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San Simpliciano

Catechesi sul Concilio: cinque incontri sulla «riforma difficile e incompiuta»

Al via il ciclo proposto dalla parrocchia e tenuto da monsignor Giuseppe Angelini presso la Facoltà teologica di Milano

19 Aprile 2010

La parrocchia di San Simpliciano a Milano propone il terzo ciclo di catechesi dell’anno pastorale 2009-2010, tenuto dal parroco monsignor Giuseppe Angelini, professore di Teologia morale presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale e già preside della stessa Facoltà. Sul tema “Il Concilio Vaticano II – La riforma difficile e incompiuta”, sono in programma cinque incontri al lunedì, a partire da oggi fino al 17 maggio, a Milano presso la Facoltà teologica (via dei Chiostri 6, dietro la basilica di San Simpliciano), con inizio alle 21 e termine entro le 22.30. L’esperienza ha evidenziato che molti sono i partecipanti provenienti da altre parrocchie. «Per aiutare la comprensione del difficile momento presente della vita della Chiesa assume rilievo assolutamente decisivo la rinnovata lettura dell’evento conciliare – spiega monsignor Angelini -. Non abbiamo mai tentato un’impresa così; ci proviamo con il terzo ciclo di questo anno pastorale».
I primi due incontri sono dedicati a un inquadramento generale dell’evento conciliare. «Vedremo lo sfondo del cattolicesimo convenzionale ingessato da oltre un secolo di polemica antimoderna – aggiunge – e l’andamento sintetico e convulso del Concilio». La catechesi si occuperà poi dei temi maggiori affrontati dal Concilio, quelli ai quali sono dedicati le quattro Costituzioni (Sacrosantum Concilium, Lumen gentium, Dei Verbum, Gaudium et spes): la Chiesa e la sua liturgia, la rivelazione storica di Dio e il senso di Scrittura e tradizione, la complessa questione dei rapporti tra la Chiesa e il mondo.
Questi sono i titoli che delineano il percorso dei cinque incontri: “‘Abbattere i bastioni’: la fine del cattolicesimo convenzionale, una svolta necessaria e ardua” (19 aprile); “La dinamica complessiva del Concilio: una sintesi della sua sorprendente vicenda” (26 aprile); “La liturgia e la Chiesa ad intra” (3 maggio); “La rivelazione, l’evento prima della dottrina” (10 maggio); “La Chiesa e il mondo che cambia” (17 maggio).
«Nella recente lettera pastorale alla Chiesa d’Irlanda – anticipa ancora monsignor Angelini – Benedetto XVI suggerisce un possibile nesso tra deprecate leggerezze dei vescovi irlandesi a fronte dei casi di pedofilia e “il programma di rinnovamento proposto dal Concilio Vaticano Secondo”; esso sarebbe stato a volte frainteso. La denuncia è più circostanziata: “in verità, alla luce dei profondi cambiamenti sociali che si stavano verificando, era tutt’altro che facile valutare il modo migliore per portarlo avanti”. Il mutamento culturale, che intervenne negli anni successivi al Vaticano II, dispose nel contesto sociale le condizioni per una mentalità tollerante e addirittura indifferente, che rendeva ardua la realizzazione della riforma prevista dal Concilio. Il problema segnalato interessa molte altre materie oltre la pedofilia. Parecchie di quelle istanze “moderne” di libertà, che sono state giustamente recepite nei loro tratti generali dal Concilio Vaticano II, avrebbero avuto bisogno allora, e hanno bisogno oggi ancora, di un più preciso approfondimento». La parrocchia di San Simpliciano a Milano propone il terzo ciclo di catechesi dell’anno pastorale 2009-2010, tenuto dal parroco monsignor Giuseppe Angelini, professore di Teologia morale presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale e già preside della stessa Facoltà. Sul tema “Il Concilio Vaticano II – La riforma difficile e incompiuta”, sono in programma cinque incontri al lunedì, a partire da oggi fino al 17 maggio, a Milano presso la Facoltà teologica (via dei Chiostri 6, dietro la basilica di San Simpliciano), con inizio alle 21 e termine entro le 22.30. L’esperienza ha evidenziato che molti sono i partecipanti provenienti da altre parrocchie. «Per aiutare la comprensione del difficile momento presente della vita della Chiesa assume rilievo assolutamente decisivo la rinnovata lettura dell’evento conciliare – spiega monsignor Angelini -. Non abbiamo mai tentato un’impresa così; ci proviamo con il terzo ciclo di questo anno pastorale».I primi due incontri sono dedicati a un inquadramento generale dell’evento conciliare. «Vedremo lo sfondo del cattolicesimo convenzionale ingessato da oltre un secolo di polemica antimoderna – aggiunge – e l’andamento sintetico e convulso del Concilio». La catechesi si occuperà poi dei temi maggiori affrontati dal Concilio, quelli ai quali sono dedicati le quattro Costituzioni (Sacrosantum Concilium, Lumen gentium, Dei Verbum, Gaudium et spes): la Chiesa e la sua liturgia, la rivelazione storica di Dio e il senso di Scrittura e tradizione, la complessa questione dei rapporti tra la Chiesa e il mondo.Questi sono i titoli che delineano il percorso dei cinque incontri: “‘Abbattere i bastioni’: la fine del cattolicesimo convenzionale, una svolta necessaria e ardua” (19 aprile); “La dinamica complessiva del Concilio: una sintesi della sua sorprendente vicenda” (26 aprile); “La liturgia e la Chiesa ad intra” (3 maggio); “La rivelazione, l’evento prima della dottrina” (10 maggio); “La Chiesa e il mondo che cambia” (17 maggio).«Nella recente lettera pastorale alla Chiesa d’Irlanda – anticipa ancora monsignor Angelini – Benedetto XVI suggerisce un possibile nesso tra deprecate leggerezze dei vescovi irlandesi a fronte dei casi di pedofilia e “il programma di rinnovamento proposto dal Concilio Vaticano Secondo”; esso sarebbe stato a volte frainteso. La denuncia è più circostanziata: “in verità, alla luce dei profondi cambiamenti sociali che si stavano verificando, era tutt’altro che facile valutare il modo migliore per portarlo avanti”. Il mutamento culturale, che intervenne negli anni successivi al Vaticano II, dispose nel contesto sociale le condizioni per una mentalità tollerante e addirittura indifferente, che rendeva ardua la realizzazione della riforma prevista dal Concilio. Il problema segnalato interessa molte altre materie oltre la pedofilia. Parecchie di quelle istanze “moderne” di libertà, che sono state giustamente recepite nei loro tratti generali dal Concilio Vaticano II, avrebbero avuto bisogno allora, e hanno bisogno oggi ancora, di un più preciso approfondimento».