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Riflessione

Ac, volti nuovi per rispondere a una chiamata che fa innamorare

Il Vicario generale monsignor Franco Agnesi firma un contributo in apertura del nuovo volume «Cristiani per questa città. Dentro un cambiamento d’epoca». Ne pubblichiamo alcuni stralci

di Franco AGNESIVicario generale

23 Febbraio 2020
Monsignor Franco Agnesi

Pubblichiamo alcuni stralci del contributo del Vicario generale in apertura del nuovo volume Cristiani per questa città. Dentro un cambiamento d’epoca (In dialogo, 112 pagine, 8 euro)

Quando un parroco o un vescovo cerca persone affidabili e non semplicemente degli yes-men trova in donne e uomini formati secondo le scelte pastorali della Diocesi non solo collaboratori, ma giovani e adulti corresponsabili. La comunione con i pastori ogni persona o gruppo veramente cristiano l’accetta come presupposto, ma uomini e donne di Azione cattolica se la propongono come compito specifico.

Non mi nascondo la fatica e i pregiudizi. Tuttavia è ineludibile che clero, religiosi e laici dobbiamo reciprocamente educarci a nuove forme di convivenza e di collaborazione. Convivenza e collaborazione perché le comunità pastorali preghino e celebrino l’eucaristia, annuncino ai ragazzi che la vita è risposta a una chiamata, suscitino energie per la fraternità, la carità e la cultura. Convivenza e collaborazione perché si attui la Chiesa dalle genti nei territori della diocesi, geografici o del web, inventando nuove forme di incontro, comunicazione, fraternità e governo ecclesiale.

L’esperienza pluriennale delle relazioni tra le diverse aggregazioni ecclesiali presenti in Diocesi testimonia la stima e la fiducia che i responsabili di Azione cattolica riscuotono presso altri fratelli e sorelle che servono associazioni, movimenti e gruppi. “Quelli” di Ac non solo “sanno di Chiesa”, ma creano legami, suscitano collaborazioni.

Nei diversi organismi e servizi pastorali donne e uomini di Ac aiutano a custodire il “senso della Chiesa” a chi, pur generoso e zelante, non vede altro che il suo compito o il suo “potere”; sanno accettare anche la mortificazione pur di non rompere la comunione.

Nelle realtà ecclesiali sul territorio donne e uomini di Ac non si stancano di proporre la lectio divina e cammini di formazione non solo “per addetti ai lavori”, ma di discernimento spirituale e culturale per “rendere ragione con dolcezza e rispetto” della speranza che ci guida.

Negli ambiti della cultura e della politica, spesso in minoranza, resistono e rilanciano, in modo responsabile e aggiornato, la ricerca del bene comune.

Una seconda occasione è quella di condividere con voi “soci” la sfida del volto di Azione cattolica che lo Spirito va edificando.

In realtà il volto nuovo c’è, è il vostro. Anzi sono le vostre migliaia di volti che si mettono insieme e dicono una semplice e decisiva parola. La prendo in prestito da un canto della nostra tradizione: «Accoglierò la vita come un dono e avrò il coraggio di morire anch’io. E incontro a te verrò col mio fratello che non si sente amato da nessuno».

Mi permetto di evocarlo cosi perché l’adesione all’Azione cattolica è frutto di una proposta che fa “innamorare”. Senza una proposta-chiamata-vocazione il cuore e la mente si bloccano, si scoraggiano, si rinchiudono.

È più facile fare le cose difficili, perché il nostro cuore è fatto per le cose grandi, per le avventure, per il coraggio, per la passione morale. Per i ragazzi e i giovani ci vuole un’Ac così. Non è forse l’esperienza fatta da tutti noi? […]

Nella proposta pastorale di quest’anno l’arcivescovo Mario ha ricordato la duplice dinamica che esprime la missione: quella dell’attrattiva che alimenta il desiderio di avvicinarsi alla comunità e le ragioni del nostro servizio. Quella dell’apostolato che fa diventare i discepoli degli apostoli. Nell’occasione ha riconosciuto e incoraggiato l’apostolato laicale dell’Azione cattolica. […] Anch’io mi unisco nella riconoscenza e nella preghiera.