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Vaticano

Nuovi santi e beati

In base agli ultimi decreti promulgati da Benedetto XVI, quattordici sono europei

14 Dicembre 2010

Otto dalla Spagna, quattro dall’Italia, uno dalla Germania, una dal Portogallo: sono queste – oltre a Libano (uno) e Brasile (una) – le nazioni di provenienza dei prossimi santi (1), beati (11) e venerabili (4). Ricevendo in udienza il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, Benedetto XVI ha autorizzato il 10 dicembre la promulgazione dei decreti con i quali si apre, tra l’altro, alla canonizzazione del beato Guido Maria Conforti, fondatore dei missionari saveriani, e all’onore degli altari per sei martiri uccisi durante la guerra civile in Spagna e uno dai nazisti nel campo di concentramento di Dachau. I decreti riconoscono, inoltre, le virtù eroiche per quattro nuovi venerabili. Otto dalla Spagna, quattro dall’Italia, uno dalla Germania, una dal Portogallo: sono queste – oltre a Libano (uno) e Brasile (una) – le nazioni di provenienza dei prossimi santi (1), beati (11) e venerabili (4). Ricevendo in udienza il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, Benedetto XVI ha autorizzato il 10 dicembre la promulgazione dei decreti con i quali si apre, tra l’altro, alla canonizzazione del beato Guido Maria Conforti, fondatore dei missionari saveriani, e all’onore degli altari per sei martiri uccisi durante la guerra civile in Spagna e uno dai nazisti nel campo di concentramento di Dachau. I decreti riconoscono, inoltre, le virtù eroiche per quattro nuovi venerabili. Un santo Il primo dei decreti, di cui il Papa ha autorizzato la promulgazione, riguarda il miracolo attribuito all’intercessione del beato Guido Maria Conforti, arcivescovo-vescovo di Parma e fondatore della Pia società di san Francesco Saverio per le missioni estere (missionari saveriani). Nato a Ravadese (Italia) il 30 marzo 1865, Conforti vive un’adolescenza condizionata dalla salute malferma. Nonostante ciò diviene presto sacerdote e, nel 1895, fonda la Pia società. Già l’anno dopo la fondazione, due saveriani partono in missione per la Cina. A 37 anni Conforti viene nominato arcivescovo di Ravenna. Dopo un anno deve rinunciare per malattia. Nel 1907 viene nominato coadiutore del vescovo di Parma, poi suo successore; questa volta reggerà la diocesi per 25 anni. Tre anni prima della morte, nel 1928, monsignor Conforti coronerà il sogno di raggiungere la Cina per una visita ai suoi missionari. Muore a Parma il 5 novembre 1931. Nel 1995 Giovanni Paolo II lo proclama beato. Sacerdoti e religiose Di due anni più giovane di Guido Maria Conforti è don Francesco Paleari, sacerdote dell’Istituto Cottolengo, nato a Pogliano Milanese (Italia) il 22 ottobre 1863 e morto a Torino il 7 maggio 1939. Educatore di giovani, formatore di adulti consacrati e laici, don Paleari spicca come uno dei tanti sacerdoti apostoli della carità che illuminano la storia della Chiesa italiana e mondiale a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento.Tra i prossimi beati figurano anche due fondatrici di istituti religiosi. Si tratta di Maria Chiara di Gesù Bambino (al secolo Libânia do Carmo Galvão Meixa De Moura Telles e Albuquerque), nata ad Amadora (Portogallo) il 15 giugno 1843. Nel 1871 dà vita alla Congregazione delle suore francescane ospedaliere dell’Immacolata Concezione, oggi impegnate dall’Asia alle Americhe nella cura degli ammalati. Muore a Lisbona il 1° dicembre 1899. La seconda è Anna Maria Janer Anglarill, fondatrice dell’Istituto delle suore della Sacra Famiglia di Urgell; nata a Cervera (Spagna) il 18 dicembre 1800 e morta a Talarn (Spagna) l’11 gennaio 1885. A entrambe è stato riconosciuto un miracolo.Così come a Dulce (al secolo Maria Rita Lopes Pontes), suora professa della Congregazione delle suore missionarie dell’Immacolata Concezione della Madre di Dio; nata il 26 maggio 1914 a São Salvador de Bahia (Brasile), dove muore il 13 marzo 1992. I sette martiri Dei sette martiri che saranno elevati agli altari uno è il sacerdote diocesano Luigi Andritzki, nato a Radibor (Germania) il 2 luglio 1914. A 28 anni, il 3 febbraio 1943, muore nel campo di concentramento di Dachau. Gli altri sei – due sacerdoti diocesani e un gruppo di sacerdoti e chierici francescani dell’Ordine dei frati minori e del Terz’ordine secolare – vengono uccisi “in odio alla fede” durante la persecuzione scatenata nel 1936 contro la Chiesa cattolica in Spagna.I sacerdoti diocesani sono Giuseppe Nadal y Guiu, nato a Bell-lloc (Spagna) il 25 luglio 1911, e Giuseppe Jordán y Blecua, nato ad Azlor (Spagna) il 27 maggio 1906, entrambi uccisi a Monzón il 12 agosto 1936. Nello stesso anno, ma in date non precisate, muoiono anche gli altri quattro martiri spagnoli: Antonio (al secolo Michele Faúndez López), sacerdote dell’Ordine dei frati minori, nato a La Hiniesta (Spagna) il 23 luglio 1907, e Bonaventura (al secolo Baltasar Mariano Muñoz Martínez), chierico dell’Ordine dei frati minori, nato nel distretto di Santa Cruz (Spagna) il 7 dicembre 1912. A questi sono associati i nomi di due parroci appartenenti al Terz’ordine secolare di san Francesco d’Assisi: Pietro Sanchez Barba, nato a Llano de Brujas (Spagna) il 1° luglio 1895, e Fulgenzio Martínez García, nato a Ribera de Molina (Spagna) il 14 agosto 1911. I quattro venerabili I decreti autorizzati dal Papa, infine, grazie al riconoscimento delle virtù eroiche attribuiscono il titolo di venerabile a quattro servi di Dio: Antonio Palladino (Italia, 1881-1926), sacerdote diocesano e fondatore della Congregazione delle suore domenicane del Ss.mo Sacramento; Béchara (Libano, 1853-1930), sacerdote professo dell’Ordine basiliano del Ss.mo Salvatore dei melchiti; Maria Elisa Andreoli (Italia, 1861-1935), fondatrice della Congregazione delle serve di Maria riparatrici; Maria Pilar del Sacro Cuore (Spagna, 1881-1966), religiosa professa dell’Istituto delle figlie di Maria religiose delle scuole pie.