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Dal 10 al 19 marzo Torino ospiterà la IX edizione dei Giochi Paralimpici LE OLIMPIADI DEL CORAGGIO

5 Giugno 2008

Attese oltre 1300 persone tra atleti disabili visivi o motori, tecnici,
dirigenti e guide. Si gareggerà in biathlon, sci alpino, sci di fondo,
curling su carrozzina e hockey su slittino, a Torino, Pinerolo,
Sestriere e San Sicario. Le medaglie di Ruepp e la tenacia di Fagone

di Mauro Colombo

Chi, riferendosi ai Giochi Paralimpici, collegasse il suffisso al termine “paraplegico”, cadrebbe in errore, o quantomeno sarebbe poco aggiornato. Quella, infatti, era l’origine della parola coniata per definire le Olimpiadi dei disabili; oggi, però, sta a indicare Giochi “paralleli”, con una propria e assoluta dignità agonistica, del tutto accostabili, quindi, alle Olimpiadi “maggiori”.

Una prima manifestazione sportiva per disabili parallela ai Giochi olimpici (quelli di Londra) si tenne nel 1948 a Stoke Mandeville. Ma le prime Paralimpiadi ufficiali si svolsero proprio in Italia, al termine dei Giochi di Roma, nel 1960. La prima edizione invernale risale invece al 1976, a Ornskoldsvik (Svezia). Quelle che si disputeranno a Torino, dal 10 al 19 marzo, saranno le IX Paralimpiadi “bianche”.

Si gareggerà in cinque discipline: biathlon, sci alpino, sci di fondo, curling su carrozzina e hockey su slittino. Due i poli principali individuati dal Comitato per le Paralimpiadi presieduto da Tiziana Nasi: Torino e Pinerolo per hockey e curling, Sestriere e Cesana – Sansicario per sci, fondo e biathlon. Le cerimonie di apertura e chiusura si terranno allo Stadio olimpico torinese.

Nel Villaggio allestito al Sestriere sono attese circa 1300 persone tra atleti, tecnici, guide e dirigenti. Gli atleti saranno divisi in due categorie relative alla loro disabilità (visiva o motoria). Grande attesa per la squadra azzurra, che a Salt Lake City 2002 vinse nove medaglie (tre ori, tre argenti e tre bronzi): sugli scudi fu Ronald Ruepp, due ori nel fondo e un bronzo nel biathlon.

Ma un cenno merita anche la storia di Orazio Fagone, catanese trapiantato in Valle d’Aosta. Alle “altre” Olimpiadi, a Lillehammer 1994, ha vinto la medaglia d’oro con la staffetta dello short track. Poi, in un incidente motociclistico, ha perso l’uso delle gambe. E allora ha riconvertito la sua voglia di fare sport, prima nel curling su carrozzina e successivamente nell’hockey su slittino. A Torino ci sarà anche lui.