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La parola dell’Arcivescovo FORMARE LE COPPIE AL MATRIMONIO

18 Febbraio 2008

Secondo il cardinale Tettamanzi, deve essere prioritario l’impegno politico per superare gli ostacoli che non consentono a molti giovani di arrivare con determinazione alla scelta di sposarsi.

di Dionigi card. Tettamanzi

Ancora oggi – anzi oggi più di ieri – sono del tutto necessari e urgenti segni puntuali e concreti di vera attenzione e di effettivo sostegno al formarsi di nuove famiglie fondate sul matrimonio. I problemi della casa e delle esigenze abitative, del lavoro e della necessaria stabilità, dei servizi sociali e di un doveroso sviluppo di politiche familiari organiche e moderne, sono istanze fondamentali che non possono essere disattese da quanti hanno la responsabilità istituzionale di guidare la società guardando al futuro del nostro Paese.

Prioritario comunque deve essere l’impegno sociale e politico di assicurare il superamento degli ostacoli che non consentono ai giovani di arrivare con la dovuta determinazione al matrimonio. Il desiderio di una famiglia fondata sul matrimonio, che è presente nel cuore dei giovani, non è un affare privato che può essere lasciato al rischio e all’esito delle storie personali. È un bene assai prezioso, che ritorna a vantaggio dei singoli e dell’intera società e che domanda a tutti – credenti, uomini e donne di buona volontà – di essere stimato, sostenuto, rafforzato e portato a compimento, attribuendo ad esso una posizione di favore (favor familiae) – “favore” che obiettivamente si qualifica come esigenza di vera e propria “giustizia” -, e non invece di discriminazione rispetto ad altri tipi di unione.

Il dibattito attuale circa le ipotesi e le proposte di riconoscimento giuridico pubblico delle unioni di fatto, oltre il fatto sostanziale di un’inaccettabile equiparazione o assimilazione al matrimonio, si presenta assai pericoloso anche per il fatto di spostare – con il rischio di diminuire se non di esaurire – l’attenzione e l’intervento politico-istituzionale a casi marginali (per la cui protezione giuridica «esiste anzitutto la strada del diritto comune, assai ampia e adattabile alle diverse situazioni», come si è espresso il Cardinale Ruini nella prolusione al Consiglio Permanente della Cei dello scorso settembre).

(dal Messaggio al Convegno regionale “Accompagnare l’amore dei fidanzati nella comunità cristiana”, Università cattolica di Milano, 24 settembre 2005)