Share

Venegono

Sarà un anno di “riposo in Dio”

Si è conclusa ieri la tre giorni decani. L'Arcivescovo ha anticipato ai suoi collaboratori i temi e le linee del nuovo anno pastorale che il card. Tettamanzi inaugurerà l'8 settembre alle 9.30 con un Pontificale in Duomo nella Festa di Santa Maria Nascente

di Luisa BOVE Redazione

3 Settembre 2009

Nella mattinata di ieri si è conclusa la 3 giorni decani a Venegono con l’intervento dell’Arcivescovo, che ha ricordato come la scelta della Comunità pastorali per la diocesi ambrosiana sia venuta dopo il «confronto e l’ascolto» anche con «gli altri confratelli nell’episcopato a Milano, in Italia e non solo», una questione affrontata con «sguardo ampio sul presente e aperto al futuro». Come ha già ripetuto in altre occasioni, «la diminuzione del clero non è l’unico criterio da prendere in considerazione». Ma non ha dubbi l’Arcivescovo che «questo cammino ha fatto maturare una grande riflessione sul nostro essere prete oggi e sulla nostra missionarietà evangelizzatrice».
«I vostri interventi», ha detto Tettamanzi rivolgendosi ai decani, «sono per me preziosi e hanno fatto emergere le fatiche e gli elementi promettenti», poi li ha ringraziati per «la partecipazione attiva» alla tre giorni, dove non sono mancate «riflessioni importanti», ma anche per «l’impegno che vi prendete nei riguardi dei vostri confratelli e verso le comunità parrocchiali del decanato». – Nella mattinata di ieri si è conclusa la 3 giorni decani a Venegono con l’intervento dell’Arcivescovo, che ha ricordato come la scelta della Comunità pastorali per la diocesi ambrosiana sia venuta dopo il «confronto e l’ascolto» anche con «gli altri confratelli nell’episcopato a Milano, in Italia e non solo», una questione affrontata con «sguardo ampio sul presente e aperto al futuro». Come ha già ripetuto in altre occasioni, «la diminuzione del clero non è l’unico criterio da prendere in considerazione». Ma non ha dubbi l’Arcivescovo che «questo cammino ha fatto maturare una grande riflessione sul nostro essere prete oggi e sulla nostra missionarietà evangelizzatrice».«I vostri interventi», ha detto Tettamanzi rivolgendosi ai decani, «sono per me preziosi e hanno fatto emergere le fatiche e gli elementi promettenti», poi li ha ringraziati per «la partecipazione attiva» alla tre giorni, dove non sono mancate «riflessioni importanti», ma anche per «l’impegno che vi prendete nei riguardi dei vostri confratelli e verso le comunità parrocchiali del decanato». – Il riposo in Dio Molte le proposte e iniziative emerse dai lavori, ma il cardinal Tettamanzi ha sottolineato anche l’importanza per i preti di quello che egli stesso ha definito «l’anno di riposo in Dio» che tocca «la modalità interiore di essere presbiteri». E ha chiarito: «Dobbiamo radicare tutto quello che stiamo facendo dentro il cuore sacerdotale, dentro la nostra spiritualità. Il riposo in Dio ci deve aiutare anche a recuperare il tema della festa, della lode, della gioia». L’Arcivescovo ha accennato all’uso del «tempo» e dei «mezzi» per fare pastorale, ma ha pure raccomandato «il riposo del corpo», come a dire: «Non dobbiamo e non possiamo fare tutto». Occorre quindi un serio «discernimento comunitario» per compiere le giuste scelte pastorali, ma il suo suggerimento è di «fare meno, per fare meglio, per fare insieme» puntando anche «sulla responsabilità della vita della Chiesa coinvolgendo i laici, tutti, nessuno escluso».L’anno sacerdotale, per la Chiesa ambrosiana, dovrà essere caratterizzato considerando insieme il «sacerdozio istituito» dei presbiteri con il «sacerdozio comune» dei fedeli e a questo proposito sono già arrivate tante proposte dal clero milanese. Quest’anno si dovrà insistere anche sulla pastorale pre e post-battesimale, perché «ho l’impressione che dopo le proposte iniziali, in termini di capillarità e di pastorale ordinaria occorra rilanciarle con maggiore forza», ha ammesso l’Arcivescovo. Non bisogna inoltre dimenticare che «vertice di questo sacerdozio battesimale è la partecipazione all’Eucaristia domenicale». I sussidi diocesani Il cardinal Tettamanzi ha quindi richiamato alcuni testi di riferimento per il nuovo anno pastorale, primo fra tutti “Pietre vive”, «una lettera da diffondere il più possibile» che riguarda «un modo per evangelizzare e credere che tutti sono pietre vive nella Chiesa». L’invito è che il testo sia letto e meditato insieme, facendone anche oggetto di incontri spirituali. L’Arcivescovo raccomanda in particolare ai preti, ai membri dei consigli pastorali ed economici, agli operatori pastorali la lettura del testo che conterrà l’omelia dell’8 settembre (Festa di Santa Maria Nascente e giorno di apertura del nuovo anno pastorale) e la conclusione dell’assemblea sinodale in Duomo il 20 maggio scorso. Infine nuovi sussidi liturgici saranno pubblicati per accompagnare la vita della Chiesa ambrosiana. Il Fondo famiglia-lavoro «Richiamo ancora una volta il Fondo famiglia-lavoro», ha detto inoltre l’Arcivescovo, «il suo significato è pedagogico ed educativo. Se lo stile di vita che fino ad ora ci ha caratterizzato non cambierà ci ricadremo. Il Fondo famiglia-lavoro ha questa valenza educativa a proposito della sobrietà come via maestra alla solidarietà, a quella logica del dono che è l’elemento più caratteristico e affascinante della Caritas in Veritate. Le famiglie che hanno ricevuto il sussidio dovrebbero dare: non in termini di soldi, ma sentirsi impegnato ad aiutare gli altri. Tra poco mi incontrerò con i 400 volontari che stanno operando sul territorio». Due eventi Il giorno 8 settembre in Duomo, ha annunciato il cardinal Tettamanzi ai decani, «ci sarà con noi monsignor Gabriele Caccia, sacerdote della nostra diocesi che dopo essere stato assessore in Segreteria di Stato per tanto tempo, il 12 settembre sarà ordinato Vescovo e partirà per la nunziatura in Libano». Infine ha ricordato che il 25 ottobre ci sarà la beatificazione di don Carlo Gnocchi, «figura sacerdotale da prendere in considerazione per l’anno sacerdotale», come ha detto il Papa. –