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Carlo Acutis, la santità possibile

Sirio 26-29 marzo 2024
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Beatificazione

Giovani ambrosiani ad Assisi per Acutis

Monsignor Martinelli: «Grazie al suo cuore libero, utilizzava le nuove tecnologie per il bene». Don Guidi: «Contro l’omologazione, una vita originale, non fotocopia»

8 Ottobre 2020

Sabato 10 ottobre una delegazione di giovani della Diocesi di Milano sarà ad Assisi per partecipare alla beatificazione di Carlo Acutis. La cerimonia si svolgerà alle ore 16, nella Basilica papale di San Francesco e sarà presieduta dal cardinale Agostino Vallini, legato Pontificio per le Basiliche di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli.

La delegazione ambrosiana sarà guidata dal vescovo ausiliare monsignor Paolo Martinelli, dal direttore della Fondazione oratori milanesi, don Stefano Guidi, dal presidente e dall’assistente unitario dell’Azione cattolica ambrosiana, Gianni Borsa e don Cristiano Passoni.

«Carlo insegna ai giovani a coltivare la propria personalità e a non omologarsi – spiega don Stefano Guidi -. Non ha inseguito la moda del momento. È stato un “originale”, appunto; non ha vissuto da “fotocopia”, per citare una delle sue frasi più famose».

«Una testimonianza particolare dell’atteggiamento positivo di Carlo è stata la sua passione per l’informatica, di cui era straordinariamente esperto. Non ha vissuto schiavo delle nuove tecnologie, come purtroppo capita a tanti giovani e meno giovani; proprio perché aveva un cuore libero dalle cose poteva utilizzare tutto per il bene, come sottolinea nel ritratto che fa di lui papa Francesco in un passaggio dell’esortazione apostolica Christus vivit», osserva mons. Paolo Martinelli

Carlo Acutis (1991-2006), morto a soli 15 anni a causa di una leucemia fulminante, era nato a Londra dove si erano trasferiti temporaneamente i genitori ma è vissuto sempre a Milano, dove ha frequentato le scuole elementare e media presso le suore Marcelline, il liceo classico presso i Gesuiti dell’Istituto Leone XIII e la parrocchia di Santa Maria Segreta. Fin da piccolo ha vissuto la fede in ogni aspetto della sua vita: il suo amore per l’Eucaristia, che chiamava «la mia autostrada per il Cielo», è nato a soli sette anni, con la Prima comunione ricevuta con un permesso speciale; la sua devozione lo portava a partecipare quotidianamente alla Messa e ad aiutare gli ultimi. Tra le sue passioni c’era l’informatica, per la quale mostrava un grande talento e che gli ha consentito di creare una mostra virtuale dedicata ai miracoli eucaristici, ancora visitabile online. Nel 2006 si è ammalato improvvisamente di leucemia ed è morto il 12 ottobre presso l’ospedale San Gerardo di Monza.