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IL DIARIO DI MARIO IL PELLEGRINO

L’impazienza dimenticata

È quella di diventare adulti, perché i giovani non sono fatti per restare giovani. E non è bene per la Chiesa e per la società che i giovani rimangano giovani

di monsignor Mario DELPINI Vicario generale

29 Luglio 2013

La Gmg di Rio 2013 si è conclusa con l’insistenza del Papa sul motto che l’ha intitolata e su una delle parole chiave del pontificato di Papa Francesco. “Andate e fate discepoli tutti i popoli!”.

Ho percepito l’imperativo che chiede ai giovani di essere discepoli missionari come una specie di denuncia dell’oblio dell’impazienza che dovrebbe inquietare la giovinezza.

L’impazienza dimenticata è quella di diventare adulti. I giovani non sono fatti per restare giovani. Non è bene per i giovani che la giovinezza di prolunghi senza scadenza. Non è bene per la Chiesa e per la società che i giovani rimangano giovani.

L’impazienza di diventare adulti significa il desiderio di assumere responsabilità, l’attesa di mettere a frutto i propri talenti, il sogno di essere quanto prima fecondi di nuova vita, la fierezza di mettere mano all’impresa di rinnovare il mondo portando il peso di ruoli impegnativi.

L’impazienza di diventare adulti è il frutto di una cultura della definitività: la consapevolezza che fin quando le esperienze si susseguono come un elenco di esperimenti circoscritti nel tempo, esonerati da responsabilità durature e da legami indissolubili ancora non si è combinato niente. La collezione di istantanee non può diventare una storia.

Discepoli missionari è la traduzione di quel passaggio dall’essere destinatari del Vangelo all’esserne testimoni.

Dopo la grande festa, la messa solenne sulla spiaggia di Capocabana, i giovani si sono attardati nei dintorni un po’ per riposare, un po’ per concedersi ancora qualche sapore di Brasile. Insomma, in queste ore che seguono l’evento memorabile non si respira ancora la grande impazienza di diventare adulti e di definire la propria vocazione nel farsi carico del Vangelo.

Non si percepisce ancora. Ma a settembre… 

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