperimentano rapporti di fraternità affidabili.
Mi rallegro della proposta del Cammino spirituale proposto da monsignor Franco Cecchin ai gruppi del Movimento Terza Età della Diocesi di Milano perché offre uno strumento suggestivo, incisivo, invitante per ricevere il messaggio di Paolo. Auguro buon cammino al Movimento ed esprimo l’auspicio che, condividendo i sentimenti dell’apostolo, possano irradiare la gioia, edificare rapporti di fraternità affettuosa e contagiare molti con il loro ardore.