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Anniversario

Il cardinale Scola a Teramo:
«Questo luogo conserva la radice
del mio sacerdozio»

La messa in cattedrale a cento anni dalla nascita di monsignor Conigli che lo ordinò sacerdote nel 1970. «Attuò profeticamente il Concilio Vaticano II»

18 Gennaio 2013

«Ci sono persone nella nostra biografia che ci segnano in modo forte, che rappresentano per noi delle colonne a cui possiamo poggiare l’incertezza della nostra umanità limitata e fragile. Vogliamo fare memoria di una figura che ha rappresentato per molti un punto di riferimento: Padre Abele».
É questo il primo ricordo di monsignor Abele Conigli che l’Arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, ha voluto condividere venerdì 18 gennaio con i moltissimi fedeli e sacerdoti presenti alla Celebrazione eucaristica nella basilica cattedrale di Teramo.
Già vescovo di Teramo-Atri dal 1967 al 1988, "padre Abele" come si faceva chiamare dalla sua gente, ordino’ sacerdote Angelo Scola il 18 luglio 1970 nella chiesa del Carmine della città aprutina. 
Proprio da questa chiesa, prima di recarsi in Cattedrale l’Arcivescovo di Milano ha voluto iniziare con un momento di preghiera personale la sua visita nella città abruzzese, luogo «che conserva la radice del mio sacerdozio» ha confidato Scola nell’omelia «e vi assicuro che questa venuta in mezzo a voi mi é di grande compagnia nel ministero che ora svolgo».
Il vescovo di Teramo, monsignor Michele Seccia, dopo aver portato il saluto di Papa Benedetto XVI, ha ricordato come l’episcopato di Conigli sia stato il più lungo del secolo scorso nella diocesi aprutina. Il vescovo ha sottolineato il significato di quel "padre Abele" così confidenziale. «Padre», ha evidenziato Seccia, «perché ha inteso la chiesa locale come una famiglia». Il ruolo di Conigli come innovatore è stato sottolineato anche da Scola. «Attuò profeticamente il Concilio Vaticano II valorizzando le forme originarie di aggregazione laicale come le Acli e l’Azione Cattolica, ma dando spazio a forme carismatiche nuove come Comunione e Liberazione, i focolarini e il cammino neocatecumenale». 
Il cardinale Scola per ricordare monsignor Conigli e per far conoscere a fondo il suo animo ha voluto leggere alcuni significativi brani delle lettere che gli invió negli anni, segno di una lunga amicizia. «Padre Abele ravvivava con la sua paternità l’energia per seguire Gesù come grande occasione di pienezza».
E per il cardinale Scola é particolarmente significativo «che per ricordarlo compiamo questo gesto eucaristico, il gesto della memoria per eccellenza. Abbiamo lasciato le nostre case per compiere il gesto di gran lunga più importante per l’uomo». Abele Conigli divenne vescovo di Teramo Atri nel 1967 e prima fu padre conciliare «inviato a Teramo per avviare l’aggiornamento secondo lo spirito» come ha detto monsignor Seccia all’inizio della celebrazione.
Il ruolo di Conigli come innovatore è stato sottolineato anche da Scola. «Padre Abele é stato uno degli interpreti più significativi del concilio nella chiesa italiana. Seppe continuare a valorizzare le forme originarie e più classiche delle associazioni laicali come le Acli e l’Azione Cattolica, dando spazio anche a forme carismatiche nuove come Comunione e Liberazione, i focolarini e il cammino neocatecumenale». 
Terminata la celebrazione il cardinale Scola ha sostato in preghiera davanti alla sepoltura di monsignor Conigli, nella cripta ricavata sotto la Cattedrale. 
Il giorno successivo, in mattinata, nel grande e moderno Auditorium ospitato nel Parco della Scienza, il cardinale ha tenuto una Lectio magistralis sul tema: “Natura e scopi della libertà religiosa nel mondo contemporaneo”.