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Intervista

Centro studi di spiritualità, lunga storia e nuove sfide

L’Istituto milanese compie 25 anni, a causa del Covid da quest’anno affianca lo streaming alle lezioni in presenza, ma conserva immutate le finalità di formazione e ricerca. Ne parla il direttore monsignor Claudio Stercal

di Luisa BOVE

20 Settembre 2020
Monsignor Claudio Stercal

Compie 25 anni il Centro studi di spiritualità di Milano, con sede presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale (via dei Cavalieri del S. Sepolcro 3; tel. 02.863181; segreteria@ftis.it; www.ftismilano.it). La pandemia da Covid-19 non permette di festeggiare, tuttavia ha contribuito a lanciare una nuova sfida: quest’anno i corsi si svolgeranno in presenza per chi potrà, ma anche in streaming. «Questa novità corrisponde a un’esigenza che abbiamo sempre sentito, perché il corso in giorno feriale favorisce solo chi non lavora», spiega il direttore monsignor Claudio Stercal. Già durante il lockdown i docenti hanno dovuto imparare e fare lezione online nel secondo semestre, ora quindi continueranno anche con questa modalità.

Come è nato il Centro studi? 
Su iniziativa di padre Strapazzon, che gestiva l’Istituto regionale lombardo di pastorale presso il Seminario di corso Venezia a Milano: quando nel 1994 stava per chiudere si è rivolto a don Pino Colombo, all’epoca preside della Facoltà teologica, e gli ha chiesto di poter avviare lì qualche corso. Poi nel 1995 sono stati coinvolti alcuni enti promotori, come la Conferenza episcopale lombarda, religiose, religiosi e istituti secolari della Lombardia. E così con Strapazzon abbiamo avviato il nuovo Centro studi di spiritualità.

Quali erano le finalità?
Ha conservato sempre le sue due finalità di formazione e ricerca/riflessione. All’impegno formativo abbiamo assolto con un biennio di spiritualità, che proponiamo ancora oggi un giorno alla settimana con lezioni il giovedì dalle 9.15 alle 16. La classe è composta da studenti del primo e del secondo anno che frequentano tre corsi alla settimana ogni semestre, quindi 12 in due anni; poi chi sostiene gli esami al termine riceve un diploma, anche se non ha valore accademico.

E la seconda, quella sulla ricerca?
L’idea ispiratrice è di don Giovanni Moioli (grande teologo e maestro di spiritualità, ndr) di cui abbiamo iniziato a pubblicare l’Opera omnia edita da Glossa e Centro Ambrosiano: sono previsti 14 volumi e ne sono già stati pubblicati 8. Nel corso degli anni abbiamo organizzato una serie di convegni che si tengono a gennaio (a causa del Codiv-19 non si sa ancora se nel 2021 sarà riproposto) e le settimane estive residenziali. Rispetto alla ricerca abbiamo creato alcuni incontri per i docenti di spiritualità dell’Italia settentrionale. Inoltre curiamo la collana “Sapientia” di cui abbiamo già pubblicato 85 volumi, per esempio di Charles de Foucauld, Saint-Jure e Christian Chergé (uno dei monaci di Tibhirine). Ogni anno organizziamo tre seminari sui testi della tradizione cristiana, esaminando scritti di spiritualità che, grazie a una ventina tra docenti e cultori della materia, vengono in seguito pubblicati. Infine coltiviamo rapporti con i docenti d’Italia, con il forum delle Facoltà teologiche romane, con le associazioni internazionali di spiritualità>.

Quanti iscritti avete e chi frequenta il Centro?
Attualmente sono una sessantina. Ci sono persone che iniziano gli studi teologici da qui, per loro è il primo approccio alla spiritualità e alla teologia; ma vengono anche sacerdoti che nel loro curriculum di studi hanno studiato poca spiritualità, quindi frequentano i corsi per interesse personale. Inoltre abbiamo pensionati, catechisti, altri che partecipano nel tempo libero, altri ancora che trovano materiale per un approfondimento teologico. Questa è la caratteristica della spiritualità: tutti la “orecchiano”, a tanti interessa e quando si accostano alla materia trovano testi di grande qualità.

Per iscriversi occorrono requisiti particolari?
No, basta il diploma di maturità, come per la Facoltà teologica. Questo interesse plurale è dovuto al fatto che nei 12 corsi proponiamo: spiritualità biblica, utile anche per chi ha già studiato esegesi; storia della spiritualità, che nei Seminari si fa poco; corsi interdisciplinari (letteratura e spiritualità, arte e spiritualità, liturgia e spiritualità…) e di teologia su temi come la vocazione, la preghiera, la vita cristiana, la vita consacrata, tutti argomenti che in un percorso teologico restano sempre un po’ ai margini. È bello vedere che partecipano giovani, anziani, religiosi, sacerdoti, suore, italiani, stranieri e, frequentando tutti insieme come fossero una classe di scuola superiore, si crea tra gli studenti un legame interessante.