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Seveso

«L’unità della vita del prete
è la coincidenza tra persona e missione»

Questo uno dei concetti emersi dall’incontro tra l’Arcivescovo e i sacerdoti della Zona V sui contenuti della Lettera pastorale, come rileva il vicario episcopale monsignor Patrizio Garascia

di Francesca LOZITO

29 Ottobre 2013

«Sono molto contento del mio clero». A una domanda rivolta da un sacerdote della zona pastorale V (Monza), durante l’incontro di questa mattina sulla Lettera pastorale Il campo è il mondo, l’Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, ha risposto così. Questa l’immagine più bella della mattinata, sottolineata dal vicario episcopale monsignor Patrizio Garascia, davvero soddisfatto per la giornata. Dalle sue parole trapela infatti l’entusiasmo di un confronto che è stato «l’espressione bella di un metodo assembleare in cui imparare gli uni dagli altri, nell’ascolto dello Spirito che parla attraverso di noi».

La Zona pastorale V comprende il territorio della provincia di Monza-Brianza e una parte del Canturino. È suddivisa in 8 Decanati, 153 parrocchie e 34 Comunità pastorali. I preti sono poco più di 300 e la popolazione è di circa 900 mila abitanti. Duecento i preti intervenuti questa mattina a Seveso, praticamente tutti, a esclusione di quel terzo di sacerdoti anziani impossibilitati a muoversi in maniera autonoma.

L’Arcivescovo ha richiamato ogni presbitero a «vivere il suo ministero crescendo come una persona, nella coincidenza tra persona e missione che è poi l’unità della vita del prete». «Dobbiamo vivere per il Signore – ha ancora esortato -. Il metodo della vita cristiana deve essere quello di costruire comunità che abbiano l’Eucaristia al centro, fatte di carità, di amore e che sappiano dare testimonianza di tutto questo». Un’unità tra i vari membri della comunità cristiana, ma anche «una unità profonda del sacerdote con il proprio io».