Sirio 26-29 marzo 2024
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Anniversario

Dalla «Laudato si’» nuove vie per la Chiesa

L’enciclica di papa Francesco non è solo un testo di riflessione teologica, ma un vero e proprio programma pastorale. La rilettura di padre Costa a cinque anni dalla pubblicazione

di Annamaria BRACCINI

5 Luglio 2020

Per padre Giacomo Costa, gesuita, direttore del mensile Aggiornamenti Sociali, l’enciclica Laudato si’ – che «compie» 5 anni, e sulla quale papa Francesco ha chiesto di riflettere in profondità – «è molto di più di un testo di teologia: è piuttosto un progetto pastorale articolato, in cui la Chiesa invita ad ascoltare il grido della terra e dei poveri. Pagine da vivere, da pregare, non solo da leggere e da studiare».

Nei giorni scorsi lei ha guidato un incontro con i membri del Consiglio episcopale milanese dedicato appunto alla Laudato si’. L’ascolto è stato attento?
Sicuramente. Non solo ascolto, ma una partecipazione al confronto, per far sì che i temi dell’enciclica entrino nel piano pastorale della Diocesi proposto per il 2020-2021. È importante che questo percorso non sia fatto solo da esperti dell’ambiente o da alcune figure specifiche. Penso che approfondire l’enciclica, come comunità, darà i suoi frutti.

Il Papa parla di una sfida: in cosa consiste?
È una sfida ricca, che viene sintetizzata nella proposta dell’ecologia integrale: non solo preoccupazione “verde”, ma la capacità di collegare ambiti e persone diverse per la cura della casa comune e al servizio della dignità di ogni persona, in modo particolare di coloro che sono lasciati ai margini. Il focus è sulle relazioni: di fronte al grido della terra e di tante persone, la sfida oggi è proprio quella di valorizzare il contributo originale che ciascuno o ogni comunità, gruppo, istituzione può dare in ambiti diversi, però cercando di avanzare insieme e non ognuno per conto suo. Papa Francesco ci aiuta così a connettere i grandi temi economici con le piccole azioni quotidiane. L’importante è che la cura della casa comune non sia separata dalla cura per ogni singola creatura, da un cammino di contemplazione del Creato, dal riconoscersi figlie e figli dello stesso Creatore.

La Laudato si’ si lega ad altri pronunciamenti di Francesco?
Certamente. Va letta all’interno di tutto il magistero suo e della Chiesa. Citerei, in specifico, due documenti: Evangelii gaudium, che recupera, come cura per la casa comune, la «gioia del Vangelo» motivandoci a uno stile di vita sostenibile. L’altro documento è l’esortazione post-sinodale Querida Amazonía. Un testo, questo, dedicato più direttamente alle popolazioni amazzoniche, ma che ci permette di fare un passo in più, perché il suo scopo è trovare nuovi cammini per tutta la Chiesa. Contiene quattro sogni: sociale, per un mondo in cui il lavoro sia messo al centro; culturale, nella promozione di tutte le culture e del ruolo del Vangelo nell’illuminarle; ecologico, per un rispetto profondo dell’ambiente; ecclesiale, per una Chiesa sinodale che accompagna le persone, rendendo ognuno partecipe e corresponsabile.

Il Papa è gesuita, quindi, siete confratelli anche in questa appartenenza…
Un’attenzione del Papa, che ho ereditato anch’io, è quella di abbandonare certi linguaggi astratti e obsoleti, per arricchirsi con altre spiritualità e modi di essere Chiesa. L’importante è essere a servizio della Chiesa con tutte le sue differenze.

Lei è vicepresidente della Fondazione “Carlo Maria Martini”, anche lui gesuita…
Cerchiamo di portare avanti l’eredità di un uomo che si è messo a servizio della città e di tutte le persone con, appunto, questa visione di Chiesa.

 

 

L’edizione ambrosiana

L’edizione del Centro ambrosiano dell’enciclica di papa Francesco dedicata alla cura della «casa comune» Laudato si’ (160 pagine, 2.40 euro), oltre che nelle librerie, si può acquistare online. «L’ambiente umano e l’ambiente naturale si degradano insieme, e per affrontare il degrado ambientale dobbiamo prestare attenzione alle cause che hanno attinenza con il degrado umano e sociale. Oggi non possiamo fare a meno di riconoscere che un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente, per ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri» (cfr numeri 48, 49).