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La Chiesa e la pandemia

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Ac: le virtù quotidiane per affrontare e vincere il Covid-19

Responsabilità, sobrietà, unità, impegno, speranza: queste le risorse con cui reagire alla pandemia. Supporto alle istituzioni, vicinanza a persone e settori in difficoltà, gratitudine al personale sanitario, fiducia nella scienza, condanna delle proteste violenti, invito a fare volontariato e a sostenere il Fondo San Giuseppe

La presidenza di Azione Cattolica ambrosiana

30 Ottobre 2020

Il nostro Paese, il nostro continente, il nostro pianeta stanno attraversando ormai da mesi una grave crisi sanitaria, economica e sociale. Il contenimento estivo della pandemia aveva illuso che il peggio fosse alle spalle e che ciascuno potesse riprendere le proprie attività con meno accortezze, come se il Coronavirus fosse un lontano ricordo.

La crescita esponenziale dei contagi delle ultime settimane, in Italia e nel resto dei Paesi europei, sta facendo invece rivivere le ansie e le paure della scorsa primavera. Le certezze e le sicurezze che avevamo costruito vengono meno, il senso di precarietà e impotenza pervade le nostre città.

Come non lasciarsi sopraffare da tutto questo? Come reagire a una situazione del genere?

Come Azione Cattolica ambrosiana desideriamo far nostre «le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce» delle donne e degli uomini d’oggi, con la consapevolezza che il nostro agire e il nostro vivere insieme debbano sempre essere nutriti di speranza e di coraggio.

La speranza è ben diversa dall’ottimismo fine a se stesso: come scriveva Vàclav Havel, «non è la convinzione che una cosa andrà bene, ma la certezza che quella cosa abbia un senso indipendentemente da come andrà a finire» che deve animare i nostri pensieri e le nostre azioni di persone credenti e di cittadini responsabili.

Desideriamo ribadire il nostro sostegno a tutte le Istituzioni, nazionali e locali, in un momento così complicato per la vita del Paese: apprezziamo gli sforzi e la pazienza con le quali si sta nuovamente cercando di arginare la diffusione del virus (pur nella consapevolezza che non sono mancati errori e ritardi in talune azioni pubbliche). Nello stesso tempo chiediamo una maggiore vicinanza ai settori e agli operatori economici e ai lavoratori in difficoltà, sapendo che dietro a numeri e grafici ci sono le persone, con le proprie storie e il vissuto quotidiano. Chiediamo quindi uno sforzo ulteriore per assicurare sostegni giusti e puntuali alle persone e alle famiglie che stanno pagando un prezzo elevato in questa crisi. Il banco di prova della ripresa riguarderà le misure per coloro che hanno troppo poco per vivere dignitosamente, piuttosto che la crescita di coloro che già vivono nell’abbondanza.

Ringraziamo e ci stringiamo intorno a coloro che hanno a cuore la nostra salute e la nostra quotidianità: medici, infermieri, operatori sanitari e altre professioni che lavorano in prima linea per curare i sofferenti e per assicurare lo svolgimento delle consuete e necessarie attività collettive.

Esprimiamo al contempo fiducia nella scienza, sulla quale investire oggi e in futuro. Facciamo nostre, in questo senso, le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, espresse lo scorso 26 ottobre: «Il Covid sarà sconfitto dalla ricerca. Ricerca di terapie sempre più efficaci, ricerca del vaccino. Ovviamente dovremo aiutarla e aiutarci con l’efficienza dell’organizzazione sanitaria, con la precauzione e la prevenzione, con comportamenti sociali responsabili, con la solidarietà verso chi ha bisogno di maggiori cure e attenzioni».

Pur comprendendo le fatiche e l’impazienza di molti, respingiamo con forza il mancato rispetto delle norme precauzionali che vengono indicate dalle Autorità sanitarie e politiche e ogni forma di protesta violenta – soprattutto quelle fomentate ad arte da gruppi eversivi e dalla criminalità organizzata – richiamando tutti a una piena assunzione di responsabilità in un momento tanto complicato. Riusciremo a uscirne solo se ci faremo carico, insieme, del presente e del futuro del nostro Paese e se promuoveremo solidarietà, ascolto, maggiore prossimità alle situazioni di fragilità.

Impegniamoci a utilizzare questo tempo per ripensarci e per ripensare, per aiutare e aiutarci a immaginare con creatività e slancio un modello di sviluppo diverso, più umano, meno egoistico e meno frenetico di quello che abbiamo costruito negli ultimi decenni, basato su disuguaglianze sempre crescenti e sul consumo sconsiderato delle risorse del nostro pianeta.

Accogliamo pure l’invito dell’arcivescovo Mario Delpini a dedicare cuore ed energie al volontariato, trovando del tempo per qualche servizio verso chi è povero, solo, malato, nel bisogno.

Come associazione ecclesiale confermiamo il nostro impegno – all’interno delle comunità locali e della Diocesi ambrosiana – per sostenere e favorire le relazioni e la vicinanza alle persone, specialmente quelle in difficoltà. Dobbiamo sì rispettare le norme circa il “distanziamento fisico e interpersonale”, ma occorre ugualmente scongiurare il “distanziamento sociale”: la socialità, infatti, è costituiva della natura umana e non può essere sradicata. Va anzi custodita con cura e creatività in questo frangente; abbiamo il compito di operare in tale direzione, tenendo vivi i legami esistenti, creandone di nuovi, non lasciando indietro nessuno.

In questo spirito solidale invitiamo ogni persona di buona volontà a sostenere il Fondo San Giuseppe della Diocesi di Milano, strumento che si rivolge in maniera specifica ai disoccupati a causa della crisi Covid-19, ai lavoratori precari, ai lavoratori autonomi. La solidarietà non può rimanere una buona intenzione: essa si esprime nella concretezza e nell’“amicizia sociale”.

Responsabilità, sobrietà, unità, impegno, speranza: sono le virtù di cui oggi tutti abbiamo bisogno e delle quali essere concretamente interpreti nella quotidianità.