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25 ottobre

Insegnare la lingua,
educare al bene comune

Presso la Caritas Ambrosiana seminario di apertura delle scuole parrocchiali di italiano per stranieri, promosse dalla Pastorale dei Migranti. Don Vitali: «Una ricchezza della e per la Chiesa di Milano»

di Veronica TODARO

16 Ottobre 2014
Don Alberto Vitali

«Il valore è quello di offrire uno strumento che non sia solo strettamente linguistico o grammaticale, ma è quello per cui attraverso lo studio della lingua italiana i migranti inizino a conoscerne la cultura e il contesto. Un’occasione per mettere loro in contatto con le parrocchie, un modo per sviluppare un servizio culturale a doppio senso: mentre loro imparano, le parrocchie hanno l’opportunità di aprire una finestra su altre culture, allargando i propri orizzonti». È questo il pensiero di don Alberto Vitali, responsabile dell’Ufficio per la Pastorale dei Migranti, a proposito delle scuole di italiano per stranieri in parrocchia, una realtà che sta prendendo sempre più piede nella Diocesi di Milano, con 39 scuole nella Zona pastorale I (Milano) e altrettante nelle altre Zone. «Le scuole di italiano per stranieri delle parrocchie di Milano sono una ricchezza per la Chiesa di Milano e della Chiesa di Milano, riconosciuta e condivisa dalla comunità cristiana e civile, di cui tutti, italiani e stranieri facciamo parte, e che traduce, nei caratteri e nella qualità della società contemporanea, il profondo significato dell’essere tutti figli e fratelli».

A proposito delle scuole e della loro riapertura, sabato 25 ottobre si terrà un seminario dal titolo «Insegnare la lingua… educare/si al bene comune». Dalle 14.30 alle 18.30, a Milano presso la Caritas Ambrosiana (Salone Bicchierai), in via S. Bernardino 4, si parlerà proprio dell’importanza di questo servizio che, come sottolinea don Vitali, va a doppio senso. Il servizio di insegnamento dell’italiano agli stranieri è cambiato nel corso degli anni, evolvendosi. Sì, perché come cambiano, evolvono, gli uomini e con essi i fenomeni di cui sono protagonisti (la migrazione) e i codici di comunicazione che utilizzano (le lingue), così cambia o dovrebbe cambiare, in senso evolutivo, il modo di porsi al servizio delle persone e dei loro bisogni. Il seminario partirà proprio da questi due punti chiave: molto diverse sono le persone che negli ultimi anni richiedono il servizio, per numero, per età, per competenze, per necessità; molto duttile dovrebbe essere il “servizio educativo” che viene offerto perché, come qualunque forma di educazione, implica una interazione tra soggetti diversi, che mettono in comune qualcosa (una lingua, ma anche valori, saperi, stili, concezioni del mondo), che negoziano e anche costruiscono una cultura nuova. E come ogni interazione, comporta una fatica, che può trovare compensazione in una motivazione forte, come quella di educare/si al bene comune.

Le scuole di italiano per stranieri rappresentano un diffuso e coinvolgente servizio di volontariato promosso dalle parrocchie ambrosiane, che si traduce anche in attività e servizi rivolti agli stranieri presenti presso le comunità. Alcune scuole parrocchiali “pioniere” hanno cominciato il loro servizio già all’inizio degli anni Ottanta, quando ancora era difficile intravedere la continuità e il carattere strutturale dell’immigrazione straniera in Italia; altre sono state costituite in tempi recenti, in relazione all’evolvere del fenomeno. Altre parrocchie muovono ora i primi passi e percorsi di riflessione, finalizzati alla realizzazione di un servizio rivolto agli stranieri funzionale ed efficace.