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Documento

«“Il laboratorio dei talenti”,
la Cei scommette sull’oratorio»

Don Samuele Marelli, direttore della Fom, sottolinea l'importanza della Nota presentata a Roma, la prima che la Chiesa italiana dedica interamente all'oratorio: «La sfida? Ripensare la promozione umana e l'annuncio del Vangelo a partire dai nuovi contesti di vita»

di Stefania CECCHETTI

5 Aprile 2013

Il laboratorio dei talenti è un testo molto importante perché è «il primo documento della Chiesa italiana interamente dedicato all’oratorio». Così don Samuele Marelli, direttore della Fom, commenta la Nota pastorale sul valore degli oratori, frutto del lavoro congiunto di due Commissioni episcopali della Cei, quella per la Cultura e le comunicazioni sociali e quella per la Famiglia e la vita.

Il documento, edito da Elledici (2 euro), è stato presentato oggi a Roma da monsignor Claudio Giuliodori (presidente della Commissione episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali) e da monsignor Enrico Solmi (presidente della Commissione episcopale per la famiglia e la vita). Propone alle comunità parrocchiali alcuni orientamenti pastorali sulla natura, le finalità e lo stile educativo dell’oratorio nell’attuale contesto ecclesiale e socioculturale.

Secondo don Marelli, «il testo offrirà molti spunti per incoraggiare l’esperienza degli oratori in quelle diocesi nelle quali essi non sono ancora radicati, soprattutto nel Centro e nel Sud Italia. Per i contesti come quello ambrosiano, invece, il documento rappresenta un impegno ad accogliere la tradizione, che ci consegna lo strumento dell’oratorio, e a riaggiornarla nell’ottica dei nuovi bisogni della società».

Una società che cambia rapidamente e che lancia continue sfide. La più grande? «Ripensare la promozione umana e l’annuncio del Vangelo a partire dai nuovi contesti di vita, segnati dai temi della mobilità, dell’incertezza, della debolezza delle relazioni. E soprattutto trasformati dai nuovi mezzi di comunicazione», puntualizza don Marelli.

Secondo il direttore della Fom, inoltre, è significativo che Il laboratorio dei talenti giunga «nel decennio che la Chiesa italiana ha dedicato all’educazione. Segno che si desidera scommettere su questo strumento educativo così originale». In particolare, il documento evidenzia il profilo identitario della presenza degli oratori sul territorio, il loro legame inscindibile con la missione educativa della Chiesa, la necessità della formazione degli animatori e di una rinnovata collaborazione con la famiglia.

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