Share

9 marzo

Catecumeni in cammino:
la loro mèta è la Pasqua

Nella prima Domenica di Quaresima i Vicari episcopali celebrano nelle Zone il rito di elezione. «Possono così completare il loro percorso ricevendo i sacramenti dell’iniziazione cristiana», spiega monsignor Paolo Sartor, responsabile del Servizio diocesano

26 Febbraio 2014

Un passaggio fondamentale nell’itinerario di iniziazione cristiana degli adulti, collocato simbolicamente all’inizio della Quaresima ambrosiana e già proiettato verso il suo compimento a Pasqua. Parliamo del rito di elezione dei catecumeni, in programma il 9 marzo, prima Domenica di Quaresima, in tutte le Zone pastorali. «“Elezione” significa “scelta” o “designazione”», spiega monsignor Paolo Sartor, responsabile del Servizio diocesano per il catecumenato. «Attraverso il rito, in sostanza la Chiesa dice che queste persone, dopo un cammino compiuto in genere nell’arco di un anno e mezzo, non sono più solo “simpatizzanti”, ma possono completare in pienezza il loro percorso ricevendo i Sacramenti».

La celebrazione del rito è una prerogativa che spetta all’Arcivescovo, che può provvedere personalmente o delegare figure da lui precisamente indicate. Già lo scorso anno il cardinale Scola l’aveva affidato ai suoi Vicari episcopali di Zona, dando così modo di celebrarlo sul territorio. «In realtà il percorso dei catecumeni si svolge già sul territorio», precisa monsignor Sartor. «In primo luogo perché il singolo catecumeno “cammina” nella sua comunità; secondariamente, perché il Servizio diocesano, dove è possibile, organizza ritiri spirituali proprio nelle Zone, in modo tale che i catecumeni possano condividerli con quanti compiono lo stesso percorso, ma senza per questo recarsi necessariamente a Milano…».

Il rito dell’elezione fa seguito a un primo momento celebrativo che si svolge nella parrocchia d’appartenenza del catecumeno: «È la missione, l’entrata nella Chiesa, la presentazione alla comunità», puntualizza Sartor. L’elezione è collocata all’inizio della Quaresima quale periodo di intensa preparazione alla Pasqua: «Tutte le domeniche di questo tempo liturgico contengono un riferimento testuale alla “scelta”: tra il tentatore e Cristo, tra la luce e le tenebre, tra la vita e la morte…». Il traguardo finale è la Pasqua, occasione nella quale i catecumeni ricevono i sacramenti: Battesimo, Cresima ed Eucaristia. «Si tratta di una celebrazione unitaria», sottolinea il responsabile del Servizio diocesano. «Ha luogo nella Veglia di Pasqua in Duomo sotto la presidenza dell’Arcivescovo, oppure nella stessa occasione o nell’intero Tempo pasquale nelle parrocchie, col parroco appositamente delegato dal Vescovo».

All’interno di questo cammino c’è però un altro appuntamento importante, ed è la Traditio Symboli, «un momento nato dal cammino dell’iniziazione cristiana degli adulti», dice ancora Sartor. «In Diocesi, da oltre vent’anni, ha assunto il significato di grande occasione di incontro dei giovani con l’Arcivescovo, ma da qualche anno vede anche la presenza dei catecumeni». La Veglia – durante la quale il cardinale Scola consegnerà ai catecumeni il Simbolo degli Apostoli – sarà celebrata sabato 12 aprile, alle 20, in Duomo. Ma in questa occasione l’Arcivescovo desidera anche incontrare personalmente i catecumeni e dialogare con loro: questo momento è fissato presso il Centro diocesano (via Sant’Antonio 5, Milano) dalle 17.30 alle 19 dello stesso 12 aprile (i catecumeni si prepareranno a questo incontro ritrovandosi al Centro alle 15.30). «Nell’incontro con i i catecumeni del secondo anno e i loro accompagnatori» conclude monsignor Sartor «il cardinale Scola non intende svolgere una catechesi, quanto piuttosto ascoltare le loro esperienze, raccogliere le loro testimonianze e dialogare con i presenti».

Quest’anno la Traditio assumerà poi l’ulteriore significato di momento di preparazione alla «Professio Fidei» dell’8 maggio.