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Chiesa e finanza alternativa CARITAS, AL FIANCO DEI DEBOLI ANCHE CON IL MICROCREDITO

5 Giugno 2008

Il mondo cattolico guarda da sempre con favore allo strumento del microcredito come mezzo efficace di riduzione della povertà. L’organizzazione ecclesiale che per eccellenza si occupa dei poveri, ha avviato da tempo progetti di microfinanziamento in diverse parti del mondo. Ce ne parla una responsabile di Caritas italiana.

di Cecilia Graiff
Ufficio Africa, Caritas Italiana

Il microcredito ha dimostrato di essere un importante strumento per spezzare il ciclo vizioso di povertà e sottosviluppo imposto dal credito usuraio, che purtroppo in molte società rappresenta l’unica possibilità di accesso al credito per i poveri. I risultati ottenuti nella lotta alla povertà hanno spinto molte organizzazioni internazionali a promuovere progetti di microcredito: tra di esse, organizzazioni economiche, quali la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale, e politiche, come le Nazioni Unite, che hanno proclamato il 2005 “Anno Internazionale del Microcredito”.

Anche Caritas Italiana ha integrato l’utilizzo della microfinanza nei propri programmi di solidarietà internazionale e nazionale, curando con attenzione tanto la dimensione educativa e di promozione, quanto quella operativa. Perché l’attenzione di Caritas verso questo strumento?

La mission della Caritas è sempre stata quella di stare a fianco dei più deboli, dei diseredati, degli ultimi. E questa posizione si è concretizzata in numerose attività di carattere socio-assistenziale, in particolare attraverso interventi in situazioni di maggior emergenza. Tuttavia, il messaggio che deriva dal dialogo con le Chiese sorelle, ed in particolare le Caritas sorelle, fa oggi costante riferimento ai molti poveri che non chiedono più alle Caritas locali assistenzialismo, che indebolirebbe la loro dignità, ma opportunità di camminare sulle proprie gambe, di crescita, sviluppo e affermazione della propria identità. Il microcredito risponde a queste esigenze, ed è per questo motivo che nelle relazioni di cooperazione fraterna anche Caritas Italiana già da alcuni anni ha avviato progetti di microfinanza in Africa , in America Latina, in Asia e in Europa .

Nella vision della Caritas, il microcredito rappresenta un processo di liberazione dalla povertà ma anche un’opportunità di affermazione e crescita di identità, di dignità umana, di solidarietà ed impegno comune per l’affermazione del diritto universale del lavoro. Il microcredito include frequentemente anche servizi non creditizi all’interno delle proprie attività, come ad esempio l’assistenza tecnica o i corsi di base di alfabetizzazione o prevenzione sanitaria.

È l’istituzione finanziaria a recarsi dai clienti, non il contrario. Gli impiegati seguono i clienti costantemente, da quando il prestito viene concesso fino a quando non viene totalmente restituito. Essi si accertano, periodicamente, delle eventuali difficoltà del beneficiario e forniscono assistenza tecnica circa il miglioramento dell’attività produttiva dell’impresa.

Inoltre le persone che vogliono usufruire di un microcredito, prima di accedere al prestito, devono normalmente seguire un periodo di formazione, durante il quale si viene a conoscenza del funzionamento e della gestione dell’istituzione erogante. L’operatore di microcredito in sostanza acquisisce una conoscenza diretta della vita delle famiglie e dei loro problemi, così come della realtà comunitaria d’appartenenza in cui sono inseriti. Nonostante la suddivisione dei ruoli, necessaria per il successo del progetto, cliente e operatore agiscono su un piano totalmente cooperativo, l’uno conoscendo a fondo le proprie povertà, l’altro proponendo le soluzioni pertinenti, ma entrambi portatori dello stesso comune interesse: la realizzazione del progetto di lotta alla povertà.

Il microcredito non è la soluzione definitiva al problema delle povertà, né tantomeno può essere considerato la panacea dei mali del sottosviluppo, ma è uno strumento efficace che finora ha prodotto dei buoni risultati. Questi risultati rappresentano al tempo stesso un’indicazione chiara e inequivocabile d’orizzonte, sia continuando a procedere sulla strada intrapresa, sia esplorando nuove esperienze pilota di solidarietà ed impegno comune.

Nelle esperienze condotte da Caritas Italiana in Rwanda, come in Perù, in Mozambico come in Kenya , in Sri Lanka come in Pakistan le attività di microcredito sono riuscite ad arginare la povertà diffusa , promuovendo altresì il risparmio locale e la partecipazione sociale dei singoli e dei gruppi, rappresentando un volano importante per l’avvio di un processo di sviluppo economico delle comunità di quei Paesi. La valutazione, da parte sia dei beneficiari sia dei referenti delle “Caritas sorelle”, è molto ricca di significati, poiché riguarda il cambiamento significativo del tenore di vita delle famiglie, la solidarietà tra le persone della comunità coinvolte, il cambio di mentalità e il conseguente impegno nuovo della chiesa riguardo la promozione umana.