Sirio 26-29 marzo 2024
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Riflessione

La famiglia, il lavoro, la città

In preghiera col Salmo 128(127)

di don Giovanni GIAVINI

25 Maggio 2020

Dio soltanto o anche altro?

Nella storia umana, anche in una pandemia, c’entra Dio o ci sono solo cause naturali e umane? La risposta sembra ovvia e facile e diffusa: l’Uno e le altre, benché difficili da comporre, e la prima è anche difficile da credere. Quante volte sospiro l’invocazione evangelica: “credo o Signore, ma aumenta la mia (poca) fede”. Mi rimetto in ascolto della Parola, del Salmo 128, che leggiamo subito nella versione della Cei: 

1bBeato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie. 

2 Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene

 3 La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa. 

4 Ecco com’è benedetto
l’uomo che teme il Signore

5 Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita

 6 Possa tu vedere i figli dei tuoi figli!
Pace su Israele!

Dio, ognuno e altro ancora

Poetico e invidiabile il quadretto supposto in questo Salmo, apparentemente lontano anni di luce dal nostro mondo. Il suo messaggio è chiaro: la felicità di un uomo dipende prima di tutto dal suo timor di Dio e dal suo cammino dietro a Lui.   A questo punto tanti altri Salmi svilupperebbero  la tesi di Dio causa prima della salvezza, della ricchezza, della pace di un uomo, di un credente, fino a lasciare spesso l’impressione che tutto dipenda solo o quasi da Dio. Ma già il richiamo diffusissimo alla risposta personale da dare a Dio  la frenerebbe: c’entro dunque anch’io con il mio santo timor di Dio.

Ma non c’entra solo questo: per il mio bene servono anche ricchezze, abbondanza di buoi e capre, vittoria sui nemici o alleanze con loro, che la città abbia solide mura e porta ben custodite, re giusti e generosi, cittadini leali…e spada a due tagli, ossia anche armi. Qualche esempio: Giosuè, per la sua impresa di guidare Israele nella terra promessa, dovrà innanzitutto vivere secondo le Parole di Dio e di Mosè, ma anche farsi coraggio e saper combattere (Gs 1,1-14; anche per la “conquista”  di Gerico ci vorranno processioni religiose ma anche forti guerrieri e urla di guerra: Gs 6, 1-16; così avvenne anche in altri momenti dell’antico Israele,  in particolare con Saul e Davide); già lo era stato con Mosè (Es 13,8; 17,8-13: con Amalek ci volle preghiera e lotta armata). Un accenno solo alle guerre dei fratelli Maccabei contro la dittatura greca (sec. II a.C.).

Dunque: aiutati che il ciel ti aiuta. Il Salmo 128 lo ripete, ma con grosse novità almeno per quella gente: Dio ti vuol dare benessere e pace anche e più che con le  solite ricchezze,  mediante una felice vita di famiglia: una sposa e dei figli che allietano l’intimità della tua casa e la tua mensa (cfr la stupenda lode di una donna saggia e di figli simili in Prov 31 e Sir 25-26).  e con la fatica delle tue mani! Delle tue mani: non tanto con quelle degli schiavi! Anche per questo tra gli Ebrei non esistette una vera schiavitù?  A differenza con il mondo pagano e con le stesse chiese antiche (pur con mirabili novità anche qui: cfr la lettera a Filemone).

La famiglia frutto culturale?

Nessuna concezione quindi di tipo materialistico o miracolistico. Al più si può rimproverare anche a quel Salmo una visione di tipo ancora maschilistico, ovvia in quella cultura, ma già notevolmente… aggiornata. Interessante anche il ripetuto invito a interessarsi di Sion, Gerusalemme, Israele. Una famiglia non vive né può vivere isolata dal contesto religioso e civile che la circonda e la aiuta a crescere.

Una riflessione proprio sul contesto dell’Israele antico. Gli Ebrei conobbero diversi regimi socio-politici: nomadismo, dipendenza da vari imperi del loro mondo, unione di tribù autonome, regno unito e poi smembrato, nazione senza regno o con regno ma dentro il contesto di imperi stranieri, popolo guidato da profeti della Parola o da pontefici e sacerdoti del culto, annullamento quasi totale e dispersione per secoli e secoli: invece, a quanto pare,  gli stessi Ebrei  – sotto ispirazione divina? –  tennero ferma la realtà e l’importanza della persona e della famiglia: una famiglia legata a un uomo e a una o più donne (poligamia), sostanzialmente stabile e determinante per tanti aspetti della vita religiosa e civile. Non fa riflettere questo fatto? Se non altro di fronte alla tesi evoluzionistico-marxista che riteneva la famiglia come semplice prodotto di un regime socio-politico-culturale.

Gesù, pur proclamando come valore supremo il regno di Dio e pur testimoniando un vangelo nuovo, non solo non annulla matrimonio e famiglia (cfr qualche suo detto) ma ci vive dentro, vi ci cresce almeno per un po’ di anni; non in un contesto di tempio o di sacerdozio ma in quello di una casa inserisce anche la mensa eucaristica; così si continuò anche nelle chiese antiche e l’interesse per la famiglia dura tuttora pur con mutamenti culturali e rituali.

Noi e il Covid

Anche l’attuale pandemia ha contribuito alla riscoperta della vita di famiglia, compresa la preghiera in casa quasi una liturgia casalinga? Speriamolo. In casa, magari al posto del solito Rosario, si potrebbe rileggere insieme il Salmo 128 (come altri Salmi) e pregarci sopra… gustando anche la sua arte. (Ben 5 Salmi commentati si possono trovare nel sito  “Chiesa di Milano, alla rubrica Pensare al tempo del Coronavirus”).

Dopo la fine della pandemia, speriamo presto, potremmo chiederci: quali ne furono le cause? Solo naturali e umane? O in qualche misura anche Dio e qualche suo misterioso disegno? Accusare solo l’uomo potrebbe esporci alle critiche di Giobbe – e del suo Dio – contro gli avvocati di Dio e critici di Giobbe! La ricerca quindi delle cause rimanga aperta anche a qualche mistero.

E dopo la fine del malanno ci potremo domandare chi o che cosa ne favorirono l’esaurimento. Qualcuno opterà per qualche miracolo?…Difficile vederlo. Anche qui converrà restare aperti a varie risposte: W Dio e qualche Madonna o Santo, ma anche W la scienza, la politica, la solidarietà internazionale, la dedizione meravigliosa di medici e volontari,  la pazienza di tante persone e famiglie…tutti segni di un vero progresso e di una divina provvidenza. Causa prima dunque e cause seconde sempre in cammino verso le sorprese del futuro.