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Milano

A San Protaso “Sostieni una famiglia”

L’iniziativa promossa dal Consiglio pastorale porterà alla raccolta di 33 mila euro per sostenere le situazioni più pesanti. Ma il futuro è ancora incerto

di Cristina CONTI

20 Aprile 2014

Persone in situazioni disagiate, che non riescono più ad arrivare a fine mese. Italiani e stranieri con figli e gravi difficoltà lavorative. Disabili che portano su di sé, più di ogni altro, il peso della crisi economica. A loro è destinato il progetto «Sostieni una famiglia», lanciato dalla parrocchia San Protaso di Milano.

Avviato nel 2013, in occasione dell’ottantesimo della parrocchia, per decisione del Consiglio pastorale parrocchiale, in 2 mesi ha raccolto 26 mila euro. «Abbiamo aiutato in totale 12 famiglie, con versamenti mensili una tantum – spiega Ada Chiabotto, responsabile del Centro di ascolto e tra i promotori dell’iniziativa -. Alle prime otto sono stati versati 300 euro al mese per un anno, altre quattro ricevono un sostegno da gennaio a maggio 2014. In totale sono stati raccolti 33 mila euro». Le famiglie che stanno beneficiando di questo aiuto sono state segnalate dal Centro d’ascolto parrocchiale e sono per il 40% italiane e per il 60% straniere. «Si tratta soprattutto di nuclei familiari con bambini», precisa la Chiabotto.

Una volta deciso quali famiglie aiutare, è stato organizzato un incontro per spiegare loro in che cosa consisteva l’iniziativa e le modalità di attuazione. Periodicamente, poi, i beneficiari vengono contattati per sapere come sta andando la situazione.

Tante le storie delle persone che stanno ricevendo questo denaro. C’è chi ha i figli che frequentano l’oratorio e non può pagare la quota per le attività estive, chi ha tre bambini e non riesce a mantenerli perché ha perso il lavoro. Non mancano le badanti straniere, che non lavorano più, perché l’anziano che seguivano è morto, e non riescono a trovare un altro impiego. Immigrati dal Sudamerica che hanno gravi problemi economici ed egiziani che hanno dovuto chiudere la pizzeria di loro proprietà e adesso devono far fronte ai debiti con le banche. E ancora italiani disabili, romeni e peruviani con pochissimi mezzi che hanno famiglie numerose, asiatici dello Sri Lanka che sono riusciti a portare qui i loro figli per lavorare.

Un aiuto concreto che ha permesso a famiglie in gravi difficoltà economiche di continuare a vivere in modo dignitoso: «A maggio verrà pagata l’ultima rata. Faremo poi il punto della situazione e si deciderà se continuare o no. Vorremmo tanto andare avanti, ma è un periodo pesante per la Caritas. Sono già 120 i pacchi che vengono distribuiti ogni mese alle famiglie più bisognose del territorio. E il Banco alimentare dà poco. Dobbiamo capire come e fino a quando sarà possibile continuare», conclude la Chiabotto.