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Riflessione

L’Ac cerca strade nuove per incrociare la vita delle persone

Chiara Grossi, vicepresidente degli Adulti: «L’Assemblea è occasione di partecipazione e dibattito, per riaffermare i principi fondativi, rinnovare i motivi dell’adesione, rafforzare i legami tra le generazioni e aprirsi alle altre realtà ecclesiali e civili»

di Chiara GROSSI Vicepresidente Adulti Ac ambrosiana

23 Febbraio 2020
Chiara Grossi

Ogni tre anni l’Azione Cattolica, attraverso la forma dell’assemblea elettiva, conferma o rinnova i propri responsabili nei diversi livelli territoriali, invitando a passare il testimone dopo anni di impegno, nel clima di una sana alternanza e di una proficua continuità dell’associazione.

Gli effetti collaterali del rinnovo sono in parte faticosi, come si può immaginare, se si pensa che dalla singola parrocchia fino al livello nazionale si mobilita una macchina organizzativa per definire strumenti, ingaggiare persone, costruire eventi. Fatiche ancora maggiori sono vissute laddove l’associazione si sente scoraggiata e non trova energie per un ricambio. In parte sono invece effetti collaterali buoni, perché provocano una scossa che induce tutta l’organizzazione a rivedere motivazioni e metodo del proprio operare.  

I Consigli formati dai responsabili delle quasi duecento realtà territoriali hanno iniziato il cammino a settembre, confrontandosi con la pagina biblica dell’Apocalisse che descrive le sette chiese alle quali lo Spirito parla: ogni realtà ha provato a identificarsi in particolare con una chiesa, indicando luci e ombre del proprio contesto. Quindi si è stati stimolati a generare eventi, organizzati “in grande” o suscitati a piccoli gruppi, che rappresentassero una “immersione nella vita”, ovvero un confronto ravvicinato con luoghi dello studio, del lavoro, dell’accoglienza, della cultura, dell’economia o della politica, per interrogarsi a fondo su quanto la laicità cristiana si esprima in tutti i contesti umani.

Le associazioni (in parrocchia o comunità pastorale e in decanato) hanno celebrato la loro assemblea elettiva nel segno del confronto e della fraternità, suggerendo a ogni socio di chiedersi come l’Ac gli avesse cambiato la vita. Un tempo, quello delle assemblee, vissuto non solo in funzione del rinnovo delle responsabilità, ma come occasione di partecipazione, dibattito e democrazia, tempo in cui “dire l’Ac” e i principi su cui si fonda, rinnovare i motivi dell’adesione, tempo per rafforzare i legami intergenerazionali e aprirsi alle altre realtà ecclesiali e civili. Un tempo in cui recuperare il valore delle prassi democratiche che restituiscono il senso della partecipazione e dei “luoghi associativi” come patrimonio di tutti e non solo dei responsabili, luoghi in cui si maturano le decisioni e si fa concreto esercizio di laicità.

Un gruppo di lavoro diocesano ha raccolto e organizzato le sintesi prodotte da ogni assemblea, nelle quali si sono indicati punti critici e punti progettuali. Ne è derivata una bozza di documento finale che sarà discussa e approvata da quasi 700 delegati nel corso della XVII Assemblea diocesana elettiva presso l’Università Cattolica, alla presenza dell’Arcivescovo. La presidente diocesana uscente, Silvia Landra, porterà in assemblea contenuti e scelte espressi nell’ultimo triennio.

Su cosa si sta interrogando questa Ac, ormai decisamente determinata a cambiare pelle e a rispondere ai richiami del suo tempo? Sull’orizzonte missionario di Evangelii Gaudium che ci spinge avanti, sul desiderio di pensiero, di futuro e di Chiesa multiculturale, intensamente richiamata dall’Arcivescovo, sulla libertà creativa di cristiani laici che vivono da appassionati la comunità cristiana, impregnando di Vangelo ogni luogo della quotidianità. Quella che l’Ac sta affrontando è una riflessione per essere un’associazione che si lasci sempre più definire dal primato della missionarietà, della prossimità, della fraternità. Un’Ac che cerca strade nuove per incrociare la vita delle persone, capace di accogliere e accompagnare, di prendersi cura di ogni esistenza, di ogni età della vita. Un’Ac ferma nel ribadire l’importanza di laici con un profilo spirituale solido, dedicati a favorire dialogo, connessioni tra soggetti diversi, comunione dentro la comunità cristiana. Un’Ac di laici che affrontano la sfida del cambiamento d’epoca senza il timore del confronto, attraverso una formazione continua, con audacia e creatività e con uno sguardo di fiducia, obbedienti al soffio dello Spirito.