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Aperto in Duomo il nuovo anno pastorale TANTE STRADE PER CAMMINARE ASSIEME ED ESSERE TESTIMONI

8 Settembre 2006

Con il Pontificale dell’8 settembre nella festività liturgica della natività di Maria e festa patronale del Duomo, si è aperto l’Anno pastorale 2006-2007. L’Arcivescovo ha annunciato il nuovo percorso pastorale diocesano triennale ("L’amore di Dio è in mezzo a noi"), la cui prima tappa quest’anno ha per tema "Famiglia ascolta la Parola di Dio". Durante il Pontificale è stato celebrato il rito di ammissione al diaconato permanente di 8 candidati e di 19 seminaristi agli ordini sacri.

di Annamaria Braccini

Un amore di Dio che è presenza viva in mezzo a noi e che, proprio per questo, vuole essere al “cuore” dell’intero percorso pastorale triennale diocesano e del suo primo anno. Quello ormai in corso, iniziato – come è tradizione della nostra Chiesa ambrosiana – con il Pontificale nella festività liturgica della Natività di Maria, presieduto dal cardinale Tettamanzi, cui erano accanto otto vescovi, tra i quali il segretario della Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti, monsignor Albert Malcom Ranjit, e moltissimi sacerdoti concelebranti.

Un momento ecclesiale, come sempre, atteso e che in Duomo, ha visto riuniti migliaia di fedeli ai quali l’arcivescovo ha indicato il tema-cardine su cui si incentrerà il triennio pastorale 2006-2009, la famiglia, protagonista di tante realtà positive, che pure esistono, ha notato il Presule, ma anche «in difficoltà, in disagio, in crisi».

Ogni tipo di famiglia anche «le cosiddette “lontane” in molti sensi dalla fede», ha riflettuto Tettamanzi, che chiedono, comunque alla Chiesa «di presentarsi con il volto di comunità accoglienti». Capaci di ascoltare davvero i tanti e diversissimi – talvolta oscuri – “vangeli feriali” attraverso cui i nuclei familiari spesso si “raccontano”. Un “ascolto” che non è un semplice “udire” la Babele delle lingue umane, ma che esprime «attenzione, vicinanza, condivisione» e che pone al suo centro, anzitutto, la Parola per eccellenza, quella che salva: non a caso, la prima tappa del triennio porta il titolo, “Famiglia ascolta la parola di Dio”.

Di qui, l’invito del cardinale a leggere, approfondire, donare ad altri la Bibbia per vivere a pieno una dimensione missionaria della famiglia, vera chiesa domestica e “cellula” prima di ogni relazione nella società. E tutto questo per essere sempre di più famiglie e comunità cristiane “in dialogo”, anche nella “città dell’uomo” dalle tante contraddizioni e in una Chiesa che si apre al terzo millennio accettando le sfide concrete di oggi.

Come le vocazioni in diminuzione e il conseguente, decisivo impegno diocesano per il seminario o le vie nuove dell’annuncio che chiedono risposte inedite, quali le comunità pastorali, con quella “rinnovata pastorale d’insieme”, chiesta dall’arcivescovo in una logica di ribadita «comunione-collaborazione-correponsabilità», che trova – come ha ricordato – «nel rinnovo dei Consigli pastorali e in quelli per gli Affari economici un’occasione preziosa di rilancio».

Tante strade, insomma, per camminare insieme, consacrati e laici, ed essere “testimoni” credibili, usando il termine che è stato il fulcro del percorso dello scorso triennio, a cui l’attuale si connette in modo inscindibile. “Testimoni” simboleggiati, in Cattedrale, dai 19 giovani – 18 ambrosiani e uno proveniente dalla diocesi di San Benedetto del Tronto – che, durante uno dei momenti più intensi e suggestivi della celebrazione, un tempo detta “rito della vestizione” – sono stati ammessi agli Ordini sacri, il diaconato e il presbiterato. Seminaristi, in prima fila davanti all’arcivescovo, accanto ai 9 candidati – di cui 5 presenti con le rispettive mogli – al diaconato permanente. Anche questo un segno dei tempi.