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15 marzo

Banco Alimentare, un tramite perché la cultura della condivisione arrivi a tutti

Nata dall'idea di Danilo Fossati (patron della Star), l'associazione riceve la visita dell'Arcivescovo alla sede di Muggiò. Il presidente regionale Dario Boggio Marzet: «Lavoriamo per un mondo in cui si è attenti al bisogno dell’altro»

di Claudio URBANO

10 Marzo 2019
Dario Boggio Marzet

Festeggerà i 30 anni di attività, quest’anno, il Banco Alimentare, la onlus che recupera gli alimenti invenduti o inutilizzati dalle catene della grande distribuzione e della ristorazione e li distribuisce agli enti di assistenza, perché arrivino ai più bisognosi. Nata dall’idea di Danilo Fossati – patron della Star, l’azienda dei dadi -, che incontrò l’incoraggiamento di don Luigi Giussani, l’organizzazione arriva oggi in modo capillare a sostenere 1182 strutture caritative in Lombardia, grazie all’impegno di oltre 700 volontari e di 19 dipendenti, e alla disponibilità di oltre 700 aziende coinvolte. Venerdì 15 marzo, alle 10, l’Arcivescovo visiterà la sede e centro logistico dell’associazione a Muggiò.

«L’invito che gli abbiamo rivolto è un modo per festeggiare insieme, ma anche per mantenere vivo il riferimento alle nostre origini e alle motivazioni della nostra azione», spiega Dario Boggio Marzet, presidente del Banco Alimentare della Lombardia. La capacità logistica di recupero e di corretta gestione delle eccedenze alimentari è un fiore all’occhiello dell’associazione, che, solo per citare un dato, ha permesso l’anno scorso di fornire l’equivalente di oltre 38 milioni di pasti attraverso realtà caritative come i centri Caritas, le mense per i poveri, le comunità. «La nostra ambizione – precisa Boggio Marzet – è però di essere non solo una cinghia di trasmissione logistica, ma anche un tramite culturale, perché la cultura della condivisione arrivi sempre più a permeare tutti. Al di là del recupero del cibo, con evidenti benefici sociali e ambientali, l’aspetto positivo è il tessuto sociale che si crea con le persone e con le strutture caritative sul territorio, gettando un ponte anche verso le realtà profit», ovvero i supermercati e le aziende che donano il cibo in eccedenza. Una collaborazione che, oltre a essere replicato in tutte le altre regioni italiane dove il Banco opera localmente, diventa ancora più visibile se si scende al livello del quartiere, come succede a Milano, dove nella zona nord e in quella sud-est tutta la filiera di recupero e ridistribuzione del cibo avviene restando sul territorio cittadino. O ancor di più, come avviene ogni anno, nella giornata della Colletta alimentare.

«Lavoriamo tutti insieme per un mondo in cui ci si guarda di più come persone, in cui si è attenti al bisogno dell’altro – sottolinea Boggio Marzet -. Una delle cose belle, e che il vescovo ci aiuta a ricordare, è portare tutti insieme, come Chiesa, lo sguardo di Cristo verso le persone. Noi lo facciamo attraverso il recupero del cibo, ma credo che lo stesso spirito nasca anche in tutte le altre associazioni che condividono la nostra origine».

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