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26 giugno

L’Arcivescovo in visita agli oratori estivi

Nel pomeriggio il cardinale Scola si recherà nelle realtà giovanili di Carnago e Cornaredo. Ecco come i ragazzi si stanno preparando a questo importante evento

di Cristina CONTI

23 Giugno 2013

Mercoledì 26 giugno il cardinale Angelo Scola farà visita all’oratorio di Carnago (Varese). Un incontro che avrà gli under 18 come protagonisti: una presenza che è molto forte e dinamica.

«Stiamo preparando i ragazzi a questo importante evento dicendo loro che il Cardinale vuole visitare il suo “gregge” più frizzante ed energico, i suoi giovani – spiega il vicario parrocchiale, don Angelo Valera -. Questo momento è al contempo una fortuna e una responsabilità, perché per diventare davvero Chiesa dobbiamo abbracciare ciò che l’Arcivescovo ci chiede».

Un incontro che capita in un periodo molto particolare per la comunità di Carnago. Nel territorio, infatti, sta per nascere un’unità pastorale: più parrocchie devono camminare insieme e la pastorale giovanile deve abituarsi a lavorare in rete. «Cercheremo di sfruttare l’appuntamento con il Cardinale per sensibilizzare i ragazzi su questo tema – commenta don Valera -. Oggi qui c’è ancora troppo campanilismo. Troppe persone pensano che non sia bello mettersi in rete, che sia meglio rimanere ciascuno per conto proprio, che qualcuno sia migliore di qualcun altro. Non si riesce ancora a capire, insomma, la straordinaria ricchezza di questa opportunità». E proprio per abbattere questi particolarismi si stanno impegnando i due sacerdoti che si occupano della pastorale giovanile: solo il confronto con realtà diverse, nel Decanato e nell’unità pastorale, può aiutare a valorizzare le singole comunità e ad ampliare i loro confini.

Scuola, oratorio, amici, sport, lingue straniere, musica, catechismo, ma anche internet e televisione. Sono tanti gli stimoli che hanno i ragazzi nella società contemporanea. «Oggi c’è una pluralità di riferimenti, per lo più giusti e sani: una risorsa eccezionale per chi deve educare – conclude don Angelo -. Quello che manca però è la priorità educativa. È importante dare un ordine. I luoghi essenziali di educazione alla fede non possono essere messi sullo stesso piano o in contrasto con altre attività. È questa la sfida che tutti, sacerdoti, genitori ed educatori, dobbiamo cogliere».

Prima della visita dell’Arcivescovo ci sarà un momento dedicato a tutti gli animatori (“Decagiò”).

Cornaredo: «Si impara a stare insieme»

Mercoledì 26 giugno il cardinale Scola si recherà anche a Cornaredo (Mi). Qui i ragazzi lo incontreranno dopo l’appuntamento in piscina, insieme agli amici di San Pietro all’Olmo. Queste due realtà sono da poco una Comunità pastorale. Oltre alle attività dell’oratorio la collaborazione si estende anche a un progetto sulle scuole medie e all’organizzazione di un torneo, un modo per offrire una proposta ampia e una formazione completa.

«Per prepararci alla visita dell’Arcivescovo stiamo cercando di far capire ai ragazzi il valore e il dono di questo momento – spiega don Davide Pepe, responsabile a Cornaredo -. Sicuramente sarà un’occasione per comprendere come l’oratorio sia una parte della Chiesa. La preghiera insieme, lo stile di vita evangelico e il momento del divertimento e del gioco insieme non sono due cose diverse, ma due esperienze complementari».

Un’occasione per riscoprire l’oratorio come luogo in cui la Chiesa si prende cura dei più piccoli, dove si impara a stare insieme come ha insegnato Gesù. Un compito davvero importante in una società in cui a dominare è troppo spesso l’individualismo. «Oggi ognuno vede Dio a suo modo – aggiunge Don Pepe -. A prevalere nelle azioni di ogni giorno è per lo più la propria intenzione. Si viene in oratorio per divertirsi, per incontrare i propri amici dimenticandosi che è la comunità di chi crede in Cristo», Bambini abituati a giocare al computer o ai videogiochi tra le mura domestiche. Adolescenti molto generosi e disponibili, ma anche, come accade sempre a questa età, discontinui nell’impegno e poco disposti al sacrificio. «L’oratorio feriale è un’occasione giocare all’aperto e relazionarsi con i propri coetanei. Ma è anche un’opportunità per accompagnare i ragazzi nell’esperienza del servizio, della generosità, del mettersi in secondo piano per far posto all’altro. Per questo è importante prestare loro ascolto, aiutarli a sperimentare la bellezza dell’apertura all’altro, in un’epoca in cui lo stile di vita proposto da Gesù non è più condiviso», conclude.

Le attività dell’oratorio estivo, si concluderanno il 12 luglio. Successivamente sono programmati un’esperienza in montagna per i pre-adolescenti, al mare per gli adolescenti e un campo di formazione-lavoro in Calabria con i giovani fino all’11 agosto.

Iscritti, +20% negli ultimi cinque anni

L’oratorio estivo è il momento formativo più intenso dell’ordinaria attività che accompagna i ragazzi nel corso di tutto l’anno. Negli oltre mille oratori ambrosiani le attività proseguiranno fino a oltre la metà di luglio. Protagonisti in questa esperienza circa 300 mila ragazzi e bambini, accompagnati da 50 mila animatori e educatori, circa mille religiosi tra sacerdoti, suore e parroci: sono coinvolti 50.000 ragazzi e bambini in Zona I (Milano), 40.000 in zona II (Varese), 25.000 in Zona III (Lecco), 60.000 in Zona IV (Rho), 55.000 in Zona V (Monza), 40.000 in Zona VI (Melegnano), 30.000 in Zona VII (Sesto San Giovanni). Gli iscritti sono aumentati del 20% in 5 anni, passando da 250 mila nel 2008 a 300 mila nel 2013. Segno del crescente gradimento delle famiglie per una proposta educativa di qualità e a costi popolari.

In linea col tema proposto quest’anno dalla Fom - “Every body- un corpo mi hai preparato” - i ragazzi partecipano a giochi, laboratori e animazioni che mettono al centro della riflessione la relazione con il proprio corpo. «Oggi il corpo è esaltato, esibito e talvolta idolatrato, ma anche purtroppo banalizzato, disprezzato e perfino violato - si legge nel sussidio dell’oratorio estivo -. Educare i ragazzi alla corporeità significa allora anzitutto riprenderci il corpo che Dio ci ha preparato. I ragazzi si accorgeranno che corpo e spirito non si trovano su due pianeti diversi, anzi formano una cosa sola che è la persona. Grazie a quello che siamo interamente, possiamo scoprire la nostra unicità, quella che ci fa entrare in relazione con gli altri per quello che siamo, senza vergogna ma con piena disponibilità e apertura” (info: www.oratorioestivo.it)