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7 novembre

Alberto Tritini: «Nel diaconato permanente un annuncio del Signore»

Fisiatra, sposato e padre di tre figli, sarà ordinato alle 17 nella Basilica di San Nicolò a Lecco, dove vive: «In questi giorni avverto una vicinanza affettuosa da parte della comunità». In allegato il tableau, l'immaginetta e le preghiere dei fedeli per la settimana che precede l’ordinazione. Diretta streaming sul sito www.leccocentro.it

di Ylenia SPINELLI

1 Novembre 2020

Sabato 7 novembre, alle  17, nella Basilica di San Nicolò a Lecco, sarà ordinato diacono permanente Alberto Tritini, classe 1959, fisiatra, sposato e padre di tre figli. La celebrazione sarà presieduta da monsignor Luigi Stucchi, Vescovo ausiliare e Vicario episcopale e sarà trasmessa in diretta streaming sul sito www.leccocentro.it.

Una cerimonia solenne, con il Vicario di Zona, il Vicario per la Formazione permanente e il rettore dell’équipe per la Formazione al diaconato permanente don Giuseppe Como, ma allo stesso tempo intima, nella comunità di appartenenza del candidato, a sottolineare il particolare legame che il diacono conserva con il territorio d’origine, come lo stesso Tritini spiega.

Verrà ordinato da solo, nessun altro ha fatto il cammino in preparazione al diaconato con lei?
Quando ho iniziato il percorso eravamo in sei aspiranti, poi con il discernimento gli altri hanno continuato in altro modo la sequela di Gesù. Effettivamente è una eccezione che sia solo, perché negli ultimi anni gli ordinati al diaconato permanente nella nostra Diocesi sono stati dai due agli otto.

L’ordinazione avverrà nella sua Lecco...
Essendo da solo non si faceva torto a nessuno e comunque sarà l’occasione per sottolineare il legame particolare che il diacono conserva con il suo territorio d’origine, mentre i sacerdoti possono essere inviati teoricamente in ogni parrocchia della Diocesi. Inoltre consentirà di dare un clima più familiare alla celebrazione.

«Non annunciamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore». Si può dire che la diaconia non è solo servizio, ma anche annuncio?
Ho scelto questo motto perché volevo sottolineare la centralità di Cristo. Tutto il vivere del diacono, tutto il suo servizio della Parola, della liturgia e della carità si configura come annuncio del Signore.

Facciamo un passo indietro, quando e come è nata la sua vocazione diaconale?
Difficile individuare un momento preciso, tuttavia posso dire che negli ultimi quindici anni era cresciuto in me il desiderio di un impegno maggiore e di un approfondimento della fede, tanto da ottenere nel 2012 il diploma in Scienze religiose. Mi sono confrontato con un padre del Pime, poi mi sono affidato al discernimento dell’équipe di Formazione della nostra Diocesi, iniziando nel 2015 il percorso di aspirante al diaconato.

Quanto la sua vocazione è stata appoggiata e condivisa in famiglia?
La condivisione con mia moglie Laura è stata la premessa dell’inizio del discernimento, condivisione che è continuata e si è approfondita in particolare negli incontri di formazione a Venegono e a Seveso. Durante gli ultimi cinque anni io e lei abbiamo verificato che di fatto il nostro rapporto si è ulteriormente consolidato, restando sempre più in relazione con Gesù.

Non ha mai creato imbarazzo nei suoi figli?
I miei tre figli (Simone, informatico di 30 anni ; Andrea, metalmeccanico di 27 anni; Susanna, studentessa in Storia dell’arte di 22 anni), non sono rimasti stupiti della scelta-vocazione e l’hanno vissuta con curiosità, senza particolari criticità.

Lei è già impegnato in parrocchia o nel sociale?
Nella mia parrocchia di San Giovanni a Lecco attualmente sono impegnato nella pastorale familiare, oltre che nel servizio liturgico. La destinazione del servizio come diacono permanente mi verrà comunicata il giorno dell’ordinazione.

Come si sta preparando, come sta vivendo questi giorni di incertezza per tutti?
Innanzitutto con la preghiera personale e di coppia. Inoltre nella Comunità pastorale, e in particolare nella mia parrocchia, don Claudio Maggioni sta sensibilizzando tutti all’ordinazione diaconale. Si avverte davvero una vicinanza affettuosa da parte della comunità. L’incertezza è ormai diventata abituale: si farà quello che ci compete giorno dopo giorno, poi occorre affidarsi al Signore, come sempre.

 

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