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Armida Barelli è beata

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Dichiarazione

Giuliodori (Cattolica): «Esempio per tutta la Chiesa»

L’assistente ecclesiastico generale dell’ateneo ricorda «i molteplici servizi» svolti dalla Barelli a favore delle giovani, degli studenti, a sostegno di tante vocazioni e per le missioni

22 Febbraio 2021
Archivio Università Cattolica

«Armida Barelli era, già in vita, apprezzata e riconosciuta in un profilo di coerenza e santità cristiana, per la sua intensa vita spirituale soprattutto tra le consacrate» dell’Istituto della Regalità di Cristo e «tra le donne di Azione cattolica. Questa beatificazione, annunciata oggi e per la quale siamo grati al Santo Padre, rappresenta non solo una certificazione di questa diffusa consapevolezza, ma diventa anche un esempio per tutta la Chiesa affinché si spendano energie umane, culturali e spirituali per le nuove generazioni». Monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, commenta la pubblicazione del decreto riguardante un miracolo attribuito all’intercessione della Venerabile Serva di Dio Armida Barelli, che fu – un secolo fa, nel 1921 . tra i promotori dell’ateneo milanese assieme a padre Agostino Gemelli.

Monsignor Giuliodori ricorda «i molteplici servizi» svolti dalla Barelli «a favore delle giovani di Ac, degli studenti dell’Università cattolica, a sostegno di tante vocazioni» laicali e religiose, e «per le missioni, specialmente in Cina». Armida Barelli «dev’essere inoltre riscoperta come donna che ha contribuito a forgiare generazioni di ragazze e di donne che, tra la prima e la seconda guerra mondiale, e nel dopoguerra, hanno costruito il nostro Paese. Una parte significativa di questo generoso impegno per l’Italia si deve all’opera straordinaria compiuta dalla Barelli».

«Una figura eccezionale»

«Armida Barelli è stata una figura eccezionale di donna che ha lasciato una traccia significativa nella Chiesa ma anche nella cultura e nella società italiana a cavallo fra due secoli, l’Ottocento e il Novecento»: lo si legge nel sito dell’Università Cattolica di Milano. «I versanti della notevole attività di Armida – Gioventù femminile, Missionarie francescane, Università Cattolica, Opera della Regalità – costituiscono quattro aspetti di un medesimo impegno di collaborazione caratterizzato da un legame ideale: l’amore per il Sacro Cuore». L’Università «preparava le persone e formava idee, la Gioventù, la Regalità e le Missionarie creavano una rete di amicizia, di propaganda, di preghiere attorno all’Università. Il tutto in un contesto corale di partecipazione e fervore che legava Armida a padre Gemelli, a Vico Necchi, a monsignor Olgiati, a Piero Panighi, a Teresa Pallavicino e a tanti altri amici e collaboratori».

«Il segno da lei lasciato nella società è sintetizzato dal rinnovamento spirituale nella storia religiosa italiana nella prima metà del secolo scorso caratterizzato da due guerre mondiali e dalla nascita di un nuovo ordine sociale, lasciando un esempio di conciliazione tra le evangeliche Marta e Maria, cioè tra vita dinamica nella costruzione di opere e grande interiorità a fronte di una forte sensibilità e di un carattere determinato, espressione particolare del “genio femminile”, preparando quanto il Concilio Vaticano II avrebbe portato a compimento».

Quando la Barelli «prendeva la parola partiva dalla sua esperienza diretta, dalle sue fatiche, dalle sue gioie, dalle sue soddisfazioni, e allora raccontava i successi della Gioventù Femminile, i viaggi affrontati con qualche difficoltà, le città visitate, i paesaggi ammirati, gli sviluppi dell’Università Cattolica. Il suo stile organizzativo era caratterizzato dall’ordine: archiviava tutto, catalogava ogni testo, scriveva la data su ogni lettera, conservava ogni scritto, annotava ora di arrivo e partenza, scriveva diari con notazioni su persone incontrate, contenuti dei discorsi, segnalazione di eventi. Era dotata di capacità di comando, intuito finanziario, attitudine organizzativa, valorizzazione dei collaboratori, rispetto e cordialità nel tratto, accettazione serena delle responsabilità e conseguente gestione operativa delle stesse, rapidità nelle decisioni. Nel Sacro Cuore trovò la ragione della sua vita e lo amò e invocò sempre nel fervore delle attività più frenetiche e sotto il peso delle prove più difficili».

Ancora: «La sua volontà ferrea contribuì al sorgere e al sostegno dell’Università Cattolica, facendo amare dal popolo, e contribuendone al sostegno, un’istituzione per sua natura lontana dal comune sentire. Si occupava di reperire fondi e donazioni per l’Università. E nel miracolo della provvidenza riconosceva la soprannaturalità dell’Università, e la sua missione di accrescere, attraverso lo studio e la ricerca, la fede e la carità».

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