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Abbiategrasso

Azione Cattolica, un secolo di laicato

Domenica 18 aprile tutte le comunità del decanato hanno partecipato alla messa celebrata da monsignor Giovanni Giudici, vescovo di Pavia, e all'inaugurazione di una rassegna storica. Altri appuntamenti in programma il 25 aprile e il 7 maggio

di Maria Teresa ANTOGNAZZA Redazione

19 Aprile 2010

Un’Azione Cattolica centenaria. Una realtà passata indenne attraverso due epoche storiche e che ancora oggi, con una Chiesa e una società profondamente mutate, opera per la formazione di un laicato maturo e consapevole. Si tratta dell’associazione parrocchiale di Santa Maria Nuova in Abbiategrasso, nata nel 1910 come “Associazione culturale Alessandro Manzoni” e poi riconosciuta dal cardinal Ferrari come gruppo di Ac, con la nomina del primo assistente. «La nostra prima sede – racconta l’ex presidente Enzo Bianchi, che è stato anche vicepresidente diocesano – fu uno spazio messo a disposizione dalla pasticceria locale, a dire la forte connotazione laicale del gruppo giovanile, impegnato a 360 gradi nella realtà locale oltre che in parrocchia. Ricordo, tra i tanti, i momenti significativi della fondazione del Partito popolare, o Bianco, come si diceva allora, e il periodo del fascismo che i nostri fondatori ancora oggi ci raccontano come un periodo duro, in cui la sede venne chiusa e i giovani di Ac subirono pestaggi e vennero ostacolati nella partecipazione alle celebrazioni parrocchiali».
Una storia a tratti anche “gloriosa”, come nella feconda stagione del Concilio Vaticano II: «Il nostro gruppo fu in qualche modo precursore di quell’evento di Chiesa – ricorda Bianchi -. Ad Abbiategrasso, per esempio, si viveva un’animazione liturgica particolare già prima del Vaticano II, commentando in lingua italiana le letture che venivano proclamate in latino, per permettere a coloro che partecipavano alle celebrazioni di comprendere ciò che ascoltavano nella Messa».
«Quello del dopo Concilio – racconta Giovanni Lattuada, attuale presidente – è stato un momento molto bello, carico del desiderio di essere laici impegnati attivamente nella Chiesa, con coscienza e maturità di fede. Il nostro rapporto con la diocesi si poi è costruito su un dialogo intenso con figure ecclesiali di rilievo, come monsignor Giudici o il cardinale Martini, volti di una Chiesa capace di sostenerci e incoraggiarci. Il rapporto con i parroci locali è stato invece più faticoso, e ancora oggi a volte si stenta a vedere riconosciuto il proprio ruolo. Si sente parlare di laici responsabili, impegnati nella Chiesa, ma nel concreto i parroci cercano collaboratori e non laici corresponsabili valorizzati nel loro ruolo».
Un altro nodo al pettine nell’esperienza attuale è il rapporto con il mondo giovanile e di questo i laici di Ac di Abbiategrasso hanno parlato con Carlo Maria Martini nell’incontro avuto con l’Arcivescovo emerito a Gallarate il 16 gennaio scorso. Ai responsabili, che gli chiedevano come proporsi ai giovani e a chi non crede, il Cardinale rispondeva: «Penso che i giovani ricevano il Vangelo attraverso la mente, con il cuore, con la preghiera, con l’adorazione, ma anche con le mani: quando lavorano, impegnandosi per gli altri, o con i piedi, come gli scout che camminano per giorni interi. Ma le mani sono molto importanti e quindi non bisogna tanto trovare la parola giusta, ma l’occupazione giusta e ci sono molte occasioni nel nostro mondo, molte sofferenze, molte tragedie, quindi occorre mettere i giovani al servizio, così che dimentichino un po’ se stessi e si impegnino per gli altri».
E mentre l’associazione abbiatense entra nel vivo dei festeggiamenti per il suo centenario, resta la convinzione che «la Chiesa – per dirla con le parole di Bianchi – ha bisogno dell’Azione Cattolica se questa aiuta le persone a pensare; è così che l’Ac ha educato anche il mio essere cristiano: facendomi ragionare con la mia testa, in un sincero attaccamento alla Chiesa, nutrito dalla formazione, dallo studio, dall’approfondimento, per poter contribuire alla pastorale della Chiesa locale che, non dimentichiamolo, è il popolo di Dio che viviamo tutti i giorni».
Ieri, con la partecipazione di tutte le comunità del decanato, monsignor Giovanni Giudici, vescovo di Pavia, ha celebrato una Messa durante la quale è stato consegnato un riconoscimento ai soci più anziani. Quindi l’ex assistente di Ac ha inaugurato in San Bernardino la mostra sulla vita e la storia dell’associazione, con tutto il materiale custodito in questi lunghi anni (la rassegna resterà allestita fino all’inizio di maggio). Nelle prossime settimane sono in programma due importanti appuntamenti. Il 25 aprile, alle 17.30, l’assistente nazionale di Ac monsignor Domenico Sigalini incontrerà all’oratorio San Gaetano i giovani e gli adolescenti del decanato sul tema “Sentinelle del mattino”. Il 7 maggio alle 21, nell’ex Convento dell’Annunciata, una seconda riflessione a carattere socio-religioso sarà tenuta da padre Bartolomeo Sorge, che rifletterà sul tema della speranza e di un’etica condivisa per gli uomini del nostro tempo. Un’Azione Cattolica centenaria. Una realtà passata indenne attraverso due epoche storiche e che ancora oggi, con una Chiesa e una società profondamente mutate, opera per la formazione di un laicato maturo e consapevole. Si tratta dell’associazione parrocchiale di Santa Maria Nuova in Abbiategrasso, nata nel 1910 come “Associazione culturale Alessandro Manzoni” e poi riconosciuta dal cardinal Ferrari come gruppo di Ac, con la nomina del primo assistente. «La nostra prima sede – racconta l’ex presidente Enzo Bianchi, che è stato anche vicepresidente diocesano – fu uno spazio messo a disposizione dalla pasticceria locale, a dire la forte connotazione laicale del gruppo giovanile, impegnato a 360 gradi nella realtà locale oltre che in parrocchia. Ricordo, tra i tanti, i momenti significativi della fondazione del Partito popolare, o Bianco, come si diceva allora, e il periodo del fascismo che i nostri fondatori ancora oggi ci raccontano come un periodo duro, in cui la sede venne chiusa e i giovani di Ac subirono pestaggi e vennero ostacolati nella partecipazione alle celebrazioni parrocchiali».Una storia a tratti anche “gloriosa”, come nella feconda stagione del Concilio Vaticano II: «Il nostro gruppo fu in qualche modo precursore di quell’evento di Chiesa – ricorda Bianchi -. Ad Abbiategrasso, per esempio, si viveva un’animazione liturgica particolare già prima del Vaticano II, commentando in lingua italiana le letture che venivano proclamate in latino, per permettere a coloro che partecipavano alle celebrazioni di comprendere ciò che ascoltavano nella Messa».«Quello del dopo Concilio – racconta Giovanni Lattuada, attuale presidente – è stato un momento molto bello, carico del desiderio di essere laici impegnati attivamente nella Chiesa, con coscienza e maturità di fede. Il nostro rapporto con la diocesi si poi è costruito su un dialogo intenso con figure ecclesiali di rilievo, come monsignor Giudici o il cardinale Martini, volti di una Chiesa capace di sostenerci e incoraggiarci. Il rapporto con i parroci locali è stato invece più faticoso, e ancora oggi a volte si stenta a vedere riconosciuto il proprio ruolo. Si sente parlare di laici responsabili, impegnati nella Chiesa, ma nel concreto i parroci cercano collaboratori e non laici corresponsabili valorizzati nel loro ruolo».Un altro nodo al pettine nell’esperienza attuale è il rapporto con il mondo giovanile e di questo i laici di Ac di Abbiategrasso hanno parlato con Carlo Maria Martini nell’incontro avuto con l’Arcivescovo emerito a Gallarate il 16 gennaio scorso. Ai responsabili, che gli chiedevano come proporsi ai giovani e a chi non crede, il Cardinale rispondeva: «Penso che i giovani ricevano il Vangelo attraverso la mente, con il cuore, con la preghiera, con l’adorazione, ma anche con le mani: quando lavorano, impegnandosi per gli altri, o con i piedi, come gli scout che camminano per giorni interi. Ma le mani sono molto importanti e quindi non bisogna tanto trovare la parola giusta, ma l’occupazione giusta e ci sono molte occasioni nel nostro mondo, molte sofferenze, molte tragedie, quindi occorre mettere i giovani al servizio, così che dimentichino un po’ se stessi e si impegnino per gli altri».E mentre l’associazione abbiatense entra nel vivo dei festeggiamenti per il suo centenario, resta la convinzione che «la Chiesa – per dirla con le parole di Bianchi – ha bisogno dell’Azione Cattolica se questa aiuta le persone a pensare; è così che l’Ac ha educato anche il mio essere cristiano: facendomi ragionare con la mia testa, in un sincero attaccamento alla Chiesa, nutrito dalla formazione, dallo studio, dall’approfondimento, per poter contribuire alla pastorale della Chiesa locale che, non dimentichiamolo, è il popolo di Dio che viviamo tutti i giorni».Ieri, con la partecipazione di tutte le comunità del decanato, monsignor Giovanni Giudici, vescovo di Pavia, ha celebrato una Messa durante la quale è stato consegnato un riconoscimento ai soci più anziani. Quindi l’ex assistente di Ac ha inaugurato in San Bernardino la mostra sulla vita e la storia dell’associazione, con tutto il materiale custodito in questi lunghi anni (la rassegna resterà allestita fino all’inizio di maggio). Nelle prossime settimane sono in programma due importanti appuntamenti. Il 25 aprile, alle 17.30, l’assistente nazionale di Ac monsignor Domenico Sigalini incontrerà all’oratorio San Gaetano i giovani e gli adolescenti del decanato sul tema “Sentinelle del mattino”. Il 7 maggio alle 21, nell’ex Convento dell’Annunciata, una seconda riflessione a carattere socio-religioso sarà tenuta da padre Bartolomeo Sorge, che rifletterà sul tema della speranza e di un’etica condivisa per gli uomini del nostro tempo.