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A Varedo i genitori si raccontano ESSERE COERENTI E SAPERSI METTERE IN DISCUSSIONE

9 Ottobre 2007

Per la catechesi di martedì 13 marzo sul dono dei figli, sono intervenute 3 coppie di genitori di Varedo. Qualcuno ha i bambini ancora piccoli, altri invece hanno figli ventenni. Per tutti sono importanti le scelte rispetto alla famiglia, i valori e i criteri sui quali si fondano. Anche per i genitori può essere decisivo sapersi mettere in discussione.

di Luisa Bove

“Il dono dei figli” è il tema della terza catechesi. A casa di Elisabetta ed Emanuele Padoan altre due coppie di genitori si ritrovano per riflettere insieme. Tra loro c’è chi ha figli piccoli e chi li ha già grandi, naturali e adottati, ma anche in attesa. Tutti i genitori, impegnati nel delicato compito educativo, devono fare i conti per conciliare il tempo del lavoro e quello dedicato alla famiglia.

Le loro esperienze sono molto diverse. Patrizia e Maurizio per esempio sono sposati da 23 anni e hanno due figlie grandi, dovevano essere una coppia sterile e invece sono tornati dal viaggio di nozze «con un bel dono». Ma adesso, racconta Patrizia, stanno vivendo la fase del «distacco» e si sentono «messi alla prova». Per Paola e Massimiliano la situazione è ben diversa. Hanno tre figli: oltre a Davide, c’è Annamaria, che viene dalla Romania, e Samnang originario della Cambogia. Non tutti capiscono la scelta di adozione, c’è chi li considera «eroi» e chi chiede: «Chi te l’ha fatto fare?». Ma educare non è sempre facile, occorre «ridimensionare le tue aspettative sui loro bisogni». Non basta essere “fisicamente” a casa per essere presenti “totalmente”, magari dimenticando «le proprie stanchezze, esigenze e voglie», afferma Massimiliano.

Ma cosa significa essere genitori cristiani? Per Patrizia, «in ogni stagione della vita» esiste un modo «per vivere il Vangelo». E se questo sembra più facile quando i figli sono piccoli, più tardi ci si rende conto che diventa importante «essere coerenti» e testimoniare con la propria vita. Per lei e suo marito Maurizio è stata fondamentale anche «l’amicizia di un sacerdote», che li ha accompagnati «in tutte le fasi della nostra famiglia».

Come genitori èanche importante «mettersi in discussione» e «rivedere quali sono le tue scelte», ammette Massimiliano. Attraverso l’esperienza dell’Azione Cattolica, aggiunge Emanuele, «a noi ha aiutato moltissimo uscire dal contesto comunitario e parrocchiale», per assumere «impegni di più ampio respiro».

Ma tra le questioni più delicate c’è il rapporto tra lavoro e famiglia. «Conciliare è stato molto faticoso», dice Patrizia, ma al centro hanno sempre messo la famiglia. Per questo «ho scelto di accettare un part-time in modo da poter dedicare mezza giornata alle bambine». Sull’aspetto economico intervengono anche Paola e Massimiliano. Per loro «la scelta di adozione è un impegno economico non indifferente e «a differenza di tanti amici, non abbiamo fatto grandi viaggi, se non quelli per andare a prendere i nostri figli», in Romania e in Cambogia. E continua Paola: «Non siamo stati sul mar Rosso o alle Maldive», ma questo per loro non è una «sofferenza» e neppure ne hanno sentito la «mancanza».

Occorre sempre un equilibrio rispetto ai «valori» su cui si basa una scelta e «recuperare i motivi che ci hanno fatto costruire la famiglia così impostata», dice Emanuele. E d’altra parte «bisogna fare delle scelte, perché non si può avere tutto», afferma Elisabetta, «è importante non dedicare al figlio solo dei ritagli di tempo» e puntare sulla qualità.