Sirio 26-29 marzo 2024
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17 novembre

A Seveso oratori “aperti per fede”

La sfida della nuova evangelizzazione al centro dell’Assemblea 2012. Invitati responsabili, membri dei Consigli, educatori e chi segue il percorso formativo delle istituzioni di Pg

di Mario PISCHETOLA

8 Novembre 2012

Anche l’oratorio accetta la sfida della nuova evangelizzazione e si interroga su quali forme adottare o rinnovare perché proprio attraverso l’oratorio possa essere proposta e trasmessa efficacemente la fede alle giovani generazioni.

La sosta che gli oratori si danno per riflettere insieme è l’Assemblea che si terrà presso il Seminario arcivescovile di Seveso, nella mattinata di sabato 17 novembre. Sono attesi i responsabili degli oratori ambrosiani, i membri dei consigli dell’oratorio, gli educatori e tutti coloro che condividono la corresponsabilità educativa in oratorio. L’Assemblea è indetta dalla Fondazione Oratori Milanesi (Fom), che in essa individua l’appuntamento annuale più significativo della condivisione e della comunione che lega i mille oratori ambrosiani.

Il tema dell’Assemblea 2012 è “Aperti per fede. Per una nuova evangelizzazione attraverso l’oratorio”. «I nostri oratori risultano sempre “aperti” – commenta don Samuele Marelli, direttore della Fom -, con la motivazione fondamentale e condivisa da tutti che consiste nell’annunciare il Vangelo ai ragazzi e agli adolescenti, intercettando la loro vita quotidiana e orientando le loro scelte, alla luce di un percorso di fede che dia senso alle loro esperienze. La crescita dei ragazzi in oratorio avviene se la testimonianza di figure adulte è supportata da una apertura di fondo e una comprensione della realtà in cui i ragazzi abitano e da una assunzione di responsabilità nei loro confronti. I ragazzi in oratorio non sono “di passaggio”, ma vi hanno una “piena titolarità” che può plasmare la loro identità e il loro senso di appartenenza ecclesiale».

L’Assemblea prevede un momento di ascolto e uno di condivisione a gruppi. Il relatore sarà don Luca Ramello, giovane teologo pastoralista, studioso dell’oratorio nei diversi contesti pastorali, ora impegnato in prima persona come responsabile diocesano della Pastorale giovanile dell’arcidiocesi di Torino. «La relazione introduttiva – continua don Marelli – ci aiuterà a rileggere l’oratorio come un “segno” incisivo della fede della comunità cristiana e avvierà la riflessione nei gruppi. Ci preme l’obiettivo di delineare quelle scelte e quelle pratiche che rendono l’oratorio una “porta”, una “casa” e una “strada” per la fede dei ragazzi. Essi hanno innanzitutto bisogno di essere accolti in un ambiente favorevole e familiare perché anche la loro vita fuori dall’oratorio assuma la forma del vangelo».

Nell’ambito dell’Assemblea degli oratori verranno assegnate le prime abilitazioni diocesane del percorso formativo per responsabili delle istituzioni di pastorale giovanile.

Programma dettagliato, modalità di partecipazione e altre info su www.chiesadimilano.it/pgfom

L’esperienza “popolare” della Barona

Una comunità pastorale, tre parrocchie e tre oratori: alla Barona, periferia sud-ovest di Milano, la Chiesa mostra un volto accogliente e attento ai bisogni del quartiere. E così don Giovanni Salatino, incaricato della Pastorale giovanile, al mattino apre l’oratorio per la «scuola popolare», legata alla Caritas, e insegna francese a una classe di 12 ragazzi a forte rischio di abbandono scolastico. Come in ogni oratorio ambrosiano c’è il doposcuola, la catechesi, l’attività sportiva, ci sono gli incontri di pastorale giovanile, si va anche a teatro, nelle scuole, nei cortili con il gruppo dei clown, nelle missioni di Sarajevo. «Tutte le attività, apparentemente culturali o ricreative, hanno un potenziale di annuncio evangelico - sottolinea don Salatino -. Sono coinvolti molti giovani e soprattutto le iniziative di carità riescono ad accendere dei veri e propri cammini di fede. Al nostro interno tutti i percorsi sono in rete attraverso il Consiglio dell’oratorio e la formazione degli educatori. Mentre con le iniziative nel quartiere puntiamo a suscitare simpatia per dire che l’oratorio c’è, esiste, se vuoi puoi venire, altrimenti veniamo noi da te». (N.P.)