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Tempo di Pasqua

Sesta settimana

La liturgia, nei giorni feriali, propone il significato più immediato del tempo�dopo la�Pasqua, così come viene delineato dal Lezionario ambrosiano

4950 - per_appuntamenti Redazione Diocesi

15 Maggio 2009

Con la VI Domenica di Pasqua ci disponiamo ormai alla Pentecoste e il tema dello Spirito è sempre più presente nella Liturgia della Parola.
Lo Spirito è il primo dono del Risorto, che sta all’origine stessa della Chiesa: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me [�]; perché siete con me fin dal principio» (Vangelo: Giovanni 15,26 – 16,4). È lo Spirito che suscita la nostra testimonianza: «Fratelli, a voi ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto, cioè che Cristo morì per i nostri peccati secondo le scritture e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le scritture» (Epistola: 1Corinzi 15,3-11). È lo Spirito che sostiene la testimonianza, anche quando questa incontra l’incomprensione, il rifiuto e la persecuzione: «Per queste cose i Giudei, mentre ero nel tempio, mi presero e tentavano di uccidermi. Ma, con l’aiuto di Dio, fino a questo giorno, sto qui a testimoniare agli umili e ai grandi» (Lettura: Atti 26,1-23).
Il tema della testimonianza ritorna anche nelle letture dei giorni feriali da lunedì a mercoledì. In questi giorni, che precedono la solennità dell’Ascensione – assegnata al giovedì della VI Settimana, 40° giorno di Pasqua -, la liturgia ci fa riascoltare la testimonianza appassionata di Paolo: «Entrato poi nella sinagoga, vi poté parlare liberamente per tre mesi, discutendo e cercando di persuadere gli ascoltatori di ciò che riguarda il regno di Dio» (Lettura del lunedì: Atti 19,1b-10). Essa nasce dall’incontro trasformante con il Cristo risorto: «Non ritengo in nessun modo preziosa la mia vita, purché conduca a termine la mia corsa e il servizio che mi fu affidato dal Signore Gesù, di dare testimonianza al vangelo della grazia di Dio» (Lettura del mercoledì: Atti 20,17-38). Ancora una volta il protagonista è lo Spirito che guida e accompagna l’annuncio e la vita delle prime comunità cristiane: «Udito questo, si fecero battezzare nel nome del Signore Gesù e, non appena Paolo ebbe imposto loro le mani, discese su di loro lo Spirito Santo e si misero a parlare in lingue e a profetare» (Lettura del lunedì).
La lettura progressiva degli Atti degli Apostoli è affiancata dalle pagine del quarto Vangelo che annunciano e preparano l’assenza del Signore: «Figlioli, ancora per poco sono con voi» (Vangelo del lunedì: Giovanni13,31-36). Il Signore non ci abbandona, ma ci precede nella gioia del Regno: «Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi» (Vangelo del martedì: Giovanni 14,1-6). Annunciando il suo ritorno al Padre, Gesù ci lascia, infine, la consegna più grande: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri» (Vangelo del lunedì).Nella luce e nella gioia prolungata della Pasqua ci disponiamo, a partire dalla stessa liturgia, ad accogliere il dono dello Spirito santo «effusione ardente della vita d’amore di Dio» (Domenica di Pentecoste, orazione all’inizio dell’assemblea liturgica). Con il venerdì della VI Settimana, che segue immediatamente all’Ascensione del Signore, si apre infatti la serie delle ferie che si configurano come preparazione più immediata alla Pentecoste. Il rinnovato Lezionario ambrosiano, assumendo una vera e propria struttura festiva, accompagna i discorsi di addio del Signore (Giovanni 14-16) ad alcuni brani scelti dal Cantico dei cantici «in cui la Sposa parla del suo Sposo assente e ne lamenta la lontananza» (Premesse al Lezionario ambrosiano, n. 190), rileggendo queste pagine – sulla scia della tradizione ebraica – in chiave tipicamente pasquale.
Le parole stesse del Signore – «Io salgo al Padre mio e Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro, e vi manderò lo Spirito Santo» (Ascensione del Signore, canto dopo il vangelo alla Messa nel giorno) – suscitino e sostengano la nostra preghiera: «Rendi piena e certa, o Dio, la nostra gioia pasquale con la fiduciosa speranza dell’eterna salvezza» (venerdì dopo l’Ascensione, orazione dopo la comunione).
Con la VI Domenica di Pasqua ci disponiamo ormai alla Pentecoste e il tema dello Spirito è sempre più presente nella Liturgia della Parola.Lo Spirito è il primo dono del Risorto, che sta all’origine stessa della Chiesa: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me [�]; perché siete con me fin dal principio» (Vangelo: Giovanni 15,26 – 16,4). È lo Spirito che suscita la nostra testimonianza: «Fratelli, a voi ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto, cioè che Cristo morì per i nostri peccati secondo le scritture e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le scritture» (Epistola: 1Corinzi 15,3-11). È lo Spirito che sostiene la testimonianza, anche quando questa incontra l’incomprensione, il rifiuto e la persecuzione: «Per queste cose i Giudei, mentre ero nel tempio, mi presero e tentavano di uccidermi. Ma, con l’aiuto di Dio, fino a questo giorno, sto qui a testimoniare agli umili e ai grandi» (Lettura: Atti 26,1-23). Il tema della testimonianza ritorna anche nelle letture dei giorni feriali da lunedì a mercoledì. In questi giorni, che precedono la solennità dell’Ascensione – assegnata al giovedì della VI Settimana, 40° giorno di Pasqua -, la liturgia ci fa riascoltare la testimonianza appassionata di Paolo: «Entrato poi nella sinagoga, vi poté parlare liberamente per tre mesi, discutendo e cercando di persuadere gli ascoltatori di ciò che riguarda il regno di Dio» (Lettura del lunedì: Atti 19,1b-10). Essa nasce dall’incontro trasformante con il Cristo risorto: «Non ritengo in nessun modo preziosa la mia vita, purché conduca a termine la mia corsa e il servizio che mi fu affidato dal Signore Gesù, di dare testimonianza al vangelo della grazia di Dio» (Lettura del mercoledì: Atti 20,17-38). Ancora una volta il protagonista è lo Spirito che guida e accompagna l’annuncio e la vita delle prime comunità cristiane: «Udito questo, si fecero battezzare nel nome del Signore Gesù e, non appena Paolo ebbe imposto loro le mani, discese su di loro lo Spirito Santo e si misero a parlare in lingue e a profetare» (Lettura del lunedì). La lettura progressiva degli Atti degli Apostoli è affiancata dalle pagine del quarto Vangelo che annunciano e preparano l’assenza del Signore: «Figlioli, ancora per poco sono con voi» (Vangelo del lunedì: Giovanni13,31-36). Il Signore non ci abbandona, ma ci precede nella gioia del Regno: «Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi» (Vangelo del martedì: Giovanni 14,1-6). Annunciando il suo ritorno al Padre, Gesù ci lascia, infine, la consegna più grande: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri» (Vangelo del lunedì).Nella luce e nella gioia prolungata della Pasqua ci disponiamo, a partire dalla stessa liturgia, ad accogliere il dono dello Spirito santo «effusione ardente della vita d’amore di Dio» (Domenica di Pentecoste, orazione all’inizio dell’assemblea liturgica). Con il venerdì della VI Settimana, che segue immediatamente all’Ascensione del Signore, si apre infatti la serie delle ferie che si configurano come preparazione più immediata alla Pentecoste. Il rinnovato Lezionario ambrosiano, assumendo una vera e propria struttura festiva, accompagna i discorsi di addio del Signore (Giovanni 14-16) ad alcuni brani scelti dal Cantico dei cantici «in cui la Sposa parla del suo Sposo assente e ne lamenta la lontananza» (Premesse al Lezionario ambrosiano, n. 190), rileggendo queste pagine – sulla scia della tradizione ebraica – in chiave tipicamente pasquale. Le parole stesse del Signore – «Io salgo al Padre mio e Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro, e vi manderò lo Spirito Santo» (Ascensione del Signore, canto dopo il vangelo alla Messa nel giorno) – suscitino e sostengano la nostra preghiera: «Rendi piena e certa, o Dio, la nostra gioia pasquale con la fiduciosa speranza dell’eterna salvezza» (venerdì dopo l’Ascensione, orazione dopo la comunione). – Introduzioni: Libro degli Atti degli Apostoli Vangelo secondo Giovanni Percorsi tematici:Da lunedì 18 a mercoledì 20 maggio Venerdi 22 maggioSabato 23 maggio –