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Giuseppe Lazzati UN INTELLETTUALE AL SERVIZIO DELLA CHIESA AMBROSIANA

31 Agosto 2006

Giuseppe Lazzati nacque a Milano il 22 giugno 1909. Nel 1915 inizia le scuole elementari. Nel 1918 si trasferisce ad Alassio con la famiglia. Nel 1920 torna a Milano. In quell’anno Lazzati è undicenne, e la madre lo iscrive, come i fratelli, all’associazione studentesca “San Stanislao”, perché possa completare la propria formazione spirituale.

L’esperienza associativa avrebbe lasciato in Lazzati un segno profondo e permanente sul piano della formazione spirituale, grazie anche all’incontro con un sacerdote che possedeva uno straordinario carisma e una grande capacità educativa: don Ettore Pozzoni, che Lazzati ha avuto come catechista al suo ingresso nell’associazione.

Nel marzo 1928, agli Esercizi spirituali della “San Stanislao” aveva avuto un incontro che lo aveva colpito profondamente: quello con Pier Giorgio Frassati, deceduto tre anni prima. L’esempio di Frassati fece capire a Lazzati di essere chiamato, al pari di sacerdoti, religiosi e di altri laici, alla santità.

Importante fu anche l’incontro con l’allora neo cardinale di Milano, il beato Alfredo Ildefonso Schuster. Come pure una svolta per la vita di Lazzati fu la chiamata di don Pozzoni ad occuparsi del mondo studentesco su base diocesana.

Dopo essersi laureato all’Università Cattolica di Milano nel 1931, dal 1934 al 1945 fu presidente diocesano della Gioventù Cattolica, poi confluita nell’Azione Cattolica, e, dal 1939, docente incaricato di Letteratura cristiana antica nello stesso ateneo ambrosiano.

Nello stesso anno fonda i “Milites Christi”, che poi diventeranno l’Istituto Secolare Cristo Re. Dopo essere stato deportato in campi di concentramento in Germania e in Polonia, il 9 settembre 1943, rientrò in Italia nell’agosto del 1945 e fu immediatamente coinvolto da Giuseppe Dossetti nell’opera di ricostruzione della vita civile del Paese, prima nella fase costituente poi in quella più direttamente politica (fu deputato per la Democrazia cristiana nella prima legislatura, dal 1948 al 1953).

Rientrato a Milano si dedicò alla formazione del laicato, ma l’arrivo del nuovo arcivescovo Giovanni Battista Montini (il futuro Paolo VI) lo porterà ad accettare una serie di nuove diaconie, la più onerosa e impegnativa delle quali fu la direzione del quotidiano cattolico “L’Italia” (1961- 1964).

Tornato all’insegnamento, nel 1968, nel pieno dei sommovimenti che agitavano il mondo universitario, fu nominato Rettore dell’Università Cattolica, carica che mantenne fino al 1983.

Gli ultimi anni della sua vita furono dedicati al rilancio di un’idea alta della politica, con la fondazione dell’associazione “Città dell’uomo” (1984). L’intuizione di Lazzati era quella di una grande cesura storica in corso, che chiedeva di riprendere e rielaborare le radici etico-politiche della tradizione cattolico-democratica.

Nei primi mesi del 1984 i medici riscontrano un tumore all’intestino e decidono per l’intervento chirurgico. All’uscita dalla clinica Lazzati ha ricevuto un telegramma del cardinale Agostino Casaroli con espressioni di partecipazione da parte del Santo Padre.

Nuovamente ricoverato nel maggio 1986, viene raggiunto, la mattina del Giovedì santo, da una telefonata del Papa. La mattina del giorno di Pentecoste, il 18 maggio, muore a 77 anni. Viene sepolto nell’eremo di San Salvatore, sopra Erba, in provincia di Como.