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Caravaggio

I Vescovi lombardi: tradurre
in scelte pastorali il magistero del Papa

Presso il Centro di Spiritualità del Santuario si è tenuta la riunione della Cel presieduta dall’Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola. Durante i lavori anche un confronto sulla prossima Assemblea generale straordinaria della Cei

17 Settembre 2014

Martedì 16 settembre, presso il Centro di Spiritualità del Santuario di Caravaggio, si è svolta la riunione della Conferenza Episcopale Lombarda (Cel) composta dai vescovi delle 10 diocesi di Lombardia, presieduta dall’Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola. Di seguito il comunicato conclusivo dei lavori.

1. I vescovi lombardi hanno avviato un confronto per interrogarsi sulla recezione del magistero e dello stile di Papa Francesco. Nel confronto è stata unanime la constatazione della simpatia popolare che Papa Francesco ha suscitato fin dall’inizio, creando un clima favorevole presso molti ad ascoltare la sua parola, a lasciarsi provocare dalla sua insistenza per una «Chiesa in uscita» che cerca l’incontro con le persone, che si dispone a farsi compagna di viaggio in un cammino di popolo, entro il quale esercita il ministero della profezia e della diaconia. La formazione e l’esperienza pastorale consentono a Papa Francesco di offrire un linguaggio nuovo, giovane e incisivo anche per le Chiese d’Italia e d’Europa. I vescovi sono consapevoli che molti aspetti del magistero papale devono ancora essere compresi da loro e tradotti in scelte pastorali incisive e praticabili nel contesto delle nostre comunità, con la freschezza di uno sguardo nuovo che sa riconoscere in quante forme e con quanta generosità le nostre comunità sono chiesa di popolo, ospedale da campo, pratica di povertà evangelica.

2. I Vescovi Lombardi si sono confrontati in vista della preparazione dell’Assemblea generale straordinaria della Cei di novembre 2014, che avrà come tema dominante la formazione permanente del clero. È stata concordemente rilevata una attesa da parte del clero per indicazioni e proposte che aiutino i preti a vivere questo momento storico custodendo la fede, l’unità interiore, una azione pastorale condivisa e caratterizzata dalla carità pastorale. Risulta acquisita una idea di formazione permanente che impegni ciascuno a mettersi in gioco personalmente per vivere l’appartenenza al presbiterio come elemento determinante della pratica pastorale ed elemento qualificante della unificazione personale. Si riconosce nei vescovi diocesani una particolare responsabilità di indicazioni e accompagnamento del presbiterio per una pratica di comunione che sia edificante