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8 aprile

«La cena del Signore» per i Ministri straordinari di Milano

Appuntamento alle 10 nella Basilica dei Santi Apostoli e Nazaro maggiore, dove monsignor Faccendini terrà una riflessione e presiederà la liturgia. Un’occasione di ringraziamento, formazione e rimotivazione

di Luisa BOVE

30 Marzo 2017

Giunta alla terza edizione, «La cena del Signore» riservata ai ministri straordinari dell’Eucaristia di Milano, è un appuntamento caro alla Diocesi ambrosiana. Quest’anno si terrà sabato 8 aprile, dalle 10 alle 11.30, nella basilica dei Santi Apostoli e Nazaro maggiore (piazza San Nazaro 5, Milano).

Il titolo, «La cena del Signore», con riferimento alla prima lettera ai Corinzi (1 Cor 11,20-29.33-34), è stato scelto da monsignor Carlo Faccendini, Vicario episcopale di Milano, che ne farà oggetto di riflessione: «È una celebrazione per ringraziare e rimotivare i ministri straordinari della Comunione eucaristica per il prezioso servizio che svolgono», spiega. Sarà anche un’occasione di formazione, continua Faccendini, «sulla Cena del Signore, quindi sulle condizioni per esserne degni».

Un incontro in vista della Pasqua ormai prossima: «In occasione della Traditio Symboli è ormai tradizione avere questo momento per dire grazie e per rilanciare questo ministero, che diventa sempre più prezioso, perché non coinvolge solo chi distribuisce la Comunione in chiesa, ma anche coloro che aiutano i preti e vanno dagli ammalati nelle case». Un servizio quindi importante e sempre più «qualificato».

Alle 10.30 è prevista una liturgia presieduta da monsignor Faccendini, che diventa anche momento di formazione per tutti. Due anni fa il Vicario aveva parlato di cosa significa portare l’Eucaristia nelle case, di come presentarsi alle persone, di come si incontra un ammalato: «Eravamo partiti con una settantina di persone, l’anno scorso erano un centinaio. Spero che quest’anno ne arrivino anche di più». Saranno gli stessi parroci a sollecitare i loro ministri dell’Eucaristia perché partecipino all’incontro capace di «scaldare il cuore» per «un servizio autenticamente missionario. I ministri concorrono a tenere un legame con la comunità e quando compiono il gesto di entrare in una casa in nome del Vangelo sono già annunciatori».