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Concorezzo

Caritas Camp: apprendisti del bene

L’esperienza a servizio del prossimo di alcuni ragazzi tra i 10 e i 14 anni

Luigi MEANI

26 Settembre 2011

Prima dell’inizio dell’anno scolastico la Caritas parrocchiale di Concorezzo, in collaborazione con l’oratorio San Luigi, ha organizzato una sette giorni di carità e attenzione nei confronti del prossimo. In queste giornate una dozzina di ragazzi tra i 10 e i 14 anni si sono resi disponibili a imbustare il riso e a fare l’inventario del magazzino alimentari Caritas “5 pani e 2 pesci” .

Tre giorni sono stati invece dedicati alla visita agli ammalati e alla consegna della spesa a domicilio per chi è ormai privo di autonomia. Un’esperienza molto importante, perché ha permesso ai ragazzi di riflettere su come un semplice sorriso possa trasformarsi in un gesto di profonda speranza per chi è ammalato e magari solo.

Toccante, poi, è stato l’incontro con don Enrico Vago, sacerdote da sessant’anni e da oltre quaranta al servizio della comunità di Concorezzo. Don Enrico ha voluto svelare ai ragazzi alcuni importanti segreti: «Dobbiamo essere capaci di vedere i bisogni degli altri, non temere mai di dare qualcosa di nostro a chi ha bisogno, così come ha fatto il buon Samaritano. Infine, ogni sera, prima di coricarci, riviviamo le ore trascorse della giornata ripensando a cosa si è fatto per gli altri, senza mai dimenticare che aprire il proprio cuore al prossimo rende profondamente felici».

Non sono poi mancate altre occupazioni, come la sistemazione del vestiario presso il guardaroba Caritas o piccoli lavori di manutenzioni sugli spazi occupati per i servizi alle persone.

Pur nella loro giovane età, i ragazzi hanno potuto sperimentare che cosa significa donarsi agli altri, come testimoniato dagli stessi protagonisti. Benedetta, 9 anni: «Ho scoperto che non tutti sono fortunati come me». Irene, 12 anni: «Aiutare il prossimo è una sensazione magnifica, mi fa sentire fiera e orgogliosa dentro!». Martina, 12 anni: «Spero che questi giorni di servizio possano continuare sempre nel mio quotidiano».